Commento
In politica, da cristiani
Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
Andria - lunedì 24 settembre 2018
12.03
Eppure, sugli scanni della vita socio-politica siamo in molti a sedere come cristiani, a dichiararci cristiani ma ancora in pochi e poco a credere che la forza dirompente del Vangelo è applicabile anche in questi campi. Così nella vita privata dove, non di rado, accade che, pur buoni e bravi, rimaniamo ben distanti dal condividere la fatica di quanti sono impegnati nell'edificare una società più giusta; oppure, - che è peggio, secondo Igino Giordani - "se entrando in politica accettiamo i compromessi finendo di fatto di separare la stessa politica dall'etica vanificando così la sapienza del Vangelo".
Eppure, pur con le sue degenerazioni, rischi e disagi che a volte creano repulsa, l'impegno socio-politico ha molti aspetti affascinanti e profondi che, come cristiani, dovremmo riscoprire. A ciò esortano le innumerevoli grida di aiuto che da più punti intorno a noi quotidianamente si levano; lo esorta la stessa Chiesa, di cui noi ci vantiamo di appartenere, quando nella Gaudium et Spes afferma: "che stima degna di lode e considerazione l'opera di coloro che, per servire gli uomini, si dedicano al bene della cosa pubblica e assumono il peso della relativa responsabilità" (75); o quando ci assicura che, se come cristiani questo faremo, adempiremo a una duplice funzione: "provvedere al bene comune e al tempo stesso aprire le vie al Vangelo" (Apostolicam Actuositatem, 14).
Come cristiani, altresì, dovremmo gioire di possedere un patrimonio di principi ideali e sociali, che all'azione politica possono dare una identità inconfondibile purché "la dottrina sociale sia parte della concezione cristiana della vita". (San Giovanni XXIII – Mater et Magistra, 231).
Insomma: Ritrovare la luce del Vangelo! Aprire le vie al Vangelo! E' in tal modo - afferma il professor Tommaso Sorgi - "che come cristiani possiamo testimoniare Gesù anche in politica davanti a tutti e reinserirlo in questo mondo che è, sì, secolarizzato e si mostra diffidente verso certe strutture ecclesiali, ma spesso si scopre non del tutto insensibile a un certo fascino del Rabbi di Nazareth". (Centro Mariapoli, 6-9/03/1986)
Si potrà obiettare che Gesù non ha fatto politica: è vero. Gesù non ha fatto politica né fu economista e mai ha dato soluzioni in tal senso ma, se non risolse direttamente i problemi, col rettificare le tendenze spirituali, che sono alla radice di tutta l'attività pratica, mise nel cuore dell'uomo il sentimento della salvezza e gli illuminò la mente sulla causa prima delle crisi. "Poiché i beni esterni nascono dai beni interni".
"Prima cercate il Regno di Dio,…e riceverete 100 volte tanto". E cosa è quel 100 volte se non anche "il centuplo in case, lavoro, soluzioni ai problemi sociali e politici?". E poi: "Qualunque cosa chiederete, vi sarà dato": nientemeno, "qualunque cosa". E cosa vuol dire se non anche pace, superamento dei conflitti, giustizia sociale?
Sì, vogliamo crederlo: "Se un giorno l'umanità accettasse il Regno di Dio, non vi sarebbero più crisi sociali, economiche e politiche perché tutto, beni, talenti, forze, intelligenze sarebbero messe fraternamente a disposizione di tutti".
"L'ideale è altissimo: ma bisogna tendere alle cime, per elevarsi"- scriveva il Servo di Dio Igino Giordani. E tendere alle cime richiede un impegno formativo.
E qui un pensiero grato va alle "Scuole di formazione socio-politiche" sorte numerose da più parti per il prezioso servizio che rendono non solo alla Comunità ecclesiale ma anche al Paese. Vero è che, da una piccola indagine, emerge come ci sia, sì, un interesse diffuso a frequentarle, ma poi solo in pochi si scommettono nell'impegno personale successivo attraverso una candidatura, mettendo a frutto la formazione acquisita.
C'è da dire però, che non è solo colpa loro, perché tutti i partiti politici (tutti senza eccezioni) tengono le porte chiuse e blindano le proprie liste inserendo solo persone di loro fiducia (gli "yes-men": io ti candido, ma se poi vieni eletto, tu rispondi al partito sulle scelte da votare in Consiglio Comunale!), mentre coloro che si sono formati in percorsi esterni ai partiti, pur avendo acquisito solide competenze e facendo riferimento a un quadro valoriale elevato, sono considerati…."inaffidabili" perché poco disponibili ad essere etero-diretti!
