
Attualità
Arrivano al Comune 15 mln dal Fondo di rotazione ma il dissesto non è scongiurato
Il Commissario Tufariello precisa alcune questioni emerse nei giorni scorsi sulla situazione economica
Andria - lunedì 11 novembre 2019
21.39
In merito alle notizie circolate nei giorni scorsi circa l'arrivo dei primi fondi governativi al Comune di Andria, il Commissario Straordinario, dott. Gaetano Tufariello conferma "l'accredito all'Ente comunale della prima rata, pari ad euro 15 milioni, del Fondo di Rotazione, previsto dall'art.243-ter del TUEL per il risanamento finanziario prevista dall'art.243-bis del medesimo TUEL".
Ma ecco arrivare anche una prima precisazione ovvero che "non corrisponde al vero il dato che tale anticipazione a valere sul Fondo di Rotazione attesterebbe di per sè l'aver scongiurato il default e il dissesto finanziario dell'Ente: di contro, valga per tutti la circostanza che il piano di riequilibrio approvato dalla passata amministrazione è tuttora "sub iudice", cioè deve ancora essere approvato dalla Corte dei Conti regionale, in caso di sua bocciatura, oltre alla possibilità teorica di adire a ricorso, l'Amministrazione dell'Ente non potrebbe che deliberare il dissesto e restituire allo Stato la citata anticipazione del Fondo di rotazione".
Inoltre che "la prima rata del Fondo di Rotazione (la cui richiesta ammonta ad euro 30.000.000) non doterebbe, da sola, la cassa comunale della liquidità sufficiente a garantire la totale solvibilità delle innumerevoli partite creditorie che gravano sull'Ente, come accertate nel rendiconto di gestione del 2018: infatti le risorse, all'uopo, necessarie, sono anche e sopratutto, quelle che rinverranno dall'attuazione delle politiche, ad alto impatto sulla collettività, previste nel piano di riequilibrio e che si basano sulla riduzione della spesa corrente, sulla valorizzazione del patrimonio, sull'accertamento e riscossione dei tributi ecc…"
Ed il Commissario Tufariello aggiunge che "E' assolutamente strumentale, se non in cattiva fede, è l'aver collegato alcune poste del bilancio 2019 destinate alla cultura, nell'ordine di qualche migliaio di euro, peraltro a tutt'oggi non spesi, alla garanzia del cessato pericolo del rischio default.
Se, infatti nei bilanci di previsione a venire occorrerà tener conto della grave situazione deficitaria del Comune, per avviare un doveroso percorso di risanamento finanziario, ciò non significa automaticamente privare l'Ente di alcuni fondamentali servizi, come quelli rivolti al cittadino (in primis la cultura), o il potenziamento della organizzazione dell'Ente medesimo, come il potenziamento e soddisfacimento del fabbisogno del personale, ormai ridotto ai minimi termini.
Pertanto, lungi dal cantare vittoria sul difficile momento del Comune di Andria prosegue Tufariello-, traendo in inganno cittadini e creditori, si rimanda la società civile tutta al buon esito delle politiche di risanamento dell'Ente (che peraltro dipendono anche dall'allineamento in corso della contabilità interna con quella delle società partecipate e dell'Unione dell'ARO 2), nonché all'esito positivo dei giudizi contabili incardinati presso la Corte dei Conti, anche rivenienti da ispezioni del MEF contenenti ulteriori rilievi, infine alla fiducia riposta da questa Amministrazione nella lungimiranza che gli innumerevoli creditori riporranno nelle proposte di transazioni loro inviate e che presuppongono, oltre ad un abbattimento di parte della quota capitale e degli interessi, anche una rateizzazione – conclude il dott. Tufariello – della quota restante nel termine massimo di 15 anni previsto dal suddetto piano di riequilibrio".
Ma ecco arrivare anche una prima precisazione ovvero che "non corrisponde al vero il dato che tale anticipazione a valere sul Fondo di Rotazione attesterebbe di per sè l'aver scongiurato il default e il dissesto finanziario dell'Ente: di contro, valga per tutti la circostanza che il piano di riequilibrio approvato dalla passata amministrazione è tuttora "sub iudice", cioè deve ancora essere approvato dalla Corte dei Conti regionale, in caso di sua bocciatura, oltre alla possibilità teorica di adire a ricorso, l'Amministrazione dell'Ente non potrebbe che deliberare il dissesto e restituire allo Stato la citata anticipazione del Fondo di rotazione".
Inoltre che "la prima rata del Fondo di Rotazione (la cui richiesta ammonta ad euro 30.000.000) non doterebbe, da sola, la cassa comunale della liquidità sufficiente a garantire la totale solvibilità delle innumerevoli partite creditorie che gravano sull'Ente, come accertate nel rendiconto di gestione del 2018: infatti le risorse, all'uopo, necessarie, sono anche e sopratutto, quelle che rinverranno dall'attuazione delle politiche, ad alto impatto sulla collettività, previste nel piano di riequilibrio e che si basano sulla riduzione della spesa corrente, sulla valorizzazione del patrimonio, sull'accertamento e riscossione dei tributi ecc…"
Ed il Commissario Tufariello aggiunge che "E' assolutamente strumentale, se non in cattiva fede, è l'aver collegato alcune poste del bilancio 2019 destinate alla cultura, nell'ordine di qualche migliaio di euro, peraltro a tutt'oggi non spesi, alla garanzia del cessato pericolo del rischio default.
Se, infatti nei bilanci di previsione a venire occorrerà tener conto della grave situazione deficitaria del Comune, per avviare un doveroso percorso di risanamento finanziario, ciò non significa automaticamente privare l'Ente di alcuni fondamentali servizi, come quelli rivolti al cittadino (in primis la cultura), o il potenziamento della organizzazione dell'Ente medesimo, come il potenziamento e soddisfacimento del fabbisogno del personale, ormai ridotto ai minimi termini.
Pertanto, lungi dal cantare vittoria sul difficile momento del Comune di Andria prosegue Tufariello-, traendo in inganno cittadini e creditori, si rimanda la società civile tutta al buon esito delle politiche di risanamento dell'Ente (che peraltro dipendono anche dall'allineamento in corso della contabilità interna con quella delle società partecipate e dell'Unione dell'ARO 2), nonché all'esito positivo dei giudizi contabili incardinati presso la Corte dei Conti, anche rivenienti da ispezioni del MEF contenenti ulteriori rilievi, infine alla fiducia riposta da questa Amministrazione nella lungimiranza che gli innumerevoli creditori riporranno nelle proposte di transazioni loro inviate e che presuppongono, oltre ad un abbattimento di parte della quota capitale e degli interessi, anche una rateizzazione – conclude il dott. Tufariello – della quota restante nel termine massimo di 15 anni previsto dal suddetto piano di riequilibrio".