Politica
La falsa promessa di Giorgino e la sua giunta di tagliarsi le indennità del 50%
L'ex consigliere comunale e presidente provinciale Pd, Giovanna Bruno, svela un retroscena messo in atto dall'esecutivo di centrodestra
Andria - venerdì 2 agosto 2019
19.43
"L'unico atto sensato della Giunta Giorgino, ossia quello di tagliare del 50% gli stipendi agli assessori, non ha avuto seguito".
Una novità, e di non poco conto, viene rese nota dall'ex consigliere comunale e presidente provinciale del Partito Democratico, l'avv. Giovanna Bruno.
"Se ai nostri ex amministratori fosse rimasto un pò di buon senso, avrebbero rinunciato all'intero stipendio, visti i danni che hanno causato alla città. Non sarebbe servito a riappianare il debito da loro causato, ma sarebbe stato un segnale apprezzabile, come a dire: "chi rompe paga, noi abbiamo ridotto Andria in macerie, ecco la nostra parte!".
Invece i nostri eroi sono riusciti con un trucchetto a ridursi l'indennità solo del 25% e non del 50 come aveva stabilito il Consiglio Comunale e avevano promesso loro sbandierandolo ai 4 venti.
Qual è il trucchetto? Lo spieghiamo subito.
Il consiglio comunale, approvando il piano di riequilibrio, grazie alla delibera n. 56 del 27/11/2018, aveva dato indirizzo alla Giunta comunale di ridurre del 50% l'indennità a partire dall'1/1/2019.
Perché il taglio fosse effettivo la Giunta avrebbe dovuto recepire l'indicazione del Consiglio e deliberare. Cosa che non ha fatto. Quindi è rimasta effettiva la delibera n.177 del 18/11/2018, e lo stipendio degli assessori è sceso solo del 25%.
Cosa possiamo fare allora noi cittadini per non essere presi in giro?
Possiamo chiedere al Commissario Tufariello, avendo lui anche i poteri della Giunta Comunale, qualora ve ne fossero i presupposti, di dare seguito a questo indirizzo del Consiglio Comunale, che rientrava nel risparmio di spesa delle indennità inserite nel piano di riequilibrio. Facendolo, sempre se fosse possibile, ridurrebbe del 50% le indennità del sindaco e degli assessori comunali per i mesi da gennaio ad aprile 2019.
Giorgino e la sua giunta hanno fatto i furbi e adesso è giusto che si ristabilisca la legalità. Non è una questione di lana caprina, è una questione di rispetto e di dignità", conclude l'avv. Giovanna Bruno.
Una novità, e di non poco conto, viene rese nota dall'ex consigliere comunale e presidente provinciale del Partito Democratico, l'avv. Giovanna Bruno.
"Se ai nostri ex amministratori fosse rimasto un pò di buon senso, avrebbero rinunciato all'intero stipendio, visti i danni che hanno causato alla città. Non sarebbe servito a riappianare il debito da loro causato, ma sarebbe stato un segnale apprezzabile, come a dire: "chi rompe paga, noi abbiamo ridotto Andria in macerie, ecco la nostra parte!".
Invece i nostri eroi sono riusciti con un trucchetto a ridursi l'indennità solo del 25% e non del 50 come aveva stabilito il Consiglio Comunale e avevano promesso loro sbandierandolo ai 4 venti.
Qual è il trucchetto? Lo spieghiamo subito.
Il consiglio comunale, approvando il piano di riequilibrio, grazie alla delibera n. 56 del 27/11/2018, aveva dato indirizzo alla Giunta comunale di ridurre del 50% l'indennità a partire dall'1/1/2019.
Perché il taglio fosse effettivo la Giunta avrebbe dovuto recepire l'indicazione del Consiglio e deliberare. Cosa che non ha fatto. Quindi è rimasta effettiva la delibera n.177 del 18/11/2018, e lo stipendio degli assessori è sceso solo del 25%.
Cosa possiamo fare allora noi cittadini per non essere presi in giro?
Possiamo chiedere al Commissario Tufariello, avendo lui anche i poteri della Giunta Comunale, qualora ve ne fossero i presupposti, di dare seguito a questo indirizzo del Consiglio Comunale, che rientrava nel risparmio di spesa delle indennità inserite nel piano di riequilibrio. Facendolo, sempre se fosse possibile, ridurrebbe del 50% le indennità del sindaco e degli assessori comunali per i mesi da gennaio ad aprile 2019.
Giorgino e la sua giunta hanno fatto i furbi e adesso è giusto che si ristabilisca la legalità. Non è una questione di lana caprina, è una questione di rispetto e di dignità", conclude l'avv. Giovanna Bruno.