In ogni caso, pur non approdando in Consiglio Comunale, queste persone, attraverso quel percorso formativo, sono maturate certamente in consapevolezza civica, come cittadini attivi.
Forse è anche per questo che i partiti politici sono in profonda crisi e sono sempre più distanti dai cittadini (che reagiscono rifugiandosi nell'anti-politica).
Eppure, pur con le sue degenerazioni, rischi e disagi che a volte creano repulsa, l'impegno socio-politico ha molti aspetti affascinanti e profondi che, come cristiani, dovremmo riscoprire. A ciò esortano le innumerevoli grida di aiuto che da più punti intorno a noi quotidianamente si levano; lo esorta la stessa Chiesa, di cui noi ci vantiamo di appartenere, quando nella Gaudium et Spes afferma: "che stima degna di lode e considerazione l'opera di coloro che, per servire gli uomini, si dedicano al bene della cosa pubblica e assumono il peso della relativa responsabilità" (75); o quando ci assicura che, se come cristiani questo faremo, adempiremo a una duplice funzione: "provvedere al bene comune e al tempo stesso aprire le vie al Vangelo" (Apostolicam Actuositatem, 14).
Come cristiani, altresì, dovremmo gioire di possedere un patrimonio di principi ideali e sociali, che all'azione politica possono dare una identità inconfondibile purché "la dottrina sociale sia parte della concezione cristiana della vita". (San Giovanni XXIII – Mater et Magistra, 231).
Insomma: Ritrovare la luce del Vangelo! Aprire le vie al Vangelo! E' in tal modo - afferma il professor Tommaso Sorgi - "che come cristiani possiamo testimoniare Gesù anche in politica davanti a tutti e reinserirlo in questo mondo che è, sì, secolarizzato e si mostra diffidente verso certe strutture ecclesiali, ma spesso si scopre non del tutto insensibile a un certo fascino del Rabbi di Nazareth". (Centro Mariapoli, 6-9/03/1986)
Si potrà obiettare che Gesù non ha fatto politica: è vero. Gesù non ha fatto politica né fu economista e mai ha dato soluzioni in tal senso ma, se non risolse direttamente i problemi, col rettificare le tendenze spirituali, che sono alla radice di tutta l'attività pratica, mise nel cuore dell'uomo il sentimento della salvezza e gli illuminò la mente sulla causa prima delle crisi. "Poiché i beni esterni nascono dai beni interni".
"Prima cercate il Regno di Dio,…e riceverete 100 volte tanto". E cosa è quel 100 volte se non anche "il centuplo in case, lavoro, soluzioni ai problemi sociali e politici?". E poi: "Qualunque cosa chiederete, vi sarà dato": nientemeno, "qualunque cosa". E cosa vuol dire se non anche pace, superamento dei conflitti, giustizia sociale?
Sì, vogliamo crederlo: "Se un giorno l'umanità accettasse il Regno di Dio, non vi sarebbero più crisi sociali, economiche e politiche perché tutto, beni, talenti, forze, intelligenze sarebbero messe fraternamente a disposizione di tutti".
"L'ideale è altissimo: ma bisogna tendere alle cime, per elevarsi"- scriveva il Servo di Dio Igino Giordani. E tendere alle cime richiede un impegno formativo.
E qui un pensiero grato va alle "Scuole di formazione socio-politiche" sorte numerose da più parti per il prezioso servizio che rendono non solo alla Comunità ecclesiale ma anche al Paese. Vero è che, da una piccola indagine, emerge come ci sia, sì, un interesse diffuso a frequentarle, ma poi solo in pochi si scommettono nell'impegno personale successivo attraverso una candidatura, mettendo a frutto la formazione acquisita.
C'è da dire però, che non è solo colpa loro, perché tutti i partiti politici (tutti senza eccezioni) tengono le porte chiuse e blindano le proprie liste inserendo solo persone di loro fiducia (gli "yes-men": io ti candido, ma se poi vieni eletto, tu rispondi al partito sulle scelte da votare in Consiglio Comunale!), mentre coloro che si sono formati in percorsi esterni ai partiti, pur avendo acquisito solide competenze e facendo riferimento a un quadro valoriale elevato, sono considerati…."inaffidabili" perché poco disponibili ad essere etero-diretti!
In ogni caso, pur non approdando in Consiglio Comunale, queste persone, attraverso quel percorso formativo, sono maturate certamente in consapevolezza civica, come cittadini attivi.
Forse è anche per questo che i partiti politici sono in profonda crisi e sono sempre più distanti dai cittadini (che reagiscono rifugiandosi nell'anti-politica).