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Attualità
Il futuro delle categorie protette sotto la lente di ingrandimento di Michele Rizzi
Il segretario provinciale della Sinistra Italiana:" I disabili sono ancora i grandi esclusi dal mercato del lavoro"
Andria - martedì 7 marzo 2023
Si fa presto a parlare di categorie protette, ma nella realtà l'ingresso dei disabili nel mondo del lavoro è tutt'altro che tutelato. Secondo l'ultimo prospetto informativo del 2022, fornito dal centro dell'impiego di Andria, oltre 80 aziende (tra pubbliche e private) collocate sul territorio BAT, e con oltre 200 posti scoperti riservati agli appartenenti alle suddette categorie, continuano a non assumere i disabili. Eppure le nostre normative che tutelano le categorie protette risultano essere tra le più avanzate a livello europeo ma che, a quanto pare, non riescono ad attuare un vero e proprio cambiamento culturale tra gli imprenditori. Infatti, con numeri alla mano, in Italia solo il 18% dei disabili è occupato rispetto al 58.7% della popolazione; numeri che rivelano il fallimento di una valida ed importante legge.
Per comprendere più da vicino questo annoso fenomeno, abbiamo chiesto al segretario provinciale della Sinistra, Michele Rizzi, le motivazioni per cui nel panorama delle diversità, purtroppo questo tema continua a ricevere scarsa attenzione nel nostro territorio o in generale nella letteratura nazionale.
1 lavoratore disabile per azienda con più di 15 dipendenti. 2 per aziende con più di 35 dipendenti. 7% dei lavoratori occupati per aziende con più di 50 dipendenti.
Il fatto che molte aziende pubbliche e private, come da rapporto informativo del centro dell'impiego, non coprono i 200 posti di lavoro che competono ai diversamente abili, è molto grave, configurando una palese violazione della legge a riguardo soprattutto in una fase storica in cui, la crisi economica e sociale si riserva sulle fasce della popolazione più debole.
Noi di Sinistra italiana con la campagna contro le diseguaglianze che metteremo in atto in questi mesi, porremo al centro dell'azione politica anche il tema dell'accesso al lavoro dei diversamente abili perché situazioni incresciose come quelle evidenziate dai centri dell'impiego vengono appianate dando lavoro a chi ne ha diritto.
Per comprendere più da vicino questo annoso fenomeno, abbiamo chiesto al segretario provinciale della Sinistra, Michele Rizzi, le motivazioni per cui nel panorama delle diversità, purtroppo questo tema continua a ricevere scarsa attenzione nel nostro territorio o in generale nella letteratura nazionale.
- Ciao Michele, perché secondo te, nonostante si tratti di assunzioni obbligatorie nei riguardi degli appartenenti alle categorie protette, questo non sempre accade nella realtà?
1 lavoratore disabile per azienda con più di 15 dipendenti. 2 per aziende con più di 35 dipendenti. 7% dei lavoratori occupati per aziende con più di 50 dipendenti.
Il fatto che molte aziende pubbliche e private, come da rapporto informativo del centro dell'impiego, non coprono i 200 posti di lavoro che competono ai diversamente abili, è molto grave, configurando una palese violazione della legge a riguardo soprattutto in una fase storica in cui, la crisi economica e sociale si riserva sulle fasce della popolazione più debole.
- Le cause potrebbero essere individuate anche nell'inefficienza dell'operatività degli uffici competenti? Come, ad esempio, nell'assenza di seri e onesti controlli da parte dell'Ispettorato del lavoro?
- Quanto l'aspetto culturale incide su questo fenomeno?
- Come mai, molto spesso, questo argomento viene disatteso dalle autorità competenti?
Noi di Sinistra italiana con la campagna contro le diseguaglianze che metteremo in atto in questi mesi, porremo al centro dell'azione politica anche il tema dell'accesso al lavoro dei diversamente abili perché situazioni incresciose come quelle evidenziate dai centri dell'impiego vengono appianate dando lavoro a chi ne ha diritto.