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Politica
"Andria per Sabino": un appello per chiedere rappresentanza per la città federiciana in Regione
Una nota a firma degli elettori andriesi di Sabino Zinni, escluso dal Consiglio Regionale pur avendo superato la soglia di sbarramento del 4%
Andria - sabato 26 settembre 2020
07.00
"Andria per Sabino", è l'appello lanciato dagli elettori andriesi del consigliere regionale uscente Sabino Zinni, a seguito dell'irrituale esclusione della lista "Senso Civico" dal Consiglio Regionale. La formazione politica alle ultime Regionali aveva raggiunto il 4,16% di preferenze, superando quindi la soglia di sbarramento del 4%, eppure non si è vista assegnare alcun seggio a causa di una poco comprensibile interpretazione di una norma della legge elettorale.
«È un'ingiustizia, oltre che una palese violazione delle regole basilari del buon senso" spiegano i promotori dell'iniziativa. "L'ingiustizia tocca l'intera lista a livello regionale, ma è ancora più palese se si pensa al caso della Bat. Il candidato andriese Sabino Zinni ha preso 7.440 voti, portando la sua lista al 5,72% nella Bat. Zinni è stato il più votato nella sua città, il più votato in assoluto di Senso Civico, ha visto la sua formazione andare oltre la soglia di sbarramento, fa parte della coalizione che ha vinto le elezioni risultando maggioranza, eppure si è visto negare l'ingresso nell'assise regionale. Se non è assurdo questo, ci si spieghi cosa lo è. La verità è che la legge elettorale pugliese così com'è penalizza le provincie più piccole dando maggior peso ai voti effettivi presi dalla lista nelle singole circoscrizioni, più che alle percentuali o alle preferenze dei candidati. Se a questa difficoltà poi si aggiunge quella di interpretazioni disinvolte delle norme, è consequenziale che intere fette dell'elettorato dei territori meno popolosi, finiscano poi per non essere rappresentati.
Chi ha fatto attivamente campagna elettorale sa bene quanto sia difficile vincere la disaffezione delle persone verso la politica, spingerle a votare. Se a questo sforzo, tuttavia, si risponde con violazioni come quella in questione, è chiaro che ad averla vinta sarà sempre la disaffezione, perché il messaggio che passa è l'inutilità del proprio voto. A perderci è l'intero sistema democratico e la regola della rappresentanza che ne sta alla base. Se la regola della rappresentanza s'inceppa, le disfunzioni non sono solo in linea di principio, ma si traducono in disfunzioni reali" osservano i firmatari dell'appello. Il caso di Andria è ancora una volta esemplare. Andria è la quarta città più popolosa della Puglia. Al momento sta attraversando un tragico periodo a seguito del pre-dissesto finanziario del suo Comune. Avere un rappresentante nella maggioranza di Governo, utile a costituire un filo diretto fra ente regionale ed ente comunale, le sarebbe in questo momento di vitale importanza per provare a rimettersi in piedi.
Privare la città di una simile occasione, non perché non si siano raggiunti i numeri per eleggere un esponente, ma perché quei numeri sono stati interpretati in maniera creativa, sarebbe la classica beffa oltre il danno. Uno sgarbo che una democrazia come la nostra non può permettersi di fronte ai suoi elettori».
«È un'ingiustizia, oltre che una palese violazione delle regole basilari del buon senso" spiegano i promotori dell'iniziativa. "L'ingiustizia tocca l'intera lista a livello regionale, ma è ancora più palese se si pensa al caso della Bat. Il candidato andriese Sabino Zinni ha preso 7.440 voti, portando la sua lista al 5,72% nella Bat. Zinni è stato il più votato nella sua città, il più votato in assoluto di Senso Civico, ha visto la sua formazione andare oltre la soglia di sbarramento, fa parte della coalizione che ha vinto le elezioni risultando maggioranza, eppure si è visto negare l'ingresso nell'assise regionale. Se non è assurdo questo, ci si spieghi cosa lo è. La verità è che la legge elettorale pugliese così com'è penalizza le provincie più piccole dando maggior peso ai voti effettivi presi dalla lista nelle singole circoscrizioni, più che alle percentuali o alle preferenze dei candidati. Se a questa difficoltà poi si aggiunge quella di interpretazioni disinvolte delle norme, è consequenziale che intere fette dell'elettorato dei territori meno popolosi, finiscano poi per non essere rappresentati.
Chi ha fatto attivamente campagna elettorale sa bene quanto sia difficile vincere la disaffezione delle persone verso la politica, spingerle a votare. Se a questo sforzo, tuttavia, si risponde con violazioni come quella in questione, è chiaro che ad averla vinta sarà sempre la disaffezione, perché il messaggio che passa è l'inutilità del proprio voto. A perderci è l'intero sistema democratico e la regola della rappresentanza che ne sta alla base. Se la regola della rappresentanza s'inceppa, le disfunzioni non sono solo in linea di principio, ma si traducono in disfunzioni reali" osservano i firmatari dell'appello. Il caso di Andria è ancora una volta esemplare. Andria è la quarta città più popolosa della Puglia. Al momento sta attraversando un tragico periodo a seguito del pre-dissesto finanziario del suo Comune. Avere un rappresentante nella maggioranza di Governo, utile a costituire un filo diretto fra ente regionale ed ente comunale, le sarebbe in questo momento di vitale importanza per provare a rimettersi in piedi.
Privare la città di una simile occasione, non perché non si siano raggiunti i numeri per eleggere un esponente, ma perché quei numeri sono stati interpretati in maniera creativa, sarebbe la classica beffa oltre il danno. Uno sgarbo che una democrazia come la nostra non può permettersi di fronte ai suoi elettori».