Antonio Nespoli
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Politica

Servizio di refezione scolastica, "una scelta da rivedere"

A sostenerlo è Antonio Nespoli, già assessore comunale alla Pubblica Istruzione

Ripercussioni nei confronti dell'utenza e quindi dei bambini e delle loro famiglie. E' quanto porterebbe la decisione assunta dall'esecutivo comunale in merito al servizio di refezione scolastica. A sostenerlo è un personaggio che fino a qualche anno fa svolgeva l'incarico di assessore alla pubblica istruzione, l'avvocato Antonio Nespoli.

"L'attenzione delle forze politiche per vicende congressuali e per le ormai imminenti elezioni politiche ha fatto passare nel silenzio assordante una decisione approvata dalla Giunta Comunale con la delibera n. 145 del 20/09/2017 recante un "Atto di indirizzo per la predisposizione del capitolato speciale d'appalto per il nuovo affidamento della Gestione del Servizio di Refezione Scolastica" per gli anni scolastici 2018/2019 – 2019/2020 – 2020/2021.
In sostanza, con la sopracitata delibera, è stato dato indirizzo politico per gli anni scolastici a venire, di non prevedere più per le scuole primarie e secondarie di primo grado, il servizio di refezione scolastica in virtù del quale alcune scuole della nostra città offrono ormai da anni agli studenti e alle loro famiglie l'opzione del tempo prolungato a scuola.

Con tale indirizzo, dettato esclusivamente dalla necessità di contenere la spesa pubblica a causa della fragile situazione finanziaria dell'Ente, l'Amministrazione, senza alcun preventivo confronto con le istituzioni scolastiche e le famiglie interessate da tale incauta decisione, non ha tenuto in alcun conto le inevitabili ricadute negative della stessa.
Con dati alla mano -prosegue l'assessore Nespoli-, una delle scuole maggiormente colpite da tale decisione sarebbe la Imbriani-Salvemini che insiste nel quartiere San Valentino della nostra città che, unitamente al lavoro instancabile della Parrocchia "San Riccardo", rappresenta per i bambini di quel quartiere, una opportunità per trascorrere più tempo a scuola ed in parrocchia e non per strada dove sarebbero esposti al grave e concreto rischio di diventare "manovalanza" per attività tutt'altro che educative e formative, favorendo, altresì, un aumento del fenomeno della dispersione scolastica.

Auspico, a tale stregua, che l'Amministrazione possa rivedere tale scelta, anche prevedendo un diverso contenimento dei costi del servizio attuabile ad esempio mediante un abbassamento della fascia reddituale di esenzione attualmente prevista, con il sostegno e la condivisione di tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale e senza che questa scelta, per la sua importanza e delicatezza, possa diventare materia di "scontro elettorale".
E' auspicabile, infine, una rivisitazione della scelta adottata anche in considerazione poi della inevitabile riduzione del numero dei docenti presenti in organico che colpirebbe le scuole interessate e della contrazione degli sbocchi occupazionali che tale servizio comunque offre ai nostri concittadini".
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