Camion compattatore rifiuti
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Cronaca

Rifiuti nella discarica di Taranto: costo maggiore da oltre 240mila euro

Negli impianti di Canosa e Barletta si passa da 48euro a 100euro a tonnellata

Che sia emergenza lo certifica l'assenza di discariche pubbliche pronte ad accogliere nella BAT i rifiuti dei dieci comuni. Che ci sia emergenza decisionale lo certificano i continui incontri dell'O.G.A. della BAT e dei Sindaci con la Regione Puglia che dopo aver chiuso per "inquinamento" la discarica di Trani, ha deciso di chiudere anzitempo in via amministrativa la discarica di Andria. Che ci sia anche una nuova emergenza di tipo economico, infine, lo certifica la richiesta da parte delle discariche private di Barletta e Canosa di una somma pari al doppio di quanto sin qui speso per conferire i rifiuti.

I rifiuti biostabilizzati di sette comuni della BAT nell'impianto di Foggia, dovranno tornare sul territorio provinciale all'interno dei due centri privati individuati che gestiscono i rifiuti speciali non pericolosi. Per smaltire il residuo della differenziata porta a porta, quindi, il costo passerebbe dagli attuali 48 euro sino ai 100 euro della richiesta da parte dei nuovi impianti oltre al costo per la biostabilizzazione. Unica discarica pubblica, invece, in grado di accogliere i rifiuti, sarebbe quella di Taranto con costi elevatissimi ancor maggiori rispetto ai privati. In sostanza per comuni come Andria o Canosa che attuano da settembre 2012 la "differenziata" porta a porta con percentuali giunte a sfiorare il 70%, il costo dello smaltimento dei rifiuti residui rischierebbe di schizzare rispettivamente di oltre 240mila euro e 57mila euro al mese. A conti fatti, se non vi saranno ulteriori novità o soluzioni più economiche da ricercare tra Regione Puglia ed OGA, si potrebbe avere un'incidenza maggiore oltre il costo attuale da oltre 3milioni di euro all'anno per una città come Andria e di 700mila euro annui per Canosa.

A tuonare sull'argomento, senza mezzi termini, è stato il Sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia che, carte alla mano, ha voluto ribadire la necessità di trovare soluzioni reali e durature a questa vicenda chiedendosi se, questa in atto, sia la strategia giusta: «E' paradossale tutto quello che sta avvenendo - ha detto La Salvia - questa doveva essere un'oasi felice visti i livelli di differenziata giunti al 70%. La Regione è stata piuttosto pigra in questi anni ed ora se ne pagano le conseguenze. Infatti, prima si chiude Trani perchè inquina e giustamente non può proseguire l'attività. Ma i tempi per ripristinarla non sono certi anche se lì dovrebbero esser costruiti ancora due lotti che darebbero grande respiro. Ma guarda un po', poi, viene chiusa anche la discarica di Andria questa volta per un problema tecnico. Oggi i rifiuti bisogna biostabilizzarli a Foggia e poi riportarli a Canosa o Barletta in discariche private, mentre l'unica discarica pubblica è a Taranto che ci chiede costi elevatissimi per lo smaltimento. Quindi io e i miei concittadini differenziamo al 70% e dobbiamo pagare circa 57mila euro in più al mese solamente perchè la filiera è stata interrotta. Non va bene tutto questo - ha tuonato La Salvia - io voglio i rifiuti zero, io voglio che la magistratura vada a fondo in tutta questa vicenda e dico che se sono passate delle tangenti il sistema da qualche parte lo avranno modificato. Voglio che si vada a fondo, io voglio la chiarezza, che devo a tutti i cittadini. Ora il Sindaco di Canosa sarà additato come contrario alle discariche private. Ma non è vero, io ce l'ho solo con chi non fa trasparenza».
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