
Attualità
"Basta migrazione: aiutiamoli a casa loro"
Intervento, con provocatorio titolo, di Vincenzo Caldarone sulla crisi demografica della città
Andria - martedì 9 luglio 2019
07.00
«Sì, lo ammetto, il titolo è una provocazione, per richiamarci alla serietà dei nostri problemi quotidiani e cercare di reagire». Un approfondimento sulla crisi demografica della città di Andria a cura di Vincenzo Caldarone, dottore commercialista e già sindaco di Andria.
«La popolazione di Andria si è ridotta nel 2017, con una tendenza negativa che si fa sempre più marcata. Siamo in piena accelerazione negativa e quindi la tendenza è ancora più grave. Le nascite sono superiori alle morti: lo spopolamento è causato dalle migrazioni. Leggi dalla fuga dei nostri ragazzi. Siccome quelli che cambiano la residenza sono, grossomodo, la metà di quelli che emigrano, abbiamo una fuga di 1.000 persone/anno circa. Quindi negli ultimi 5 anni circa 4-5.000 migrazioni, quasi tutte in fasce di età tra i 25 e i 40 anni. Un calcolo grossolano, ma che dà la misura del dramma che la nostra comunità, e le persone in carne ed ossa, vivono.
Se affianchiamo i dati sulla graduatoria della povertà, vediamo che il reddito pro capite si riduce molto dal 2015 al 2017, e Andria diventa l'ultimo capoluogo in Italia. Una tendenza che si accelera, visto che la fascia di età che emigra è quella che compra case, acquista prodotti, frequenta esercizi, porta innovazione, insomma produce sviluppo.
Di contro abbiamo un Comune che non è riuscito neanche a varare una variante urbanistica, accapigliandosi su indici e volumi che non servono più a nessuno, un buco finanziario, morale ed economico enorme, e, salvo la azioni di persone valorose ma solitarie, nessun processo economico nuovo in vista.
Supportiamo chi vuole lavorare meglio e fare innovazione a casa propria: decine di incentivi regionali e statali non fermano l'esodo senza un tessuto sociale positivo, che supporta, aiuta e promuove.
Alcune persone stanno promuovendo attività di crowfunding (raccolta diffusa di somme da investire in nuovi progetti e lavoro) e di business angels (insieme di investitori e professionisti che accompagnano lo sviluppo di nuove imprese). Le due cose vanno insieme, e avrebbero bisogno di istituzioni e organismi cittadini in grado di rafforzare e accompagnare, e diventare garanzia e riferimento.
E' una delle tante cose che si possono fare. Molte altre ancora, certo. Adesso tocca alle persone di buona volontà, con le idee chiare, fermare le migrazioni e riavviare lo sviluppo, impegnandosi in reti ed attività civiche per fermare il declino e costruire una classe dirigente che la città non ha».
«La popolazione di Andria si è ridotta nel 2017, con una tendenza negativa che si fa sempre più marcata. Siamo in piena accelerazione negativa e quindi la tendenza è ancora più grave. Le nascite sono superiori alle morti: lo spopolamento è causato dalle migrazioni. Leggi dalla fuga dei nostri ragazzi. Siccome quelli che cambiano la residenza sono, grossomodo, la metà di quelli che emigrano, abbiamo una fuga di 1.000 persone/anno circa. Quindi negli ultimi 5 anni circa 4-5.000 migrazioni, quasi tutte in fasce di età tra i 25 e i 40 anni. Un calcolo grossolano, ma che dà la misura del dramma che la nostra comunità, e le persone in carne ed ossa, vivono.
Se affianchiamo i dati sulla graduatoria della povertà, vediamo che il reddito pro capite si riduce molto dal 2015 al 2017, e Andria diventa l'ultimo capoluogo in Italia. Una tendenza che si accelera, visto che la fascia di età che emigra è quella che compra case, acquista prodotti, frequenta esercizi, porta innovazione, insomma produce sviluppo.
Di contro abbiamo un Comune che non è riuscito neanche a varare una variante urbanistica, accapigliandosi su indici e volumi che non servono più a nessuno, un buco finanziario, morale ed economico enorme, e, salvo la azioni di persone valorose ma solitarie, nessun processo economico nuovo in vista.
Supportiamo chi vuole lavorare meglio e fare innovazione a casa propria: decine di incentivi regionali e statali non fermano l'esodo senza un tessuto sociale positivo, che supporta, aiuta e promuove.
Alcune persone stanno promuovendo attività di crowfunding (raccolta diffusa di somme da investire in nuovi progetti e lavoro) e di business angels (insieme di investitori e professionisti che accompagnano lo sviluppo di nuove imprese). Le due cose vanno insieme, e avrebbero bisogno di istituzioni e organismi cittadini in grado di rafforzare e accompagnare, e diventare garanzia e riferimento.
E' una delle tante cose che si possono fare. Molte altre ancora, certo. Adesso tocca alle persone di buona volontà, con le idee chiare, fermare le migrazioni e riavviare lo sviluppo, impegnandosi in reti ed attività civiche per fermare il declino e costruire una classe dirigente che la città non ha».