
Vita di città
Parrocchia San Luigi a Castel del Monte: «E noi che fine faremo?»
La nota di Don Riccardo Agresti e dei parrocchiani a seguito dello scioglimento del Consiglio Comunale
Andria - sabato 20 aprile 2019
13.41
«Con lo scioglimento del Consiglio Comunale, noi che viviamo in periferia, al Castel del Monte e tra gli uliveti del territorio di Andria, che fine faremo? Se prima c'era un' Amministrazione ed era sorda a sentire il grido degli operatori turistici sul territorio, ora cosa succederà?»
Don Riccardo Agresti ed i suoi parrocchiani manifestano in una nota, la loro preoccupazione all'esito dello scioglimento del Consiglio Comunale.
«La nostra città ha un grande potenziale ma non abbiamo persone con passione che sappiano (o vogliano) metterci impegno per farlo fruttare. Qui, nel territorio della Chiesa San Luigi a Castel del Monte, siamo ogni giorno pieni di turisti (francesi, tedeschi, inglesi, ecc.) ed ora, con l'estate alle porte, lo saremo ancora di più ma il nostro più bel biglietto da visita, il Castello per appunto, oramai è diventato un biglietto indecente (basta pensare alla strada Lama di Carro che è piena di immondizie e a Contrada Posta Milella, piena di bidoni stracolmi e strade dissestate. I saggi della nostra politica hanno pensato che da adesso ci sarà un anno di immobilismo, ora più di prima?
Spero che non ci sia l'istigazione al "fai da te". Questo sarebbe un modo incivile di fare politica perché significa abrogare la democrazia. Le sorti della nostra città passano attraverso la ferialità e i professionisti della politica devono capire che non devono giocare sulla pelle dei lavorativi solo perché stanno calcolando le proprie poltrone. Quello che è stato fatto sta nelle responsabilità di ognuno ma noi non taceremo e non daremo in mano il nostro territorio ai calcolatori e agli avventori delle opportunità egoistiche. Ci sono tante risorse nella nostra città e vanno valorizzate.
Non ci fermiamo di fronte a chi pensa che tutto è perduto perché noi siamo costantemente in ascolto di tanta gente che si sta rimboccando le maniche e che chiede che ci sia la testimonianza da parte di tutti. I parolai devono smetterla di parlare alle pance di chi non vuole crescere. Dobbiamo innescare nuovamente dal basso l'appropriazione di ogni passo, di ogni quartiere della nostra città. Non dobbiamo permettere durante questo anno che tanti ciarlatani dettino le regole del bene comune.
Stiamo ascoltando la sofferenza di tante famiglie, operatori turistici ed imprenditori che vogliono un riscatto immediato nella partecipazione nella vita della nostra città. Chiederemo subito un incontro con il Commissario Prefettizio perché prenda a cuore le sorti dei nostri territori. Non chiediamo risposte ma vogliamo attenzioni nelle periferie del nostro territorio».
Don Riccardo Agresti ed i suoi parrocchiani manifestano in una nota, la loro preoccupazione all'esito dello scioglimento del Consiglio Comunale.
«La nostra città ha un grande potenziale ma non abbiamo persone con passione che sappiano (o vogliano) metterci impegno per farlo fruttare. Qui, nel territorio della Chiesa San Luigi a Castel del Monte, siamo ogni giorno pieni di turisti (francesi, tedeschi, inglesi, ecc.) ed ora, con l'estate alle porte, lo saremo ancora di più ma il nostro più bel biglietto da visita, il Castello per appunto, oramai è diventato un biglietto indecente (basta pensare alla strada Lama di Carro che è piena di immondizie e a Contrada Posta Milella, piena di bidoni stracolmi e strade dissestate. I saggi della nostra politica hanno pensato che da adesso ci sarà un anno di immobilismo, ora più di prima?
Spero che non ci sia l'istigazione al "fai da te". Questo sarebbe un modo incivile di fare politica perché significa abrogare la democrazia. Le sorti della nostra città passano attraverso la ferialità e i professionisti della politica devono capire che non devono giocare sulla pelle dei lavorativi solo perché stanno calcolando le proprie poltrone. Quello che è stato fatto sta nelle responsabilità di ognuno ma noi non taceremo e non daremo in mano il nostro territorio ai calcolatori e agli avventori delle opportunità egoistiche. Ci sono tante risorse nella nostra città e vanno valorizzate.
Non ci fermiamo di fronte a chi pensa che tutto è perduto perché noi siamo costantemente in ascolto di tanta gente che si sta rimboccando le maniche e che chiede che ci sia la testimonianza da parte di tutti. I parolai devono smetterla di parlare alle pance di chi non vuole crescere. Dobbiamo innescare nuovamente dal basso l'appropriazione di ogni passo, di ogni quartiere della nostra città. Non dobbiamo permettere durante questo anno che tanti ciarlatani dettino le regole del bene comune.
Stiamo ascoltando la sofferenza di tante famiglie, operatori turistici ed imprenditori che vogliono un riscatto immediato nella partecipazione nella vita della nostra città. Chiederemo subito un incontro con il Commissario Prefettizio perché prenda a cuore le sorti dei nostri territori. Non chiediamo risposte ma vogliamo attenzioni nelle periferie del nostro territorio».