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Politica
“A tutti gli uomini liberi e forti...”: a 100 anni dalla nascita del Partito Popolare il commento di Sabino Zinni
Il consigliere regionale ricorda la fondazione di una forza politica che avrebbe cambiato la storia d'Italia
Andria - sabato 19 gennaio 2019
22.44
"Esattamente 100 anni fa don Luigi Sturzo fondava il Partito Popolare, un partito che avrebbe poi cambiato la storia d'Italia".
Una ricorrenza storica per la storia del nostro Paese. Attraverso il commento del consigliere regionale e capo gruppo della lista Emiliano Sindaco di Puglia, notaio Sabino Zinni, un ricordo di questa importante data.
"Credo che tutti i cattolici impegnati in politica, come lo sono io, in qualche modo abbiano subito il fascino del messaggio essenziale di quel progetto: vivere laicamente la propria fede, e mettere il proprio lavoro al servizio del progresso sociale e antropologico del proprio Paese.
Cosa possiamo imparare oggi dal Manifesto che diede il via a quell'avventura? Tre cose certamente: lo sguardo completamente rivolto al futuro (neanche una parola sulla I Guerra Mondiale appena conclusa); la concretezza nel fissare gli obiettivi da perseguire (aldilà di ogni forma di politichese); la precisione nel definire gli interessi da difendere (quelli dei ceti medi e del mondo rurale declassato).
Credo che anche ora, per chiunque voglia intraprendere un percorso politico - specie se nel solco del cattolicesimo democratico - questi siano i tre assi da seguire.
Ed è per questo che a chi ci crede, ancora oggi, l'incipit di quel manifesto - "A tutti gli uomini liberi e forti..." - mette i brividi", conclude Sabino Zinni.
Una ricorrenza storica per la storia del nostro Paese. Attraverso il commento del consigliere regionale e capo gruppo della lista Emiliano Sindaco di Puglia, notaio Sabino Zinni, un ricordo di questa importante data.
"Credo che tutti i cattolici impegnati in politica, come lo sono io, in qualche modo abbiano subito il fascino del messaggio essenziale di quel progetto: vivere laicamente la propria fede, e mettere il proprio lavoro al servizio del progresso sociale e antropologico del proprio Paese.
Cosa possiamo imparare oggi dal Manifesto che diede il via a quell'avventura? Tre cose certamente: lo sguardo completamente rivolto al futuro (neanche una parola sulla I Guerra Mondiale appena conclusa); la concretezza nel fissare gli obiettivi da perseguire (aldilà di ogni forma di politichese); la precisione nel definire gli interessi da difendere (quelli dei ceti medi e del mondo rurale declassato).
Credo che anche ora, per chiunque voglia intraprendere un percorso politico - specie se nel solco del cattolicesimo democratico - questi siano i tre assi da seguire.
Ed è per questo che a chi ci crede, ancora oggi, l'incipit di quel manifesto - "A tutti gli uomini liberi e forti..." - mette i brividi", conclude Sabino Zinni.