Cani randagi
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Vita di città

Maltrattato e poi ucciso un cucciolo nei pressi di piazza Caduti sul Lavoro

Ancora disinteresse da parte degli enti preposti alla tutela dei cani randagi. L'appello dell'associazioni di volontariato, "Amici di Magù-onlus"

Nel quartiere San Vito, precisamente in piazza Caduti sul Lavoro, da giorni si aggiravano quattro cuccioli con a seguito la mamma. Quotidianamente il titolare di un esercente presente nella zona, donava del cibo agli animali, che oramai abituati a ricevere queste particolari attenzioni, ogni mattina, attorno alle 6.00, facevano capolino dinanzi la vetrata del negozio.

Per il titolare era diventata una consuetudine piacevole, far trovare a quell' ora una busta colma di cibo, ai nostri amici a quattro zampe. Un'abitudine, purtroppo, destinata da lì a poco, ad essere turbata da una deplorevole vicenda.

Purtroppo, il male di certi uomini, continua ad inondare ciecamente le vie della città, poiché inspiegabilmente un nostro concittadino, forse colto da un attimo di follia, ha maltrattato fino ad uccidere uno dei quattro cuccioli. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dei passanti: oramai era passato troppo tempo per salvare l'indifeso cagnolino.

"Se poi al male uniamo il disinteresse delle istituzioni nei confronti degli animali randagi allora non possiamo che manifestare tutta la nostra indignazione" - affermano i volontari dell' associazione di volontariato, "Amici di Magù-onlus" di Andria. Infatti, pare che gli enti preposti alla cura e alla salvaguardia dei cani, come l'Asl Bat, il Servizio Veterinario e lo stesso Comune di Andria, continuano a manifestare scarsa considerazione nei confronti di questo crescente fenomeno del randagismo.

"Se ci fosse stata una maggiore attenzione da parte degli organi istituzionali, sicuramente molti nostri amici a quattro zampe si sarebbero salvati, molto spesso vittime non soltanto della follia di certi uomini, ma anche di altri cani randagi o animali selvatici che li sbranano, riducendoli in fin di vita e senza considerare che alcuni cuccioli sono deceduti per disidratazione" - continuano i volontari dell' associazione.

Infatti, molto spesso, gli interventi di tutela vengono esclusivamente, effettuati dalle associazioni di volontariato locali che devono provvedere, da soli, alle cure mediche degli animali e affrontando, per altro, l'enorme esborso economico che questi stessi interventi comportano.

Pertanto, ancora una volta, si invitano gli uffici preposti alla tutela degli animali, a rispettare quei principi sanciti da un punto di vista normativo sin dal 1991, anno in cui è stata emanata la legge quadro del 14 agosto 1991, n.281, che enuncia il principio generale secondo il quale "lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d'affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente".
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