Bambini per crescere
Il figlio perfetto
Desiderare a tutti i costi un bambino speciale
sabato 30 novembre 2013
Il figlio perfetto è il titolo di un libro, di piccole dimensioni ma di grande valore, scritto a due mani da un pediatra e da uno psicoterapeuta, appena pubblicato da Mandragora. E' un libro che suscita profonde riflessioni sul nostro modo di essere genitori e sulle grandi aspettative che ci creiamo sui figli.
Sin da quando un bambino viene messo al mondo, facciamo di tutto per rimanere genitori a vita. Come? Facendo in modo che abbia bisogno di noi a tutte le età, frenando, più o meno consapevolmente, la crescita e la conquista di autonomia. Ma pretendiamo che questo figlio coccolato, viziato, ineducabile, faticosissimo da gestire, sia almeno un bambino speciale: che vinca, che abbia successo, che rappresenti degnamente e renda unici e speciali anche noi stessi. E allora dobbiamo progettare per lui un futuro mirabolante a cominciare dalla gravidanza, instaurandoci un improbabile rapporto quando è ancora in pancia; pianificando il parto come per proteggerlo da un evento traumatico; scegliendo un nome che lo distingua dal gruppo; fornendogli giochi pedagogicamente studiati ma completamente inutili; selezionando insegnanti ed educatori adatti a far emergere il suo valore nascosto; spingendolo fin da piccolo nel selettivo mondo della moda, dello spettacolo e della competizione. Per poi scoprire che molto spesso il raggiungimento di mete rigide e troppo ardite comporta sacrifici troppo grandi, e che il successo sarà un traguardo che comunque non varrà la quantità di vita trascurata per arrivarci.
Anche Teti, bellissima ninfa costretta a sposare l'insignificante Peleo, aveva cercato rivalsa sociale nel figlio Achille: lo aveva immerso nelle acque del magico e pericoloso fiume Stige, tenendolo ben saldo per il tallone, con la forte convinzione di averlo reso immortale e invincibile. Ma proprio a causa di quel tallone, rimasto escluso dalle premure materne, Achille troverà la morte.
Bisognerebbe non trascurare i dettagli e le piccole attenzioni per avere figli meno vulnerabili e più liberi.
Sin da quando un bambino viene messo al mondo, facciamo di tutto per rimanere genitori a vita. Come? Facendo in modo che abbia bisogno di noi a tutte le età, frenando, più o meno consapevolmente, la crescita e la conquista di autonomia. Ma pretendiamo che questo figlio coccolato, viziato, ineducabile, faticosissimo da gestire, sia almeno un bambino speciale: che vinca, che abbia successo, che rappresenti degnamente e renda unici e speciali anche noi stessi. E allora dobbiamo progettare per lui un futuro mirabolante a cominciare dalla gravidanza, instaurandoci un improbabile rapporto quando è ancora in pancia; pianificando il parto come per proteggerlo da un evento traumatico; scegliendo un nome che lo distingua dal gruppo; fornendogli giochi pedagogicamente studiati ma completamente inutili; selezionando insegnanti ed educatori adatti a far emergere il suo valore nascosto; spingendolo fin da piccolo nel selettivo mondo della moda, dello spettacolo e della competizione. Per poi scoprire che molto spesso il raggiungimento di mete rigide e troppo ardite comporta sacrifici troppo grandi, e che il successo sarà un traguardo che comunque non varrà la quantità di vita trascurata per arrivarci.
Anche Teti, bellissima ninfa costretta a sposare l'insignificante Peleo, aveva cercato rivalsa sociale nel figlio Achille: lo aveva immerso nelle acque del magico e pericoloso fiume Stige, tenendolo ben saldo per il tallone, con la forte convinzione di averlo reso immortale e invincibile. Ma proprio a causa di quel tallone, rimasto escluso dalle premure materne, Achille troverà la morte.
Bisognerebbe non trascurare i dettagli e le piccole attenzioni per avere figli meno vulnerabili e più liberi.