L’arte della creazione, nell’atto puro del dipingere di Irene Petrafesa
L’arte della creazione, nell’atto puro del dipingere di Irene Petrafesa
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L’arte della creazione, nell’atto puro del dipingere di Irene Petrafesa

I colori, una finestra sul mondo dell’emozione per l'artista di origine andriese

La bellezza diventa strumento nelle mani di chi ha la sensibilità e il tocco gentile dell'arte, le immagini fermano il tempo nei colori e nelle emozioni che non più sconosciute si catapultano nella realtà ridisegnando con armonia gli elementi della terra che si mostrano di fronte all'innata naturalità, di chi sa coglierne l'essenza. L'arte di Irene Petrafesa, artista di origine andriese, ha un carattere evocativo l'uso di materiali per le sue opere, come: ossidi, terre provenienti da paesi orientali, pastelli e olio, si legano amabilmente con il cosmo regalando una connessione che si snoda tra terreno e universale, la creatività regala ancora una volta naturale bellezza. La critica d'arte, la dottoressa Maria Fiore Catalano descrive così l'arte di Irene Petrafesa: «Ha costruito con il tempo un'arte personalissima, speciale, l'immagine diventa una tela che dipana, costringe e smaglia, a seconda dei suoi pensieri ed emozioni. Un lungo filo di Arianna che non troverà mai un punto terminale, ma solo piccole soste di pensiero».

Nelle parole della signora Petrafesa, la sua arte e i suoi consigli, in esclusiva per AndriaViva:
La magia dell'arte s'incarna nelle mani e nella creatività di un'artista sensibile come Lei, qual è la sua fonte d'ispirazione e a quali elementi s'ispira?
«L'Emozione ed il contingente, sono gli elementi su cui costruisco il mio lavoro. Materia, spazio, ricordo, istinto, immagini captate e sedimentate nella memoria, vengono evocate nell'atto creativo. Le mie opere sono ispirate ai toni ed alle atmosfere cromatiche del nostro territorio: l'acqua, la terra, la pietra, sono la mia fonte di ispirazione.
Uso ossidi prevalentemente, terre provenienti dal Marocco, oltre all'olio ed altri materiali, che utilizzo su grandi tele, che mi permettono di spaziare e rappresentare "L'universale" partendo dal nostro microcosmo territoriale. Per me è un fatto naturale esprimere ciò che è "dentro". Non mi interessa narrare il reale immediato, ma l'anima della realtà e di tutte le cose, a volte anche la dimensione più oscura della vita».

Come nasce la sua passione per la pittura?
«La passione per la pittura mi accompagna da sempre. Sono cresciuta disegnando (in casa c'era mio nonno Carlo, che lo faceva) e confrontandomi con i grandi artisti.
Per me era un fatto naturale a cui non ho dato il giusto peso per molto tempo. Ma più tardi, "scontrandomi" con la realtà, è diventata una necessità, una cosa importante, tanto da farmi interrompere nel 2000 un incarico presso il Ministero delle Finanze, per dedicarmi completamente all'Arte.
Dipingo dall'età adolescenziale ed era per me, un fatto intimo, privato che metteva a nudo le mie fragilità e quindi da non mostrare. Quando però qualcuno si è ritrovato nel mio lavoro, emozionandosi, è stata per me una bellissima sensazione, da ripetere finalmente, mostrandolo».

Lo sguardo di un 'artista vede oltre la naturale visione, oggi nel mondo si è perso il desiderio di creare bellezza, i giovani incantati dai social perdono lo sguardo nel vuoto. Che consiglio darebbe a coloro che vorrebbero invece seguire una rotta diversa abbracciando l'arte?
«Il desiderio di creare, di dipingere, credo siano un fatto innato. Non si possono inculcare.
L'artista, deve soddisfare, prima di tutto, un suo "bisogno", fare Arte è un atto egoistico! E tale deve rimanere, per essere autentico. I ragazzi che si affacciano a questo mondo, sono spesso abbagliato dalla "spettacolarizzazione" dell'atto creativo e dei propri sentimenti. "Mostrare" deve essere l'atto finale di un percorso interiore, una ricerca del proprio "io", su quello che si è, sulla propria individualità, che oggi, un po' si è' persa, soprattutto nelle nuove generazioni. Creare è sentirsi vivi, dare un senso alla propria esistenza».
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