Commento
La tela e il cielo: imparare a ripartire dalla sconfitta!
Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
Andria - martedì 2 ottobre 2018
E' quasi in devoto raccoglimento che spesso mi fermo a leggere il pensiero inciso all'ingresso destro della stazione ferroviaria della mia Città, Andria. Recita così: "La mia Città è la Tela. Il Cielo la Cornice".
Breve e profondo, mi riporta alla mente il Bello della mia Città: dal Vicolo più Piccolo del mondo, allo scroscio dell'acqua della fontana di Porta la Barra; dalla Chiesetta Rupestre nel quartiere Camaggio, alla maestosa Basilica di Santa Maria dei Miracoli; dai vicoli stretti del centro storico che t'accompagnano, alla meravigliosa Cattedrale dedicata a Maria Assunta.
Colgo il Bello nelle sue strade e nelle sue piazze, nei suoi giardini e nei suoi slarghi; nonostante le ferite aperte dall'incuria, colgo il bello. Passando poi dal sorriso contagioso di un bambino, il saluto e la storia di un anziano, il profumo di una focaccia….eccomi al Bello della maestosa e Centrale Piazza Catuma! E da qui, dal Centro, accogliendo l'invito del Vescovo, riparto e m'imbatto nei volti di quanti, con quotidiana dedizione, compiono gesti di fraternità verso chi è staffilato dalla vita: ammalati, diversamente abili, anziani, poveri, emarginati, emigrati….
E mi commuove, mi commuove profondamente vedere, con gli occhi dell'anima, essere loro, tutti questi prossimi, il "prezioso Dipinto di quella Tela"; essere "l'Oro" della mia Città, che col suo splendore mette in risalto ciò che è Vero, ciò che è Buono, ciò che è Bello della mia Città.
Mi commuove e nel contempo mi addolora, in questo momento che essa attraversa, constatare quanto una politica incapace di guardare e portare avanti, povera in trasparenza e ideali, spesso sorda e cieca, che ha paura della fraternità, che vede nemici dappertutto, quanto una simile politica possa concorrere nel deturpare la Bellezza di quel Prezioso Dipinto, Patrimonio della mia Città!
Mi si perdoni l'inusuale linguaggio, così come il parafrasare, dopo 25 anni, quel grido di Papa Wojtyla nella Valle dei Templi: "Verrà un giorno il giudizio (di Dio) della Storia"! Giudizio che ci coinvolgerà come cristiani per aver speso il tempo a edificare interiormente solo noi stessi e non a condividere la fatica del resto dell'umanità per la costruzione di una società più giusta; ci coinvolgerà come cittadini se per pigrizia o interesse ci fossimo accontentati del 'nudo votare', invece di esercitare una doverosa, costante funzione di controllo e di stimolo verso gli eletti; ci coinvolgerà come uomini politici o amministratori, per non aver avuto cuore e mente aperti a tutti, per non aver fatto posto ad altri perché attaccati alla poltrona, per aver posposto il bene comune a quello del proprio interesse o a quello della propria parte politica.
Sì, verrà quel giudizio! E stolti saremmo se restassimo con le mani in mano solo ad aspettarlo e non invece ad operare affinché quel giudizio sia il meno severo possibile.
Ci vuole coraggio ma insieme possiamo farcela, se con umiltà ci "dimettiamo tutti", se tutti sappiamo perdere qualcosa di noi stessi, scendere dal proprio scranno,…quello dell'orgoglio, dell'egoismo, della superbia; insomma: se impariamo a ripartire dalla sconfitta!
Breve e profondo, mi riporta alla mente il Bello della mia Città: dal Vicolo più Piccolo del mondo, allo scroscio dell'acqua della fontana di Porta la Barra; dalla Chiesetta Rupestre nel quartiere Camaggio, alla maestosa Basilica di Santa Maria dei Miracoli; dai vicoli stretti del centro storico che t'accompagnano, alla meravigliosa Cattedrale dedicata a Maria Assunta.
Colgo il Bello nelle sue strade e nelle sue piazze, nei suoi giardini e nei suoi slarghi; nonostante le ferite aperte dall'incuria, colgo il bello. Passando poi dal sorriso contagioso di un bambino, il saluto e la storia di un anziano, il profumo di una focaccia….eccomi al Bello della maestosa e Centrale Piazza Catuma! E da qui, dal Centro, accogliendo l'invito del Vescovo, riparto e m'imbatto nei volti di quanti, con quotidiana dedizione, compiono gesti di fraternità verso chi è staffilato dalla vita: ammalati, diversamente abili, anziani, poveri, emarginati, emigrati….
E mi commuove, mi commuove profondamente vedere, con gli occhi dell'anima, essere loro, tutti questi prossimi, il "prezioso Dipinto di quella Tela"; essere "l'Oro" della mia Città, che col suo splendore mette in risalto ciò che è Vero, ciò che è Buono, ciò che è Bello della mia Città.
Mi commuove e nel contempo mi addolora, in questo momento che essa attraversa, constatare quanto una politica incapace di guardare e portare avanti, povera in trasparenza e ideali, spesso sorda e cieca, che ha paura della fraternità, che vede nemici dappertutto, quanto una simile politica possa concorrere nel deturpare la Bellezza di quel Prezioso Dipinto, Patrimonio della mia Città!
Mi si perdoni l'inusuale linguaggio, così come il parafrasare, dopo 25 anni, quel grido di Papa Wojtyla nella Valle dei Templi: "Verrà un giorno il giudizio (di Dio) della Storia"! Giudizio che ci coinvolgerà come cristiani per aver speso il tempo a edificare interiormente solo noi stessi e non a condividere la fatica del resto dell'umanità per la costruzione di una società più giusta; ci coinvolgerà come cittadini se per pigrizia o interesse ci fossimo accontentati del 'nudo votare', invece di esercitare una doverosa, costante funzione di controllo e di stimolo verso gli eletti; ci coinvolgerà come uomini politici o amministratori, per non aver avuto cuore e mente aperti a tutti, per non aver fatto posto ad altri perché attaccati alla poltrona, per aver posposto il bene comune a quello del proprio interesse o a quello della propria parte politica.
Sì, verrà quel giudizio! E stolti saremmo se restassimo con le mani in mano solo ad aspettarlo e non invece ad operare affinché quel giudizio sia il meno severo possibile.
Ci vuole coraggio ma insieme possiamo farcela, se con umiltà ci "dimettiamo tutti", se tutti sappiamo perdere qualcosa di noi stessi, scendere dal proprio scranno,…quello dell'orgoglio, dell'egoismo, della superbia; insomma: se impariamo a ripartire dalla sconfitta!