
Vita di città
Gennaro Piccolo: «La donna, se è donna, è un capolavoro e il cuore dell'umanità»
Con alcune riflessioni personali e un articolo di Chiara Lubich, il referente del centro Igino Giordani si congratula con la sindaca Giovanna Bruno
Andria - mercoledì 7 ottobre 2020
Il referente del centro Igino Giordani di Andria, Gennaro Piccolo, si congratula con il nuovo sindaco Giovanna Bruno: «L'elezione di una donna a Sindaca della mia Città, la prima nella storia di Andria, mi ha riportato alla mente alcuni pensieri: "La donna è un capolavoro se è donna" e "La donna se è donna è il cuore dell'Umanità". Insieme a questi, non posso non ricordare l'ineffabile altezza a cui Dante l'ha elevata e ciò fa provare un senso non facilmente cancellabile di gratitudine verso Colui che la Donna ha creato. E' con questi pensieri e l'articolo di Chiara Lubich (di seguito riportato, ndr), che auguro alla nostra Signora Sindaca Giovanna Bruno di realizzare tutto quello che più le sta a cuore per la nostra Città».
Ed ecco l'articolo della focolarina Chiara Lubich che Gennaro Piccolo condivide con i lettori.
«Per sapere come vivere bene il disegno di donna in quest'epoca bisogna sapere cos'è la donna, ecco. Io resto sempre ammirata da quello che ha detto in una lettera enciclica il santo Padre parlando della donna, la famosa lettera Mulieris dignitatem, una delle più belle lettere che lui ha scritto, sono sempre rimasta toccata da quello che lui dice parlando della donna. Dice che la donna ha qualche cosa di più dell'uomo in certi campi. Per esempio, la donna è più capace di amare, è più perseverante nell'amore. E la donna è più capace di patire, è più perseverante nel patire.
E se noi guardiamo la storia della Chiesa, anche soltanto tutti i santi cattolici, vediamo dei giganti della carità anche fra gli uomini e dei giganti della sofferenza come Paolo della Croce, come san Giovanni della Croce, ecco, dei giganti anche nella sofferenza. Però il Papa ha detto così e si vede che nella nostra natura c'è dentro questa possibilità, nella nostra natura di donne, questa possibilità di amare un pochino di più e di soffrire un pochino di più. Il soffrire è molto importante perché serve all'amare; se non si sa soffrire non si sa neanche amare, ecco. E a me sembra tanto bella questa definizione della donna che ha questa particolare capacità di saper amare, e di saper soffrire, perché mi sembra un calice aperto per poter raccogliere dal cielo il più grande carisma che esiste: la carità, che supera tutti i carismi, perché la carità resterà anche nell'altra vita. Per esempio, i ministeri son per questa vita qua, non è che ci saranno nell'altra vita. Quindi è il più grande carisma.
Ora la donna è particolarmente adatta a ricevere la carità perché sa particolarmente amare e sa soffrire per poter amare bene. Ma è con la carità che si fa l'unità, non è con un esercizio di un ministero, quello aiuta: ti porta i sacramenti, ti porta tante cose, aiuta. Ma è la carità che bisogna svincolare nel mondo, che bisogna portare nel mondo. Il Movimento (dei Focolari) è andato avanti con la carità, naturalmente aiutato dal sacramento dell'Eucaristia, dalla confessione, da tante cose; però è la carità. Ecco, la donna è quella che deve, come Maria, avere in cuore il più grande dei carismi che è la carità».
Ed ecco l'articolo della focolarina Chiara Lubich che Gennaro Piccolo condivide con i lettori.
«Per sapere come vivere bene il disegno di donna in quest'epoca bisogna sapere cos'è la donna, ecco. Io resto sempre ammirata da quello che ha detto in una lettera enciclica il santo Padre parlando della donna, la famosa lettera Mulieris dignitatem, una delle più belle lettere che lui ha scritto, sono sempre rimasta toccata da quello che lui dice parlando della donna. Dice che la donna ha qualche cosa di più dell'uomo in certi campi. Per esempio, la donna è più capace di amare, è più perseverante nell'amore. E la donna è più capace di patire, è più perseverante nel patire.
E se noi guardiamo la storia della Chiesa, anche soltanto tutti i santi cattolici, vediamo dei giganti della carità anche fra gli uomini e dei giganti della sofferenza come Paolo della Croce, come san Giovanni della Croce, ecco, dei giganti anche nella sofferenza. Però il Papa ha detto così e si vede che nella nostra natura c'è dentro questa possibilità, nella nostra natura di donne, questa possibilità di amare un pochino di più e di soffrire un pochino di più. Il soffrire è molto importante perché serve all'amare; se non si sa soffrire non si sa neanche amare, ecco. E a me sembra tanto bella questa definizione della donna che ha questa particolare capacità di saper amare, e di saper soffrire, perché mi sembra un calice aperto per poter raccogliere dal cielo il più grande carisma che esiste: la carità, che supera tutti i carismi, perché la carità resterà anche nell'altra vita. Per esempio, i ministeri son per questa vita qua, non è che ci saranno nell'altra vita. Quindi è il più grande carisma.
Ora la donna è particolarmente adatta a ricevere la carità perché sa particolarmente amare e sa soffrire per poter amare bene. Ma è con la carità che si fa l'unità, non è con un esercizio di un ministero, quello aiuta: ti porta i sacramenti, ti porta tante cose, aiuta. Ma è la carità che bisogna svincolare nel mondo, che bisogna portare nel mondo. Il Movimento (dei Focolari) è andato avanti con la carità, naturalmente aiutato dal sacramento dell'Eucaristia, dalla confessione, da tante cose; però è la carità. Ecco, la donna è quella che deve, come Maria, avere in cuore il più grande dei carismi che è la carità».