piazza Catuma
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Vita di città

Il sindaco Bruno: «Grazie, uomini e donne dell'Arte, per farci dono del vostro talento»

Una lettera del Primo Cittadino sul valore e l'importanza dell'arte

«Cari amici, donne e uomini dell'Arte,
è da tempo che, in un momento truce come quello che stiamo vivendo, spesso mi interrogo sulla condizione in cui versa la vostra vocazione, compressa e sospesa come gli istanti di vita che ci vengono trattenuti a mezz'aria dalla pandemia. Mi interrogo su ciascuno di voi, che io conosca oppure no, semplicemente crucciata dal fatto di non potere godere delle carezze all'anima che un esercizio così alto come quello che praticate, possono dispensare nelle circostanze più difficili dell'esistere contemporaneo.

Da bambina, lessi su di un libro una definizione che mi porto incisa dentro, poiché è noto il legame viscerale che ho con la musica, una delle declinazioni della nobile Arte: «Questa – diceva – è stata il dono degli Dei all'uomo, affinché potesse alleviarne le fatiche e le miserie patite nel corso dei giorni». È molto difficile pensare ed assolvere alle mansioni giornaliere, in una dimensione attuale nella quale anche quel conforto intimo viene a mancare, soppresso dalla paura a cui ci ha abituati l'emergenza. Ed è qui che la memoria ci soccorre, venendoci incontro a passi larghi, dipinti dei colori a cui l'arte ci ha educati, in questa città che ha ancora tantissimo da imparare nel percorso di ripristino dell'agibilità sociale. Abbiamo imparato a recitare o a suonare o a cantare o a danzare nel bello dei teatri parrocchiali, per noi i più importanti palcoscenici esistenti. Ci siamo abituati a farci accompagnare dalla voce di uno strumento dalle legnose cassarmoniche di piazza Catuma, che a tanti bambini di un tempo non lontanissimo, sembravano fastosi palcoscenici lirici. Abbiamo scommesso sull'orgoglio di un rilancio cittadino nelle calde sere di "Castel dei Mondi", imparando che il bello dell'arte è che "è per tutti", col suo linguaggio universale, come un film muto di Charlie Chaplin. Ma oggi, più che mai, il vuoto che avvertiamo è difficile da colmare.

Allora vorrei provare a immaginare che si possa, presto, ripartire da voi. Voi che siete stati così duramente colpiti da questa pandemia. Avete anche voi confidato nel buon senso di tutti, perché la morsa dei contagi si allentasse quanto prima per consentirvi di ricominciare ad incantare, ad incantarci, ad emozionarci. Vorrei che si ripartisse da voi, sul serio. Non è uno scherzo, nemmeno una provocazione. Voi che avete il potere di cambiare il mondo su una scena o su una tela, avete anche il potere di restituire la speranza, restata ancora rannicchiata sul fondo di questo vaso di Pandora chiamato "mondo". Prendetela per mano, conducetela sui vostri passi. Fatele indossare i vostri calzoni larghi e imbrattatele il volto con una pesante mano di trucco, perché possa ingannare la paura e incoraggiare gli spettatori del suo incedere. Io vorrei abbracciarvi uno per uno, perché nonostante tutto molti di voi hanno continuato a credere che domani rinasceremo, più bambini di prima. Ed è così che vorrei brindare con voi ad un futuro di umanità: questo, di cuore, ve lo augura il vostro sindaco.

Infine, un GRAZIE: perché anche se a teatri spenti, anche se con concerti cancellati o esibizioni inibite, voi avete continuato a coccolarci. Lo avete fatto con produzioni social, lo avete fatto aprendo le porte virtuali delle vostre case, dei vostri studi. E sui nostri cellulari, ecco comparire una vostra performance musicale o teatrale o figurativa. Singola o a più voci, estemporanea o programmata. Avete continuato a farci dono del vostro talento, voi che il talento l'avete dovuto sopprimere per un'emergenza sanitaria che ci ha stravolto il quotidiano. GRAZIE della vostra gratuità, non dovuta. A prestissimo, ma più insieme».

Giovanna
Social Video1 minutoUomini e Donne dell'Arte
  • giovanna bruno
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