
Attualità
Vicenda bambino autistico: «spiacevole epilogo nella dinamica di gioco»
Tragno e Leonetti di Onda d'Urto con la Polizia di Stato sul luogo dell'episodio nei pressi del canale "Ciappetta Camaggio"
Andria - martedì 16 giugno 2020
13.16
«Stamane siamo stati insieme a uomini della Polizia di Stato nei pressi del canale Ciappetta Camaggio, sul luogo teatro dell'episodio che ha visto coinvolto un bambino con autismo, spinto da un altro bambino nel canalone pieno di melma e acqua putrida» .
A darne notizia sono Antonio Tragno e Dino Leonetti dell'associazione cittadina "Onda d'urto onlus, uniti contro il cancro".
«Sul luogo erano presenti due dei compagni di gioco e anche qualche genitore residente del quartiere, che hanno riferito a noi e alle forze dell'ordine presenti la presunta non volontarietà di nuocere al bambino con autismo spinto nel canalone.
Insomma a detta di questi genitori la "bravata" sarebbe stato solo uno spiacevole epilogo nella dinamica di gioco tra un un gruppo di bambini normotipici e quello con autismo, che sarebbe stato indotto a recarsi in quel luogo per vedere le rane, nonostante il divieto assoluto a frequentare quei luoghi che il bambino riceve dai suoi genitori. Ovviamente questa è la versione dei genitori dei bambini che si sono resi protagonisti di questo squallido episodio.
In attesa di un eventuale intervento dei genitori del bambino con autismo ne prendiamo atto e siamo certi che da questo evento si possa trarre comunque una lezione: i bambini con autismo o con altra difficoltà vanno aiutati, difesi, protetti, integrati e non fatti oggetto di scherno o di violenza da parte di nessuno, se non si vogliono rischiare anche conseguenze legalmente importanti. Gli organi di Polizia lo hanno sottolineato più volte: in caso di danni alla persona ci sono elementi per procedere secondo il codice civile.
Spesso si sente parlare dell'inclusione in tema di autismo, dal momento che è uno dei tantissimi problemi che purtroppo i genitori dei bambini con autismo devono affrontare.
La gestione delle interazioni sociali prevede una consapevolezza che deve essere inculcata fin dalla tenera età. I bambini devono imparare a "pensare sociale" per poter "agire in modo sociale". La bellezza del sentirsi a proprio agio con gli altri bambini deve nascere non dopo le imposizioni e le punizioni, ma dalla continua scoperta che conviene comportarsi in un certo modo proprio per sentirsi meglio.
I dispetti, le crudeltà, le angherie accadono frequentemente tra bambini, ma se ci sono danni fisici o morali, peggio ancora se perpetrati a soggetti fragili , rischiano di far incorrere in reati da codice civile non tanto il minore, quanto gli adulti che dei minori stessi sono responsabili legali.
Dopo questo deprecabile episodio è auspicabile che possano nascere progetti nel quartiere Ciappetta-Camaggio come in ogni quartiere della città, in modo da facilitare la conoscenza delle storie dei bambini con autismo, storie molte volte drammatiche e gravide di sofferenza inenarrabile e così anche l'inclusione di questi bambini.
In tali progetti i cittadini possono essere coinvolti sia le famiglie, le forze dell'ordine e le altre figure istituzionali, ma anche le agenzie educative come le parrocchie e la scuola. Aiutarsi e stare bene insieme è possibile, basta volerlo e impegnarsi un poco. Questa è la lezione», concludono Antonio Tragno e Dino Leonetti di "Onda d'urto onlus"
A darne notizia sono Antonio Tragno e Dino Leonetti dell'associazione cittadina "Onda d'urto onlus, uniti contro il cancro".
«Sul luogo erano presenti due dei compagni di gioco e anche qualche genitore residente del quartiere, che hanno riferito a noi e alle forze dell'ordine presenti la presunta non volontarietà di nuocere al bambino con autismo spinto nel canalone.
Insomma a detta di questi genitori la "bravata" sarebbe stato solo uno spiacevole epilogo nella dinamica di gioco tra un un gruppo di bambini normotipici e quello con autismo, che sarebbe stato indotto a recarsi in quel luogo per vedere le rane, nonostante il divieto assoluto a frequentare quei luoghi che il bambino riceve dai suoi genitori. Ovviamente questa è la versione dei genitori dei bambini che si sono resi protagonisti di questo squallido episodio.
In attesa di un eventuale intervento dei genitori del bambino con autismo ne prendiamo atto e siamo certi che da questo evento si possa trarre comunque una lezione: i bambini con autismo o con altra difficoltà vanno aiutati, difesi, protetti, integrati e non fatti oggetto di scherno o di violenza da parte di nessuno, se non si vogliono rischiare anche conseguenze legalmente importanti. Gli organi di Polizia lo hanno sottolineato più volte: in caso di danni alla persona ci sono elementi per procedere secondo il codice civile.
Spesso si sente parlare dell'inclusione in tema di autismo, dal momento che è uno dei tantissimi problemi che purtroppo i genitori dei bambini con autismo devono affrontare.
La gestione delle interazioni sociali prevede una consapevolezza che deve essere inculcata fin dalla tenera età. I bambini devono imparare a "pensare sociale" per poter "agire in modo sociale". La bellezza del sentirsi a proprio agio con gli altri bambini deve nascere non dopo le imposizioni e le punizioni, ma dalla continua scoperta che conviene comportarsi in un certo modo proprio per sentirsi meglio.
I dispetti, le crudeltà, le angherie accadono frequentemente tra bambini, ma se ci sono danni fisici o morali, peggio ancora se perpetrati a soggetti fragili , rischiano di far incorrere in reati da codice civile non tanto il minore, quanto gli adulti che dei minori stessi sono responsabili legali.
Dopo questo deprecabile episodio è auspicabile che possano nascere progetti nel quartiere Ciappetta-Camaggio come in ogni quartiere della città, in modo da facilitare la conoscenza delle storie dei bambini con autismo, storie molte volte drammatiche e gravide di sofferenza inenarrabile e così anche l'inclusione di questi bambini.
In tali progetti i cittadini possono essere coinvolti sia le famiglie, le forze dell'ordine e le altre figure istituzionali, ma anche le agenzie educative come le parrocchie e la scuola. Aiutarsi e stare bene insieme è possibile, basta volerlo e impegnarsi un poco. Questa è la lezione», concludono Antonio Tragno e Dino Leonetti di "Onda d'urto onlus"