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Sei esponenti del Pd fuori dal partito per aver sostenuto le civiche nelle regionali: Le nota di Agostino Ciciriello

Intervento «per una quesitone di dignità»

Nei giorni scorsi sei esponenti del Partito Democratico di Andria, tre di questi consiglieri comunali, sarebbero stati cancellati dalle liste del partito perchè, nelle scorse elezioni regionali avrebbero sostenuto candidature al di fuori del partito, contravvenendo a quanto previsto dallo Statuto del Pd.
Il condizionale è d'obbligo in quanto non sarebbe stata diramata alcuna comunicazione ufficiale dal Pd, attualmente commissariato, in merito a questa procedura. Tra i nomi indicati vi sarebbero quelli dei consiglieri Gianluca Sanguedolce, Mirko Malcangi e Emanuele Sgarra, insieme a quello degli iscritti Vito Malcangi e Giovanni Cirulli, unitamente a quello di Agostino Ciciriello, già presidente della associazione civica "Andria Bene in Comune".

Ecco il suo intervento: «Con una certa sorpresa ho letto sulla stampa locale che il mio nome sarebbe stato cancellato dall'elenco degli iscritti al Partito Democratico. La sorpresa non nasce tanto dal fatto di aver scoperto di risultare ancora iscritto al PD (la mia prima e unica tessera è quella del 2024), quanto dal sapere che addirittura il Collegio di Garanzia del partito si sarebbe riunito per "valutare la mia posizione". Di solito evito di rispondere a pettegolezzi e illazioni. Ma vedere il mio nome associato ripetutamente a parole come "cacciare" o "traditore" mi ha spinto ad intervenire, anche solo per una questione di dignità personale. Mi sono iscritto al PD nel 2024, nel periodo in cui, da Presidente di Andria Bene in Comune, avevo promosso il cosiddetto "Patto federativo" con il Partito Democratico. Un patto che aveva un obiettivo semplice: riconoscere il ruolo politico ed elettorale delle liste civiche e garantire una loro reale partecipazione ai processi decisionali del centrosinistra andriese. All'inizio quell'idea era stata accolta con molto entusiasmo, tanto da portare anche a un mio coinvolgimento negli organismi provinciali del PD. Col tempo, però, le vicende interne al partito hanno impedito sia al Patto federativo di svilupparsi concretamente, sia a me di poter dare un reale contributo all'interno del PD. Il Patto, tuttavia, è tornato alla ribalta durante le elezioni regionali, quando siamo stati coinvolti dal PD nella campagna elettorale in qualità "federati". Coinvolgimento che, va detto chiaramente, non prevedeva alcun ruolo su programmi o candidati, ma il solo sostegno alle scelte già prese. La maggior parte di Andria Bene in Comune ha sostenuto con convinzione i candidati indicati dal PD. Altri hanno legittimamente fatto scelte diverse, nel rispetto dei percorsi politici e delle relazioni costruite negli anni sul territorio. Per questa motivazione, una ventina di iscritti avrebbe segnalato il mio nome al Collegio di Garanzia del PD Puglia, sulla base di motivazioni che, ad oggi, non mi sono mai state comunicate. Non essendomi stato notificato alcunché, non mi resta che attendere una comunicazione ufficiale, sperando che contenga almeno spiegazioni chiare e puntuali. Ovvero, il minimo che ci si può aspettare da un partito che indica la trasparenza tra i suoi rinnovati valori fondamentali. Resta una convinzione forte: in una fase delicata per il futuro di Andria, quello che si candida ad essere il partito di riferimento della coalizione avrebbe dovuto abbassare i toni, ridurre le contrapposizioni e lavorare per rafforzare l'unità del centrosinistra, concentrandosi sui contenuti e sugli obiettivi comuni. Al contrario, il mio nome è finito sul tavolo del Collegio di Garanzia del PD e, cosa ancora peggiore, la mia persona è stata esposta a una ingiustificata gogna mediatica sulle pagine dei giornali, dove sono stato bollato come traditore del partito. Un partito che non ho mai considerato "mio" ma per il quale mi sono addirittura impegnato, nella convinzione della necessità di un percorso di pacificazione e rinnovamento dell'intero centrosinistra. Insomma, un metodo che non rafforza la coalizione e che, al contrario, alimenta una logica di contrapposizione che poco ha a che fare con chi si appresta ad affrontare una campagna elettorale comune. Di buono, prendo da questa vicenda i tanti esponenti del PD (e non solo) che in queste ore mi hanno manifestato vicinanza e sostegno. Per loro, continuo a essere disponibile a costruire un progetto politico serio e condiviso, nei limiti del rispetto reciproco e del bene della nostra comunità. Un progetto con un obiettivo chiaro e che, spero, sia comune a tutti: la rielezione a Sindaco di Giovanna Bruno».
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