dottor Mario Di Bari
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Attualità

Scompare Mario Di Bari, Medico di famiglia

Persona stimata e valente professionista, in tanti si sono uniti con la preghiera alla Famiglia ed ai cari amici

E' scomparso a 59 anni il dottor Mario Di Bari, conosciuto professionista ed apprezzato Medico di famiglia. Una persona riservata e gran lavoratore, condivideva lo studio medico Iatros, in via De Nicola ad Andria con altri colleghi nonchè cari amici, Tommaso Di Renzo, Anita Lotti, Nicola Suriano e Angelo Zingaro, con questi ultimi era amico sin dai tempi del liceo Ginnasio "Carlo Troya" di Andria.

Ad esequie avvenute ne diamo notizia, profondamente addolorati per questo lutto, in quanto era una persona che conoscevamo personalmente, apprezzandone il profondo valore e la grande umanità. Ci stringiamo al dolore della Famiglia, della Consorte, dei giovanissimi figli e dei tanti Amici e conoscenti che in questi giorni di sconforto, hanno condiviso con il dottor Mario la sua "passione". Ringraziamo il dottor Dino Leonetti, medico ed oncologo, per averci concesso la possibilità di rendere nota, sul nostro giornale, la toccante testimonianza che ha voluto riservare per questo suo grande Amico.

«Mario lo conosco da piccolo. Io ero piccolo ma lui, pur avendo la mia età, lui era già adulto. Mario, detto u russ, un pippicalzelunghe al maschile, con il volto rotondo e pieno di lentiggini e i riccioli di rame, un bellissimo bambino.
Eravamo compagni di gioco, si fa per dire. Mentre noialtri pensavamo al pallone lui accudiva i genitori, che ricordo fossero già anziani. Sapeva fare la spesa, cucinare, prendersi cura della casa quando io giocavo alle biglie o correvo nel cortile dell'oratorio spensierato.
E' cresciuto in fretta, Mario.
Ed era così esemplare che un anno la scuola gli attribuì il "premio della bontà".
Lo guardavamo con rispetto e un poco di invidia. Come faceva ad essere sempre un passo avanti?
Lui si faceva amare, era serioso ma allo stesso tempo tenero e generoso.
Ricordo. Sapeva usare una macchina da scrivere, olivetti lettera 22, e si metteva a disposizione per il giornalino dell'oratorio e per qualsiasi altra necessità.
Spesso ero a casa dei suoi.
Talvolta dopo lo studio, ah, ovviamente eccelleva anche in quello, dicevo che talvolta ci fermavamo per un poco nella sua stanza, abbassavamo le luci, accendeva il mega-impianto con casse acustiche stratosferiche e ci sparavamo gli assoli della chitarra di David Gilmour mentre il vinile dei Pink Floyd girava sul giradischi. Una goduria per le orecchie e per l'anima.
Mario era avanti in tutto, un piccolo adulto.
Dopo la scuola media abbiamo frequentato insieme anche il liceo classico e anche gli anni che ci hanno portato alla laurea in medicina.
Poi ci siamo divisi, io scelsi la scuola di specializzazione in oncologia e lui in medicina interna. Era il 1987.
Fino a quel momento stavamo insieme ad altri amici di studio, come Tony, Mimmo, Angelo e Nicola.
Mario è sempre stato un riferimento per noi. Preciso, attento, scrupoloso, sicuro di sé, sempre determinato, proiettato oltre quello che era alla nostra portata, lui era sempre oltre.
Pieno di vita e di progetti correva come un matto, forse perché fin da bambino non ha fatto altro che questo. Correre e provvedere ad ogni bisogno, anche più grande di lui. Mario riusciva in ogni cosa e noialtri abbiamo imparato a non farne più a meno, a volergli un gran bene.
E' stato un medico di famiglia stimato e apprezzato dai suoi pazienti e anche dai colleghi che nella sua visione lunga hanno sempre confidato. Battagliero e pronto a difendere sempre la dignità della medicina di famiglia lo vedevi sempre nelle riunioni in cui il nostro destino era messo in pericolo e così la qualità dell'assistenza ai malati che a noi si affidano.
Un grande!
Il tempo scorre e si mettono su famiglie, nascono figli, e bisogna fare, organizzare, pianificare, progettare, preoccuparsi, correre. Ancora una volta. Sempre.
Le nostre vite ad un certo punto hanno preso percorsi diversi e ci hanno portato a vederci e sentirci poco, ma ogni volta che ci si incontrava Mario era sempre il nostro carissimo amico, ci si abbracciava come non ci fossimo mai staccati.
Il nostro compagno con le lentiggini, il piccolo e grande uomo, l'amico nostro è morto.
Ora abbraccio i cari che lo hanno amato, la moglie e i figli che lui adorava, e i colleghi di lavoro del gruppo di medici.
E' una grave perdita, ma il suo faro non si è spento.
Ciao Mariuccio bello!»
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