Bambini per crescere
L’infanzia non è un gioco
Paradossi e ipocrisie dei genitori di oggi
sabato 12 gennaio 2013
8.41
L'articolo di oggi prende il titolo da un bel libro, edito da Laterza, del dottor Stefano Benzoni, arrivato questi giorni in libreria. Un volume feroce, complesso, pregno di spunti notevoli, poco speranzoso e quanto mai attuale, che parla del difficile ruolo del genitore di oggi, perennemente in dissidio tra insicurezze, timori e desiderio di far crescere il proprio bambino meglio degli altri.
Benzoni analizza, con estrema lucidità, la facilità e la frequenza con cui con una mano chiediamo che i bambini siano tutelati dagli aspetti immorali del mondo degli adulti, con l'altra mano aspettiamo che vi s'immergano fin da subito. Ci indigniamo quando apprendiamo che in alcuni paesi sfruttano il lavoro di bambini molto piccoli per produrre scarpe da ginnastica, poi compriamo quelle scarpe per i nostri figli. Li vorremmo magri e atletici, ma li sommergiamo di cibo e li facciamo stazionare ore e ore davanti alla tv. Già ad otto anni li vestiamo da adulti , parliamo di fidanzatini, poi a quindici anni li vogliamo vergini e intonsi. Mettiamo le loro foto sui social network e poi ci scandalizziamo alla notizia del pedofilo di turno. Quali saranno le conseguenze del nostro agire contraddittorio? Tra un capitolo e l'altro ci sono gli intermezzi, esempi di vita comune, interviste, riferimenti a libri e film, che possono fornire spunti per la riflessione e per l'azione consapevole. Non è un libro di buoni consigli e lo si vede subito dalla copertina, in cui dominano i colori scuri e gli occhi tristi di un bambino con la corona.
Giovanni Pirelli, nella prefazione al libro Giovannino e i suoi fratelli, dice «Quando avrete letto il libro vi chiedo di non fermarvi al giudizio: è bello, mica male, brutto. Vi chiedo di porvi la domanda: un libro così serve o non serve?» Questo libro serve. Serve a capire che crescere i figli vuol dire dare loro gli strumenti migliori per affrontare la realtà, non proteggerli da essa.
Tempo fa una mamma mi ha raccontato che sua figlia di otto anni, le chiedeva ripetutamente di spiegarle come nascono i bambini. Lei imbarazzata le ha detto che quando due persone si amano e si sposano, Gesù è così felice che fa nascere i bambini. Dopo qualche mese lo zio della bimba, dopo una relazione occasionale, è diventato papà. La piccola ha chiesto allo zio: «Come è possibile? Tu non sei né sposato, né innamorato!». Non sarebbe stato meglio dirle la verità?
Benzoni analizza, con estrema lucidità, la facilità e la frequenza con cui con una mano chiediamo che i bambini siano tutelati dagli aspetti immorali del mondo degli adulti, con l'altra mano aspettiamo che vi s'immergano fin da subito. Ci indigniamo quando apprendiamo che in alcuni paesi sfruttano il lavoro di bambini molto piccoli per produrre scarpe da ginnastica, poi compriamo quelle scarpe per i nostri figli. Li vorremmo magri e atletici, ma li sommergiamo di cibo e li facciamo stazionare ore e ore davanti alla tv. Già ad otto anni li vestiamo da adulti , parliamo di fidanzatini, poi a quindici anni li vogliamo vergini e intonsi. Mettiamo le loro foto sui social network e poi ci scandalizziamo alla notizia del pedofilo di turno. Quali saranno le conseguenze del nostro agire contraddittorio? Tra un capitolo e l'altro ci sono gli intermezzi, esempi di vita comune, interviste, riferimenti a libri e film, che possono fornire spunti per la riflessione e per l'azione consapevole. Non è un libro di buoni consigli e lo si vede subito dalla copertina, in cui dominano i colori scuri e gli occhi tristi di un bambino con la corona.
Giovanni Pirelli, nella prefazione al libro Giovannino e i suoi fratelli, dice «Quando avrete letto il libro vi chiedo di non fermarvi al giudizio: è bello, mica male, brutto. Vi chiedo di porvi la domanda: un libro così serve o non serve?» Questo libro serve. Serve a capire che crescere i figli vuol dire dare loro gli strumenti migliori per affrontare la realtà, non proteggerli da essa.
Tempo fa una mamma mi ha raccontato che sua figlia di otto anni, le chiedeva ripetutamente di spiegarle come nascono i bambini. Lei imbarazzata le ha detto che quando due persone si amano e si sposano, Gesù è così felice che fa nascere i bambini. Dopo qualche mese lo zio della bimba, dopo una relazione occasionale, è diventato papà. La piccola ha chiesto allo zio: «Come è possibile? Tu non sei né sposato, né innamorato!». Non sarebbe stato meglio dirle la verità?