
Sport
Fidelis, il sindaco Giorgino incontra la tifoseria: azionariato popolare per ripartire dalla D
Il Primo cittadino insiste sulla necessità di una società seria e duratura con il sostegno dell'intera città
Andria - martedì 24 luglio 2018
7.20
Sono trascorsi tre anni: era il 2015 quando la Fidelis Andria festeggiava il ritorno in Serie C, nel calcio che conta tra i professionisti, dopo due anni nel calcio dilettantistico in seguito al fallimento dell'Andria Bat. Sono passati tre anni: è il 2018 e la Fidelis è costretta a sprofondare in Serie D, ancora una volta a causa di un fallimento per mancanze economiche che fa malissimo dopo una salvezza raggiunta con grande cuore sul campo. C'è tanta rabbia, ma è ormai tempo di ripartire dalla Serie A del dilettantismo, il male minore per la squadra della nostra città: il Primo cittadino ha inviato la richiesta di iscrizione alla Serie D (per la quale occorrono circa 200 mila euro) e attende una risposta dalla Lega. Il sindaco Nicola Giorgino è sceso personalmente in campo per aiutare la Fidelis a ripartire da solide fondamenta, incontrando i supporter biancazzurri nella serata di ieri presso il chiostro di San Francesco con l'intento di esporre le strategie per costituire una società seria e duratura. Primo caposaldo fondamentale: basta imprenditori esterni, la nuova società sarà di marca esclusivamente andriese. In questo senso sono già state sondate alcune disponibilità. Secondo obiettivo: la costituzione di un azionariato popolare attraverso il quale la città sia protagonista. Terzo: valorizzare il settore giovanile. Il tutto con l'immancabile supporto della tifoseria, presente in massa all'incontro con il sindaco.
«La situazione societaria della Fidelis Andria è degenerata per quanto riguarda l'aspetto economico, - ha spiegato alla tifoseria presente il sindaco Giorgino - causando l'esclusione dalla Lega Pro. Questo ci addolora molto, non c'erano segnali che avrebbero prospettato una situazione del genere. Purtroppo non è stato possibile salvare la società: aldilà della ricapitalizzazione nessuno poteva intervenire in una situazione ormai irreversibile. Lo sport rappresenta un contesto fondamentale per il tessuto sociale ed è fondamentale per una città avere una squadra di calcio anche perchè genera una forte identità sportiva. Nella vita, però, non si piange sul latte versato e dunque occorre ripartire da alcuni capisaldi: molte società stanno avendo difficoltà, oggi il calcio non può essere più patrimonio di una sola persona ma è necessario il coinvolgimento della comunità a fianco di una seria governance. Abbiamo bisogno di una società stabile con un programma duraturo. Qualsiasi costituzione di società deve avere la possibilità di creare una quota di azionariato popolare in cui la città sia protagonista: solo così, e valorizzando al meglio il settore giovanile, è possibile costruire una società seria. Possiamo lavorare anche noi in questa direzione, vi chiedo dunque un atto di coraggio: dobbiamo costituire l'azionariato popolare. Ci sarà un lavoro preparatorio per l'assegnazione del titolo e successivamente si potrà costituire la nuova società. Ripartiamo da una serie inferiore, - conclude il primo cittadino - ma da piccoli passi può nascere qualcosa di grande e duraturo. Inoltre ci tengo a sottolineare la grande maturità dimostrata dalla tifoseria andriese in questo momento di sofferenza».
Punto di riferimento per gli imprenditori che vorranno prendere in considerazione la proposta è l'avvocato Marco Di Vincenzo: «Accolgo con piacere l'onere e l'onore di collaborare con gli imprenditori interessati a questo tipo di discorso. Invito tutti a raddoppiare le forze: è stato brutto veder morire la società, ma ciò che è successo non deve deprimerci bensì darci la forza per mostrare che Andria può farcela da sola e non ha bisogno di imprenditori esterni. Faremo partire subito una serie di comunicazioni e incontri circa il nuovo assetto societario e l'azionariato popolare. Quest'anno più che mai anche la campagna abbonamenti servirà da nuova linfa per ripartire: cominciamo a ricostruire il futuro dell'Andria in mano agli andriesi il più a lungo possibile».
