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Attualità
Piano per il Sud, Gesmundo (CGIL): “Finalmente torna il Mezzogiorno nell'agenda politica del Governo"
Chiesto l'aumento della spesa ordinaria per la PP.AA. e risorse per investimenti produttivi e infrastrutture
Puglia - domenica 16 febbraio 2020
"Se le misure annunciate dal Presidente del Consiglio Conte e dai Ministri Provenzano e Azzolina troveranno piena attuazione, seppur articolate in un orizzonte pluriennale, possono rappresentare una spinta importante per sostenere la crescita del Mezzogiorno con il rilancio della spesa pubblica e degli investimenti per lo sviluppo". E' quanto afferma Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, commentando il Piano per il Sud presentato venerdì scorso a Gioia Tauro.
"Serve fare chiarezza prima di tutto sulle cifre: i 21 miliardi riguardano solo il prossimo triennio e dovranno essere ovviamente aggiuntivi sia alle risorse finanziarie del FSE che a quelle relative alla spesa ordinaria per il Mezzogiorno, che norma vorrebbe fosse al 34% del totale e non al 18% attuale, per rispettare le proporzioni con la popolazione. Anzi la Cgil in Laboratorio Sud propone una soglia del 43 per cinque anni, per dare ancora più spinta. Le pubbliche amministrazioni avranno così maggiori risorse per il welfare e i servizi, per rispondere a bisogni crescenti soprattutto di quella fetta di popolazione che ha più pagato la crisi, migliorando qualitativamente e quantitativamente il proprio intervento. Serve accelerare la spesa per gli investimenti e la realizzazione di opere importanti sul versante infrastrutturale, alcune addirittura finanziate da 20 anni e mai partite per la mancanza di progetti esecutivi, come il raddoppio ferroviario della Lesina-Termoli".
"Come chiedono Cgil Cisl Uil a livello nazionale servirà un forte coordinamento per ragionare anche di ulteriori possibili azioni. La nostra organizzazione nel suo progetto Laboratorio Sud ha proposto – per evitare sovrapposizioni di interventi e dispersione di risorse – un'Agenzia nazionale per il Sud, una nuova Iri che coordini gli investimenti rispettando le competenze di ogni livello istituzionale. Così come serve ragionare di credito, magari dando vita a una Banca per il Sud che sostenga le tante imprese che nel Mezzogiorno vogliono investire, a partire da quelle che già operano nel territorio. L'orizzonte deve essere quello dell'innovazione, per intervenire sulla qualità dei prodotti e dei processi, per essere più competitivi sui mercati, governando la rivoluzione digitale di Industria 4.0 e qualificando l'occupazione, creando finalmente una domanda di lavoro che blocchi l'emigrazione intellettuale, di quelle migliaia di giovani formati e specializzati che non riescono a spendere qui i propri saperi".
"Alla Regione e a chi si candida per governarla il compito di impegnarsi in un dialogo e una collaborazione proficua con il Governo oltre che la garanzia di indirizzare le risorse in modo intelligente, anche grazie al contributo del partenariato sociale, e a procedere a una spesa migliore dal punto di vista della velocità e del pieno utilizzo dei finanziamenti. Non possiamo permetterci di perdere un solo euro".
"Quel che è certo – conclude Gesmundo – è che finalmente nell'agenda politica di un Governo c'è il Mezzogiorno, dimenticato da anni se non relegato a interventi spot o addirittura vessato da proposte di riduzione dei trasferimenti, come sarebbe accaduto con i progetti di autonomia differenziata della destra di Salvini. Ora serve un confronto con tutte le parti sociali e le istituzioni, continuo, affinché quell'agenda di lavoro si trasformi in programmi e iniziative concrete"
"Serve fare chiarezza prima di tutto sulle cifre: i 21 miliardi riguardano solo il prossimo triennio e dovranno essere ovviamente aggiuntivi sia alle risorse finanziarie del FSE che a quelle relative alla spesa ordinaria per il Mezzogiorno, che norma vorrebbe fosse al 34% del totale e non al 18% attuale, per rispettare le proporzioni con la popolazione. Anzi la Cgil in Laboratorio Sud propone una soglia del 43 per cinque anni, per dare ancora più spinta. Le pubbliche amministrazioni avranno così maggiori risorse per il welfare e i servizi, per rispondere a bisogni crescenti soprattutto di quella fetta di popolazione che ha più pagato la crisi, migliorando qualitativamente e quantitativamente il proprio intervento. Serve accelerare la spesa per gli investimenti e la realizzazione di opere importanti sul versante infrastrutturale, alcune addirittura finanziate da 20 anni e mai partite per la mancanza di progetti esecutivi, come il raddoppio ferroviario della Lesina-Termoli".
"Come chiedono Cgil Cisl Uil a livello nazionale servirà un forte coordinamento per ragionare anche di ulteriori possibili azioni. La nostra organizzazione nel suo progetto Laboratorio Sud ha proposto – per evitare sovrapposizioni di interventi e dispersione di risorse – un'Agenzia nazionale per il Sud, una nuova Iri che coordini gli investimenti rispettando le competenze di ogni livello istituzionale. Così come serve ragionare di credito, magari dando vita a una Banca per il Sud che sostenga le tante imprese che nel Mezzogiorno vogliono investire, a partire da quelle che già operano nel territorio. L'orizzonte deve essere quello dell'innovazione, per intervenire sulla qualità dei prodotti e dei processi, per essere più competitivi sui mercati, governando la rivoluzione digitale di Industria 4.0 e qualificando l'occupazione, creando finalmente una domanda di lavoro che blocchi l'emigrazione intellettuale, di quelle migliaia di giovani formati e specializzati che non riescono a spendere qui i propri saperi".
"Alla Regione e a chi si candida per governarla il compito di impegnarsi in un dialogo e una collaborazione proficua con il Governo oltre che la garanzia di indirizzare le risorse in modo intelligente, anche grazie al contributo del partenariato sociale, e a procedere a una spesa migliore dal punto di vista della velocità e del pieno utilizzo dei finanziamenti. Non possiamo permetterci di perdere un solo euro".
"Quel che è certo – conclude Gesmundo – è che finalmente nell'agenda politica di un Governo c'è il Mezzogiorno, dimenticato da anni se non relegato a interventi spot o addirittura vessato da proposte di riduzione dei trasferimenti, come sarebbe accaduto con i progetti di autonomia differenziata della destra di Salvini. Ora serve un confronto con tutte le parti sociali e le istituzioni, continuo, affinché quell'agenda di lavoro si trasformi in programmi e iniziative concrete"