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Mennea, Amati e Clemente fuori dalla maggioranza regionale dopo il passaggio con "Azione"

Emiliano: "L'uscita, più che provocatoria e incoerente, dimostra un disprezzo per la politica come corretta e seria relazione tra i soggetti politici"

Con la formalizzazione avvenuta ieri, 7 dicembre a Bari, alla presenza del leader di "Azione" Carlo Calenda, del passaggio dei consiglieri regionali del Partito Democratico Ruggiero Mennea e Fabiano Amati e del Civico Sergio Clemente nel c.d. "terzo polo", è arrivata la loro uscita dalla maggioranza di centrosinistra dalla Regione Puglia. A decretarla ufficialmente è stato lo stesso Michele Emiliano, dopo una riunione con le forze politiche che sostengono l'esecutivo regionale.

La decisione di aderire al nuovo soggetto politico facente capo a Calenda, era nell'aria già da qualche giorno e numerosi erano le voci che davano come imminente questo passaggio dei due consiglieri "dissidenti" della maggioranza di centrosinistra, da tempo critici con i vertici regionali del Partito Democratico.

"La nostra è una coalizione che si basa su un programma condiviso e su intese politiche che sono il risultato di percorsi pubblici e trasparenti. La nostra maggioranza di Governo è composta da Pd, Liste civiche e Movimento 5 Stelle. Nessun dialogo politico è mai stato intrapreso con Azione e Italia Viva, che hanno fatto sempre una ferma opposizione alla nostra amministrazione sia prima che dopo le elezioni regionali", ha tenuto a sottolineare il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

"La scelta di due consiglieri regionali eletti col PD di aderire ad altra formazione politica in aperta contrapposizione al gruppo e alla segreteria del PD, fa ben comprendere non solo che non vi sia spirito di leale collaborazione, ma tale scelta dei due consiglieri e del partito che li ha accolti appare come un atto ostile e scorretto nei confronti di uno dei partiti di maggioranza della Regione Puglia.

Si aggiunga che il partito che ha accolto i due consiglieri è da sempre dichiaratamente ostile ovunque in Italia al Movimento 5 Stelle che pure costituisce forza politica di riferimento della giunta regionale da me presieduta. L'uscita odierna, quindi, più che provocatoria e incoerente, dimostra un disprezzo per la politica come corretta e seria relazione tra i soggetti politici.
Giudico pertanto la dichiarazione del leader politico nazionale e dei suoi neoadepti locali di voler rimanere in maggioranza niente di più che una dimostrazione di mancanza di rispetto e di senso delle istituzioni politiche della Regione Puglia.
Dopo avere acquisito parere conforme da tutte le forze di maggioranza, non posso che estromettere formalmente dalla maggioranza tutti i consiglieri che oggi hanno aderito alla nuova formazione politica. In questo modo intendo confermare i rapporti di leale collaborazione e di rispetto istituzionale nei confronti del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle, di Con, di Per la Puglia e dei Popolari, di Sinistra Italiana che con efficacia e dedizione onorano con la loro azione il governo della Regione Puglia.
Una posizione che peraltro rispetta prima di ogni cosa gli indirizzi dei cittadini e cittadine che ci hanno votato, senza consentire l'elezione di nessun componente dell'aggregazione politica che invece oggi si è costituita utilizzando voti mai conquistati".
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