L'assessore allo Sport e all'Ambiente Michele Lopetuso ha infine ricordato come non sia stato possibile tentare un salvataggio in extremis per tempistiche troppo ristrette: «Il 30 giugno ci è stato comunicato la mancata disponibilità della vecchia società. Da quel momento avevamo due strade, una di mente e una di cuore: ripartire dalla Serie D oppure tentare un salvataggio disperato. Abbiamo tentato la seconda strada, ma molti documenti non ci sono pervenuti e alla fine è arrivato il responso della Lega. Così abbiamo iniziato a lavorare per una categoria più consona al momento, ossia la Serie D. Siamo abituati alle sconfitte, ma noi crediamo soprattutto nella ripresa: insieme possiamo farcela».
«La situazione societaria della Fidelis Andria è degenerata per quanto riguarda l'aspetto economico, - ha spiegato alla tifoseria presente il sindaco Giorgino - causando l'esclusione dalla Lega Pro. Questo ci addolora molto, non c'erano segnali che avrebbero prospettato una situazione del genere. Purtroppo non è stato possibile salvare la società: aldilà della ricapitalizzazione nessuno poteva intervenire in una situazione ormai irreversibile. Lo sport rappresenta un contesto fondamentale per il tessuto sociale ed è fondamentale per una città avere una squadra di calcio anche perchè genera una forte identità sportiva. Nella vita, però, non si piange sul latte versato e dunque occorre ripartire da alcuni capisaldi: molte società stanno avendo difficoltà, oggi il calcio non può essere più patrimonio di una sola persona ma è necessario il coinvolgimento della comunità a fianco di una seria governance. Abbiamo bisogno di una società stabile con un programma duraturo. Qualsiasi costituzione di società deve avere la possibilità di creare una quota di azionariato popolare in cui la città sia protagonista: solo così, e valorizzando al meglio il settore giovanile, è possibile costruire una società seria. Possiamo lavorare anche noi in questa direzione, vi chiedo dunque un atto di coraggio: dobbiamo costituire l'azionariato popolare. Ci sarà un lavoro preparatorio per l'assegnazione del titolo e successivamente si potrà costituire la nuova società. Ripartiamo da una serie inferiore, - conclude il primo cittadino - ma da piccoli passi può nascere qualcosa di grande e duraturo. Inoltre ci tengo a sottolineare la grande maturità dimostrata dalla tifoseria andriese in questo momento di sofferenza».
Punto di riferimento per gli imprenditori che vorranno prendere in considerazione la proposta è l'avvocato Marco Di Vincenzo: «Accolgo con piacere l'onere e l'onore di collaborare con gli imprenditori interessati a questo tipo di discorso. Invito tutti a raddoppiare le forze: è stato brutto veder morire la società, ma ciò che è successo non deve deprimerci bensì darci la forza per mostrare che Andria può farcela da sola e non ha bisogno di imprenditori esterni. Faremo partire subito una serie di comunicazioni e incontri circa il nuovo assetto societario e l'azionariato popolare. Quest'anno più che mai anche la campagna abbonamenti servirà da nuova linfa per ripartire: cominciamo a ricostruire il futuro dell'Andria in mano agli andriesi il più a lungo possibile».
L'assessore allo Sport e all'Ambiente Michele Lopetuso ha infine ricordato come non sia stato possibile tentare un salvataggio in extremis per tempistiche troppo ristrette: «Il 30 giugno ci è stato comunicato la mancata disponibilità della vecchia società. Da quel momento avevamo due strade, una di mente e una di cuore: ripartire dalla Serie D oppure tentare un salvataggio disperato. Abbiamo tentato la seconda strada, ma molti documenti non ci sono pervenuti e alla fine è arrivato il responso della Lega. Così abbiamo iniziato a lavorare per una categoria più consona al momento, ossia la Serie D. Siamo abituati alle sconfitte, ma noi crediamo soprattutto nella ripresa: insieme possiamo farcela».