Attualità
Vademecum per una cittadinanza attiva, quarta tappa
Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria, in collaborazione con il Movimento Politico per l'Unità
Andria - giovedì 17 settembre 2020
Mentre rincuora la notizia della sottoscrizione di un "Patto per Andria", nel contempo, ad apertura di giornali, si leggono considerazioni e notizie di dissensi tra le forze politiche generati da visioni diverse per come riportare ordine circa l'aspetto economico procurato dal dissesto. Si continua ad assistere il demolirsi, a vicenda con scarso frutto per la Città. Da qui il desiderio di proseguire nell'offrire ancora qualche tappa di un Vademecum e, in particolare questa "quarta tappa", come piccolo contributo per trovare uno "spazio privilegiato" per comporre i conflitti in unità.
Comporre i conflitti in unità
In politica non c'è nessuno che possa dire di avere l'unica visione giusta e se lo dice c'è da preoccuparsi molto perché una democrazia è sempre plurale. Il conflitto se vissuto bene, è positivo per la società, in quanto arricchisce la visione parziale degli uni con la visione degli altri. Perché non diventi scontro distruttivo però, occorrono il dialogo e l'ascolto. Anche quando non troveremo una sintesi unitaria e vincerà la soluzione della maggioranza essa si sarà arricchita almeno un po' dalle visioni diverse e avrà pertanto un valore sociale maggiore e un maggiore grado di condivisione.
Questo vale certamente per il lavoro politico in senso stretto, ma anche ad ogni livello della società, di cui la politica è espressione e riflesso. La politica come esperienza comunitaria E' fondamentale poter attuare, a partire da queste elezioni, un'esperienza di partecipazione attiva e consapevole, - come quella che il Movimento politico per l'Unità - ha sviluppato negli ultimi anni, mettendo al lavoro insieme i politici e i cittadini, stabilendo un "Patto etico – politico", affinchè il voto non sia una sbrigativa delega in bianco, ma il primo atto di un'esperienza di corresponsabilità.
Un Patto fra eletto ed elettori può essere quel prezioso legame che ci può permettere davvero di vincolarci, strettamente e concretamente gli uni agli altri.
Comporre i conflitti in unità
In politica non c'è nessuno che possa dire di avere l'unica visione giusta e se lo dice c'è da preoccuparsi molto perché una democrazia è sempre plurale. Il conflitto se vissuto bene, è positivo per la società, in quanto arricchisce la visione parziale degli uni con la visione degli altri. Perché non diventi scontro distruttivo però, occorrono il dialogo e l'ascolto. Anche quando non troveremo una sintesi unitaria e vincerà la soluzione della maggioranza essa si sarà arricchita almeno un po' dalle visioni diverse e avrà pertanto un valore sociale maggiore e un maggiore grado di condivisione.
Questo vale certamente per il lavoro politico in senso stretto, ma anche ad ogni livello della società, di cui la politica è espressione e riflesso. La politica come esperienza comunitaria E' fondamentale poter attuare, a partire da queste elezioni, un'esperienza di partecipazione attiva e consapevole, - come quella che il Movimento politico per l'Unità - ha sviluppato negli ultimi anni, mettendo al lavoro insieme i politici e i cittadini, stabilendo un "Patto etico – politico", affinchè il voto non sia una sbrigativa delega in bianco, ma il primo atto di un'esperienza di corresponsabilità.
Un Patto fra eletto ed elettori può essere quel prezioso legame che ci può permettere davvero di vincolarci, strettamente e concretamente gli uni agli altri.