Giuseppe Pirro
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Politica

Peppino Pirro: "Decaro? Emiliano? Vendola?...la Puglia!"

Già segretario regionale PPI, già presidente regionale “La Margherita, già coordinatore segreteria regionale PD

«Sabato sera, nella mia Andria, in collaborazione con la "Libreria 2000", abbiamo presentato il libro "Vicino" di Antonio De Caro. Alla iniziativa ha partecipato l'autore. Bella partecipazione di pubblico: tanti o pochi che fossero, tutti i gradini dell'anfiteatro della villa comunale erano occupati. E tanto basta. Le domande delle giovani e brave Roberta Sgaramella e Nunzia Saccotelli, in uno con i temi propri del libro, hanno portato in emersione in maniera netta, quanto di Antonio De Caro già conoscevo: una autorevolezza fatta di umiltà, pragmatismo, conoscenza. Il rapporto con la gente il primo dei suoi tratti distintivi, in uno con la competenza e la sensibilità politica. E' questo che spiega, in sintesi, il larghissimo consenso conseguito in in occasione delle Europee: oltre 500.000 voti di preferenza, un terzo dei quali conseguiti fuori dalla Puglia. Campania, Lucania, Calabria hanno generosamente sostenuto il candidato.
Questo voto lo ha investito di una responsabilità, e di un onore, che pochissimi prima di lui si sono visti riconoscere. Il Mezzogiorno d'Italia lo ha individuato come riferimento politico idoneo, e capace, di rappresentare gli interessi e le attese di questa area del Paese, dalle grandissime potenzialità, ancora inespresse, ed ancora oggi, scia di un processo di rapace spoliazione avviato dalla "Unità d'Italia", inchiodato nella sua antica residualit° economica e sociale.
Ed è proprio questo privilegio di rappresentanza democratica, che può generare un potenziale vulnus rispetto alla possibile prospettiva di candidato alla Presidenza della Regione Puglia. Può un Parlamentare Europeo dimettersi dalla funzione alla quale è stato eletto, peraltro a distanza di un solo anno, seppur per ricoprire un ruolo di sicura importanza come quello di Presidente della Regione Puglia? Sotto il profilo giuridico certamente si. Sotto quello politico, potrebbe. Sotto il profilo etico, certamente no. La sacralità del voto, del voto di preferenza, ne impone il rispetto con l'assolvimento del mandato conferito. Peraltro in un ruolo di sicuro prestigio, quello di presidente della "Commissione per il clima, l'ambiente e la sicurezza alimentare". Un ruolo strategico per le politiche europee che, come noto, gestisce con autorevolezza e nel quale sta conseguendo l'apprezzamento, oltre che della Commissione, anche dei diversi governi nazionali. Una funzione dalla quale può servire, ed ha cominciato a farlo efficacemente, gli interessi del Mezzogiorno d'Italia, compresa la nostra Puglia. Sconcertante la constatazione della pressione, che l'intero centro sinistra di fatto sta esercitando su De Caro, perché si candidi alla Presidenza della Regione Puglia. Certo motivata dalla sua popolarità e carisma elettorale ma che, legittimamente, una domanda la fa sorgere: è mai possibile che vent'anni di governo della Regione non abbiano promosso una classe dirigente dalla quale poter attingere per dare continuità al governo regionale da parte del fronte progressista? Non potrebbe questa pressione sostanziare una autodenuncia dei gruppi dirigenti, di partito e di governo, che hanno gestito per tanto lungo tempo le sorti della nostra Regione? Tempo nel quale enormi sono stati i passi in avanti realizzati sulle macerie della gestione "fittiana" e del centro destra. Un tempo iniziato con la candidatura di Emiliano a Sindaco di Bari, che porto nei miei ricordi più vividi: ero segretario regionale del Partito Popolare quando, a dispetto della lentezza e scetticismo delle altre forze politiche, osammo, tirando la volata alla candidatura dell'allora giovane magistrato. Si rivelò essere la prima pietra posta nella costruzione di quella che fu la "Primavera Pugliese". Che vide entrare nella giunta comunale i giovanissimi Antonio De Caro e Francesco Boccia. Ieri, salutandolo, Antonio mi ha sottolineato che lui è figlio di quella stagione. Arrivò poi, inaspettata, la Presidenza di Vendola, che sostanziò il profondo e virtuoso cambiamento delle politiche regionali, grazie anche al protagonismo profetico dell'indimenticabile Guglielmo Minervini, con il quale condivisi la fase di costituzione de "La Margherita". E quindi la presidenza di Emiliano, nel frattempo diventato segretario regionale del PD, del cui organismo ne sono stato, per pochi mesi per la verità, coordinatore, che mosse sulla scia di quelle profonde innovazioni. E quindi siamo all'oggi che è il punto di epilogo di una storia, del cui coinvolgimento personale ho fatto memoria per l'esclusiva motivo di dimostrare che parlo con cognizioni di causa. Che negli ultimi anni ha mostrato i segni di una stanchezza contaminata dal potere che, se esercitato in maniera insindacabile, ancorché legittima, logora "chi c'è l'ha". Che ha generato il tristo fenomeno dei transumanti della politica, attratti,ed accolti, dai pascoli verdi e appetitosi. Che ha reso possibile il proliferare di "cacicchiati" che avviliscono la partecipazione e degenerano la politica. Che ha legittimato il civismo della speculazione tipico di chi, come in borsa, investe sul trend per realizzare facili profitti. Insomma una condizione dalla quale, non De Caro che ha abbondantemente dimostrato di essere distante, la politica farebbe bene ad affrancarsi. Vivo oggi il privilegio di poter guardare alla politica con il distacco penetrante del "flaneur", il bellissimo personaggio introdotto da Baudelaire nel suo "Le Fleurs du Mal", che rende possibile di leggere le vicende con il disincanto che questa condizione consente. De Caro candidato Presidente della Regione? Emiliano e Vendola candidati Consiglieri? A questo punto poco importa. Vada come decideranno debba andare. La preoccupazione che , si si possa anche vincere, nel contempo la partecipazione al voto declini ancora di più. E di questo ne soffrirebbe la democrazia», conclude la nota di Peppino Pirro, già segretario regionale PPI, già presidente regionale "La Margherita, già coordinatore segreteria regionale PD.
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