
Vita di città
Ladri di biciclette
Ad Andria biciclette sparite nel nulla dagli stalli di "Bicincittà"
Andria - lunedì 12 marzo 2018
Continuano ad essere presenti, in completo stato di abbandono e degrado in vari punti della città, le postazioni di Bicincittà, le cui bici da tempo sono sparite nel nulla.
La domanda che ci poniamo è questa: che fine hanno fatto le biciclette? Malinconicamente sono rimasti solo gli stalli delle 12 postazioni di Bike sharing presenti in altrettanto punti della città.
L'innovativo sistema di noleggio biciclette automatico, istituito nel 2011, con una flotta di ben 120 bici, doveva essere di utilità a chi arrivava in città col treno o con l'autobus per muoversi agevolmente ma anche per gli stessi andriesi che potevano sperimentare un sistema molto più salutare di mobilità alternativa, rispettosa dell'ambiente. Un bel progetto quindi, volto alla mobilità sostenibile per i piccoli spostamenti, nell'ottica di disincentivare l'utilizzo dei veicoli a motore, in primis l'auto.
Il 1° luglio 2016 arrivò agli utilizzatori una mail contenente il seguente messaggio: "Sospensione servizio bike sharing. Gentile utente, la informiamo che a partire dal 1 luglio 2016 il servizio di bike sharing "AndriainBici" è sospeso fino a nuova comunicazione".
In pratica si metteva la parola fine ad un bene comune, appartenente a tutta la collettività, costato alle tasche dei contribuenti circa 160 mila euro, che una minoranza di cittadini con carenza di senso civico non ha saputo custodire e salvaguardare da atti vandalici e furti.
A poco sono valsi i servizi di sorveglianza della Polizia Municipale, e l'invito del Sindaco Nicola Giorgino al rispetto per la cosa pubblica ed al senso di appartenenza alla città, per scongiurare i ripetuti atti vandalici e furti perpetrati a danno delle ciclo stazioni.
E' d'obbligo chiedersi come mai allo stato attuale il servizio non è stato ripristinato e per quale ragione dopo tanto tempo di inutilizzo, le colonnine per agganciare le bici, nel frattempo diventate pericolose e di intralcio per i pedoni e soprattutto per i più piccoli, non sono state rimosse?
Al nostro occhio cittadino la scena può apparire normale, non è così per chi arriva da un'altra località e si trova davanti ad uno scenario deturpante. Questo è il costo di una città che paga per l'inciviltà. Questo il pessimo biglietto da visita che offriamo ai turisti.
Un'altro esempio emblematico di una gestione fallimentare del bene pubblico e di un lodevole progetto alternativo alla mobilità urbana finito miseramente male.
La domanda che ci poniamo è questa: che fine hanno fatto le biciclette? Malinconicamente sono rimasti solo gli stalli delle 12 postazioni di Bike sharing presenti in altrettanto punti della città.
L'innovativo sistema di noleggio biciclette automatico, istituito nel 2011, con una flotta di ben 120 bici, doveva essere di utilità a chi arrivava in città col treno o con l'autobus per muoversi agevolmente ma anche per gli stessi andriesi che potevano sperimentare un sistema molto più salutare di mobilità alternativa, rispettosa dell'ambiente. Un bel progetto quindi, volto alla mobilità sostenibile per i piccoli spostamenti, nell'ottica di disincentivare l'utilizzo dei veicoli a motore, in primis l'auto.
Il 1° luglio 2016 arrivò agli utilizzatori una mail contenente il seguente messaggio: "Sospensione servizio bike sharing. Gentile utente, la informiamo che a partire dal 1 luglio 2016 il servizio di bike sharing "AndriainBici" è sospeso fino a nuova comunicazione".
In pratica si metteva la parola fine ad un bene comune, appartenente a tutta la collettività, costato alle tasche dei contribuenti circa 160 mila euro, che una minoranza di cittadini con carenza di senso civico non ha saputo custodire e salvaguardare da atti vandalici e furti.
A poco sono valsi i servizi di sorveglianza della Polizia Municipale, e l'invito del Sindaco Nicola Giorgino al rispetto per la cosa pubblica ed al senso di appartenenza alla città, per scongiurare i ripetuti atti vandalici e furti perpetrati a danno delle ciclo stazioni.
E' d'obbligo chiedersi come mai allo stato attuale il servizio non è stato ripristinato e per quale ragione dopo tanto tempo di inutilizzo, le colonnine per agganciare le bici, nel frattempo diventate pericolose e di intralcio per i pedoni e soprattutto per i più piccoli, non sono state rimosse?
Al nostro occhio cittadino la scena può apparire normale, non è così per chi arriva da un'altra località e si trova davanti ad uno scenario deturpante. Questo è il costo di una città che paga per l'inciviltà. Questo il pessimo biglietto da visita che offriamo ai turisti.
Un'altro esempio emblematico di una gestione fallimentare del bene pubblico e di un lodevole progetto alternativo alla mobilità urbana finito miseramente male.