Attualità
Strage ferroviaria Andria-Corato: nuova udienza a Trani. No al patteggiamento per il capostazione Piccareta
Dal 2 ottobre si passerà ad ascoltare i testimoni dell'accusa
Andria - mercoledì 18 settembre 2019
16.41
Nuova udienza presso l'aula bunker del Tribunale di Trani questa mattina, mercoledì 18 settembre, per il processo per la strage sulla linea Andria-Corato del 12 luglio 2016, quando nello scontro tra due convogli di Ferrotramviaria persero la vita 23 passeggeri ed altri 51 rimasero feriti.
Per la seconda volta è stata rigettata la richiesta di patteggiamento del capostazione di Andria, Vito Piccarreta. La condanna richiesta, pari a 4 anni e mezzo di reclusione, è stata ritenuta dalla Procura non congrua. Ricordiamo che a Piccarreta, uno dei 18 imputati di quel disastro ferroviario, sono contestati i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose.
Come dicevamo, alla sbarra con Piccarreta ci sono 17 persone tra dipendenti, dirigenti e vertici di Ferrotramviaria, un dirigente del Ministero dei Trasporti e due direttori dell'Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione); e la stessa società, imputata per la responsabilità amministrativa nei reati contestati, a vario titolo, ai suoi dipendenti di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.
Il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, ha quindi reso nell' aula bunker una dichiarazione spontanea: "Il mio primo pensiero è rivolto alle vittime e ai loro parenti, a cui penso ogni istante, a cui esprimo vicinanza. Sono accanto a voi e anch'io sono vittima di un'azienda che non ha fatto nulla per impedire quello che è successo". Piccarreta è apparso commosso durante la lettura delle dichiarazioni e lo erano anche molti dei parenti delle vittime presenti in aula, rimasti in silenzio ad ascoltare. "Da circa tre anni sono sospeso dal servizio - ha detto l'ex capostazione - in base al regio decreto".
"Dopo il tragico incidente, l'azienda ha deciso di voltarmi le spalle dal primo momento, si è voluta scrollare qualsiasi tipo di responsabilità puntando il dito contro un uomo che quella mattina stava svolgendo il suo lavoro come ogni giorno da 34 anni", ha detto Piccarreta. "Da parte di Ferrovia Bari Nord ho ricevuto solo disinteresse e abbandono, mai nessuno mi ha chiamato per un supporto", ha aggiunto. "Sono stato assalito dai giornalisti che hanno invaso la privacy della mia famiglia, traumatizzandola fortemente".
I giudici tranesi hanno infine accolto la richiesta di citazione della Regione Puglia, tra i responsabili civili, più volte avanzata dai difensori delle parti civili, parenti delle vittime e feriti. La prossima udienza si terrà il prossimo 2 ottobre. In quell'occasione si inizieranno ad ascoltare i testimoni dell'accusa, entrando a tutti gli effetti nel vivo del processo.
Per la seconda volta è stata rigettata la richiesta di patteggiamento del capostazione di Andria, Vito Piccarreta. La condanna richiesta, pari a 4 anni e mezzo di reclusione, è stata ritenuta dalla Procura non congrua. Ricordiamo che a Piccarreta, uno dei 18 imputati di quel disastro ferroviario, sono contestati i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose.
Come dicevamo, alla sbarra con Piccarreta ci sono 17 persone tra dipendenti, dirigenti e vertici di Ferrotramviaria, un dirigente del Ministero dei Trasporti e due direttori dell'Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione); e la stessa società, imputata per la responsabilità amministrativa nei reati contestati, a vario titolo, ai suoi dipendenti di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.
Il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, ha quindi reso nell' aula bunker una dichiarazione spontanea: "Il mio primo pensiero è rivolto alle vittime e ai loro parenti, a cui penso ogni istante, a cui esprimo vicinanza. Sono accanto a voi e anch'io sono vittima di un'azienda che non ha fatto nulla per impedire quello che è successo". Piccarreta è apparso commosso durante la lettura delle dichiarazioni e lo erano anche molti dei parenti delle vittime presenti in aula, rimasti in silenzio ad ascoltare. "Da circa tre anni sono sospeso dal servizio - ha detto l'ex capostazione - in base al regio decreto".
"Dopo il tragico incidente, l'azienda ha deciso di voltarmi le spalle dal primo momento, si è voluta scrollare qualsiasi tipo di responsabilità puntando il dito contro un uomo che quella mattina stava svolgendo il suo lavoro come ogni giorno da 34 anni", ha detto Piccarreta. "Da parte di Ferrovia Bari Nord ho ricevuto solo disinteresse e abbandono, mai nessuno mi ha chiamato per un supporto", ha aggiunto. "Sono stato assalito dai giornalisti che hanno invaso la privacy della mia famiglia, traumatizzandola fortemente".
I giudici tranesi hanno infine accolto la richiesta di citazione della Regione Puglia, tra i responsabili civili, più volte avanzata dai difensori delle parti civili, parenti delle vittime e feriti. La prossima udienza si terrà il prossimo 2 ottobre. In quell'occasione si inizieranno ad ascoltare i testimoni dell'accusa, entrando a tutti gli effetti nel vivo del processo.