Nuovo Centro per l'autismo Asl Bat: se ne è discusso a Bari nella III Commissione regionale

Si è tenuta ieri a Bari, la prevista seduta della III Commissione regionale, presieduta da Lucia Parchitelli.

Sull'avvio del centro di eccellenza per l'autismo, introdotto con legge 20 del 2023 e integrato con legge 28 del 2024, si è incentrata l'audizione richiesta da Grazia Di Bari, anche su sollecitazione dell' Intergruppo del Consiglio comunale di Andria.
"E' un tema che riguarda molte famiglie nella Asl Bat, circa 3000, che al momento sono senza risposte e in alcuni casi nell'impossibilità di effettuare le terapie", ha affermato Di Bari chiedendo informazioni precise sui tempi e le procedure e segnalando l'incremento massiccio della patologia sul territorio.
I consiglieri comunali, per i quali è intervenuto Michele Di Lorenzo, hanno espresso perplessità innanzitutto in merito alle procedure seguite dalla Asl nell'individuazione della sede del nuovo centro di eccellenza. In particolare Di Lorenzo ha evidenziato la anomala pubblicazione, a novembre scorso, di una richiesta di manifestazione di interesse aperta ai privati e con termine strettissimo, prima ancora che la legge (un articolo della legge 28 del 13 novembre 2024 in attuazione dell'articolo 7 della l.r. 20/2023) stabilisse i criteri d'individuazione della sede. Il procedimento di selezione dei sei Centri sanitari di eccellenza si sarebbe concluso entro il 30 novembre 2024.
A parere di Di Lorenzo è quanto meno mancata "una istruttoria finalizzata ad individuare immobili pubblici, pure presenti sul territorio".
Ne è conseguito che l'immobile scelto dalla Asl, facente capo alla Fondazione Pugliese, è stato poi registrato nella delibera di giunta 1775 insieme agli altri delle altre Asl. "Una fattispecie a formazione progressiva", secondo il consigliere comunale.
Il direttore generale della Asl Bat Tiziana Dimatteo ha ricostruito il procedimento argomentando che la manifestazione di interesse aveva solo una funzione esplorativa. La legge sui centri per l'autismo, per i quali è stato previsto un contributo complessivo di 12 milioni di euro, due per ciascun centro all'anno, prevede la possibilità, laddove non fossero disponibili strutture idonee, di affidarsi al mercato, anche per la gestione. Si è trattato quindi, per la dirigente, di un primo passo necessario a non perdere il finanziamento, prevedendo poi una ulteriore procedura di evidenza pubblica per la scelta della sede e poi anche per la gestione, con modalità da definire.
Dimatteo ha anche risposto alla domanda circa il possibile utilizzo dei fondi destinati al centro di eccellenza, attualmente bloccato, per i Cat già operativi sul territorio, spiegando che per questi presidi esistono altre linee di finanziamento.
Infine Dimatteo ha chiarito che rispetto alle domande di rimborso per le terapie si sono seguiti i criteri di priorità fissati dalla legge e che il limite di spesa di 415mila euro non ha permesso di coprire tutte le richieste. In proposito la dirigente del servizio strategie e governo assistenza alle persone in condizioni di fragilità Elena Memeo ha comunicato di aver avviato una ricognizione su eventuali economie effettuate in altre Asl con riferimento all'anno 2023, per valutare la possibilità di traferire queste risorse alla Asl Bat, consentendo così di soddisfare, a scorrimento, altre richieste.
Prima di entrare nel merito del centro per l'autismo della Asl Bat la dirigente Memeo ha annunciato che per i Cat si è aperta una possibilità di finanziamento, relativa ad adeguamenti strutturali, cambi di sede etc, grazie a fondi europei Fesr per la salute mentale. Si tratta di 35 milioni di euro su base regionale, con vincolo di destinazione anche per la neuropsichiatria infantile. A breve sarà notificato alle Asl il provvedimento che permetterà di presentare progettualità anche per sedi dedicate all'età evolutiva.
Con riguardo ai centri di eccellenza istituiti dalla legge la dirigente ha chiarito che la norma fissa i principi generali ma lascia ampio margine di organizzazione del servizio alle Asl. Se infatti si evince la preminente vocazione pubblica, con un percorso di coprogrammazione tra Regione, Asl e Comuni, la stessa legge prevede però la possibilità di affidare la gestione del centro a soggetti terzi.
A novembre 2024, approvata la legge, l'amministrazione regionale ha chiesto alle Asl di presentare la candidatura degli immobili destinati a essere sedi dei centri di eccellenza. Su quella base è stata fatta quindi la delibera di giunta nella quel figurano anche immobili non di proprietà Asl. Un passaggio necessario – ha argomentato Memeo - per poter accantonare le somme previste per la gestione dei centri. In tale contesto la candidatura dell'immobile della Fondazione pugliese è stata ammessa quindi in via provvisoria, precisando – come per la Asl Bari – che ci sarebbe stato un approfondimento sulle modalità di reclutamento di quella sede.
Memeo ha infine ribadito che il passaggio successivo è quello che ogni Asl stabilisca autonomamente come gestire la sede individuata e quindi attivare il centro di eccellenza, mentre alla giunta regionale è affidato dalla legge il compito di articolare più nel dettaglio, le modalità di co-programmazione e co-progettazione.