ospedale Lorenzo Bonomo di Andria
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Vita di città

Muore 23enne di Trinitapoli, all'ospedale "Bonomo" di Andria donati i suoi organi

In sala operatoria si sono avvicendate cinque equipe chirurgiche per prelevare cuore, fegato, reni, pancreas e cornee

Aveva solo 23 anni, una compagna di 21 e due figli di un anno e tre anni e mezzo. Di origini rumene ma residente a Trinitapoli da anni con la sua famiglia di origine. Era bracciante agricolo e i particolari dell'incidente in bicicletta che gli è costato la vita sono ancora tutti da chiarire. Il giovane 23enne è stato soccorso ieri quando era ancora cosciente e trasferito prima a Barletta e poi ad Andria dove le sue condizioni sono peggiorate e dove è stato possibile però eseguire una donazione multiorgano, la più importante e complessa che l'equipe diretta dal dottor Giuseppe Vitobello abbia mai gestito.

Nella sala operatoria diretta dal dottor Nicola Di Venosa si sono avvicendate cinque diverse equipe chirurgiche: i cardiochirurghi di Napoli hanno prelevato il cuore, l'equipe di Bari ha prelevato il fegato mentre pancreas e un rene sono stati prelevati dall'equipe di Milano dove è in corso un trapianto combinato. L'altro rene è stato prelevato dalla equipe di Foggia mentre le cornee sono state prelevate dalla equipe di oculistica di Andria, diretta dal dottor Fabio Massari, per essere inviate alla Banca degli Occhi di Mestre. Il consenso alla donazione è stato sottoscritto da tutti, genitori compagna e fratello, a sottolineare il profondo desiderio di dare un ultimo sì alla vita di V.M.

"Straziante e piena di speranza - ha detto Alessandro Delle donne, commissario straordinario della Asl Bt - questa storia lascia tutti noi senza parole ma con la volontà di far sentire il nostro abbraccio a tutta la famiglia di questo giovanissimo padre per la capacità che ha avuto di dare e dimostrare amore per la vita".

"Non è mai facile - dice Giuseppe Vitobello, Responsabile della unità operativa Trapianti - noi ci confrontiamo sempre con il dolore della perdita e proviamo a sostenerlo e canalizzarlo verso la vita che è insita nella donazione, ma oggi più che mai ci stringiamo attorno ai genitori, al fratello e alla giovanissima compagna del donatore e accarezziamo i suoi figli messi troppo presto di fronte alla perdita più difficile. Ci auguriamo che la vita che continua saprà con il tempo lenire le loro ferite".
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