Mani che pregano
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Vita di città

Covid, troppi decessi e l'addio lontano dagli affetti: «Mai visto nulla di simile»

Il titolare di un'agenzia di onoranze funebri racconta quanto sia drammatica questa seconda ondata

Le celebrazioni funebri alle quali sono chiamati a dare supporto e servizi sono aumentate almeno del 50 percento, paragonando il mese di novembre ai precedenti. È un dato relativo ai decessi ad Andria riferito ad una sola agenzia di onoranze funebri, una delle dieci circa operanti in città. Ma comunque sintomatico di ciò che sta accadendo. A raccontare ad AndriaViva la sua testimonianza, in questa terribile seconda ondata pandemica, è Adriano Ernesto, titolare dell'impresa di famiglia, "Eredi Vincenzo Ernesto". Si tratta di un numero che da solo vale a spiegare la situazione, mentre non passa giorno in cui non apprendiamo della scomparsa di persone più o meno note in città, parenti di amici e conoscenti. Anziani ma non solo, anche giovani.
«In un report di qualche giorno, fa rispetto ai dati del contagio ad Andria, si parlava di 16 deceduti dal 15 ottobre. Ma forse il numero dei decessi sfugge nella sua completezza, perché ci sono nostri concittadini che muoiono in ospedali di altre province e quindi probabilmente entrano a far parte dei report di altri territori. Noi chiudiamo novembre con un incremento almeno del 50% delle esequie rispetto a qualche mese fa: certo non è detto siano tutti Covid ma questi numeri servono a dire che qualcosa sta accadendo», sottolinea Adriano.
«Io e i miei fratelli Paolo e Antonio stiamo assistendo a cose che mai avremmo pensato e stiamo diventando i mediatori tra le famiglie e il parente scomparso. Cerchiamo di essere l'anello di congiunzione tra chi è a casa e chi in ospedale e purtroppo non ce l'ha fatta. Al tempo del Covid anche l'addio avviene in solitudine e noi cerchiamo di colmarla come possiamo. Accompagniamo le salme al cimitero per l'ultimo saluto: in alcuni casi, anche i parenti sono positivi o in quarantena e quindi non possono uscire di casa per assistere alla cristiana benedizione della salma e così, anche l'elaborazione del lutto diventa molto difficile. Una volta abbiamo pensato di fare una videochiamata per farli assistere da remoto al rito, altre volte abbiamo deciso di passare sotto le case delle famiglie con il nostro carro funebre per l'estremo saluto dal balcone. Non scorderò mai una signora anziana che ci ha detto: 'dal balcone è cominciata, dal balcone finisce', alludendo alla gioventù trascorsa, ai tempi in cui il corteggiamento tra i due futuri sposi avveniva così e cioè vedendosi da dietro i vetri di una finestra». Una struggente quanto amara considerazione. «Con dispiacere comunichiamo alle famiglie che vorrebbero usufruire delle nostre case funerarie per vegliare anche solo il feretro in solitudine che ciò non è possibile. Non possiamo farlo per via delle restrizioni ma spesso non accettano il dolore derivante da tale circostanza e ogni volta per noi è un pugno nello stomaco. Perché ho deciso di raccontare tutto ciò? Perché voglio che la gente sappia ciò che sta accadendo. E sappia che non sono solo gli anziani che muoiono (come se l'età anagrafica valesse qualcosa). A volte mi imbatto in una certa superficialità che, dopo aver vissuto giornate intere alle prese con il dolore altrui e l'indicibile sconforto dei parenti, mi fa ancora più pensare. È un momento davvero molto triste e noi cerchiamo di essere vicini alle famiglie ma è difficile anche per noi: credeteci, non abbiamo mai visto nulla di simile. State molto attenti, vi prego», conclude il suo sfogo il giovane Adriano.
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