
Territorio
Speculazioni sulla sansa mentre la campagna olivicola 2025/2026 alle porte
Coldiretti Puglia si schiera a fianco del Consorzio Olivicolo Italiano, che rappresenta oltre 100.000 olivicoltori attraverso le proprie Organizzazioni di Produttori
Puglia - mercoledì 3 settembre 2025
5.48 Comunicato Stampa
Con la campagna olivicola 2025/2026 alle porte, si alza il rischio concreto di speculazioni sulla sansa che minacciano l'intera filiera olivicola – olearia, un asset strategico dell'agroalimentare nazionale, con un valore che supera 1,5 miliardi di euro nella fase agricola e 3,5 miliardi in quella industriale. Coldiretti Puglia si schiera a fianco di UNAPROL – Consorzio Olivicolo Italiano, che rappresenta oltre 100.000 olivicoltori attraverso le proprie Organizzazioni di Produttori, che lancia l'allarme e già lo scorso 28 agosto il Consorzio ha inviato una lettera formale al GSE e ai Ministeri competenti, sottolineando che non esistono nuove regole e che la "sottrazione" della sansa bifasica dall'uso alimentare deve essere reale e non solo potenziale, riconoscendo il giusto valore della sansa per gli utilizzi agroenergetici.
"La normativa europea ha sempre incoraggiato il recupero energetico di residui e sottoprodotti per evitare che diventino rifiuti. Occorre un chiarimento – spiega David Granieri, presidente UNAPROL – per scongiurare più costi, più complessità e meno competitività per l'intero comparto olivicolo-oleario italiano. Non siamo disponibili a far espropriare valore alla filiera".
Su questo fronte si schiera anche Coldiretti Puglia, che richiama la necessità di un'alleanza strategica con i produttori di agroenergia e gli impianti di biogas e i sansifici per garantire il ritiro certo e continuativo delle sanse, riconoscendo l'adeguato valore e sostenendo la svolta green della filiera.
Unaprol chiede di dare continuità al percorso di valorizzazione multicanale della sansa – dal tradizionale olio di sansa alla bioenergia, fino a compost e mangimi – per preservare redditività e sostenibilità ambientale. Diversamente, si rischia di creare un modello monopolistico artificiale, basato su pochi sansifici obsoleti, con la conseguenza di lasciare la sansa bifasica "a terra", rallentando la produttività dei frantoi e facendo lievitare il prezzo dell'olio.
La destinazione energetica rappresenta infatti una garanzia di efficienza: la sansa umida, se non ritirata entro 24 ore, causa il blocco dei frantoi, l'aumento dei costi, il peggioramento della qualità delle olive in giacenza e il rallentamento della raccolta. Occorre evitare – conclude Coldiretti Puglia – scelte che possano frenare la prossima campagna di frangitura, con effetti devastanti su qualità, costi e competitività.
"La normativa europea ha sempre incoraggiato il recupero energetico di residui e sottoprodotti per evitare che diventino rifiuti. Occorre un chiarimento – spiega David Granieri, presidente UNAPROL – per scongiurare più costi, più complessità e meno competitività per l'intero comparto olivicolo-oleario italiano. Non siamo disponibili a far espropriare valore alla filiera".
Su questo fronte si schiera anche Coldiretti Puglia, che richiama la necessità di un'alleanza strategica con i produttori di agroenergia e gli impianti di biogas e i sansifici per garantire il ritiro certo e continuativo delle sanse, riconoscendo l'adeguato valore e sostenendo la svolta green della filiera.
Unaprol chiede di dare continuità al percorso di valorizzazione multicanale della sansa – dal tradizionale olio di sansa alla bioenergia, fino a compost e mangimi – per preservare redditività e sostenibilità ambientale. Diversamente, si rischia di creare un modello monopolistico artificiale, basato su pochi sansifici obsoleti, con la conseguenza di lasciare la sansa bifasica "a terra", rallentando la produttività dei frantoi e facendo lievitare il prezzo dell'olio.
La destinazione energetica rappresenta infatti una garanzia di efficienza: la sansa umida, se non ritirata entro 24 ore, causa il blocco dei frantoi, l'aumento dei costi, il peggioramento della qualità delle olive in giacenza e il rallentamento della raccolta. Occorre evitare – conclude Coldiretti Puglia – scelte che possano frenare la prossima campagna di frangitura, con effetti devastanti su qualità, costi e competitività.