il sivone
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Commento

Il sivone, pianta buonissima da mangiare e che fa tanto bene alla salute

Lo storico ecologista Nicola Montepulciano, ci decanta le virtù di questa pianta spontanea della nostra Murgia

"Osservare le piante senza conoscerne il nome non è mai stata cosa a me gradita, come pure il contrario, sentire o sapere il nome delle piante e non essere in grado di riconoscerle sul campo. Utile, allora, avvalersi di vari metodi per lo studio delle piante, anche di quelle locali. Per questo a suo tempo ( un po' lontano ) mi recavo in campagna o sulla Murgia con persone "esperte". Spesso era una fatica dura perché riconoscevano pochissime piante e per giunta col nome dialettale, a volte neanche questo, ed erano contenti perché si riempivano bustoni di varie specie di erbe eduli. Loro. Amareggiato non raccoglievo niente perché non era quello il mio scopo. Colte due sole piante, a casa mi toccava sfogliare, prima che appassissero, pagina dopo pagina i testi di botanica per cercare di riconoscerle con precisione e quindi venire a conoscenza del relativo nome scientifico e quello comune. Inoltre, trascorrevo intere ore a leggere su testi di botanica le caratteristiche delle piante, ma anche per imprimere nella memoria le relative immagini per poterle riconoscere sul campo. Libri alla mano, poi, andavo in giro per i campi in solitaria. Questi metodi, insieme a qualche altro, mi hanno permesso di riconoscere, complessivamente, un centinaio di piante, soprattutto del Gurgo, molte delle quali si rinvengono sulla Murgia, nei boschi, nelle campagne. Una pianta che mi ha procurato difficoltà è quella che nel nostro dialetto si chiama "s(e)vaun(e). Indicatami con questo nome, per quanti sforzi potessi compiere, non riuscivo a riconoscerla, perché, ovviamente, era impossibile rinvenire su un qualsiasi testo questa pianta col nome decisamente dialettale. L'unica speranza era riuscire a riconoscerla attraverso le foto.

Ma un solo testo riportava la foto di questa pianta però allo stadio stramaturo, che non somigliava per niente a quella giovane che avevo in mano. Alcuni anni fa fu pubblicato il libro " Erbe spontanee in Terra di Bari" che pose fine alle mie difficoltà, perché nella descrizione a pag. 100 sono riportati i nomi dialettali in uso in varie zone di Puglia: seveune, sivone, sivon, svun, altro ancora e a fianco una bella riproduzione fotografica che mi permise di riconoscerla immediatamente a dispetto del suo polimorfismo. Così il nome scientifico binomiale latino è Sonchus oleraceus L., quello italiano "grespino comune". Non riuscivo però a comprendere perché il nostro dialetto usa il termine s(e)vaun(e) che nulla ha a che fare sia con la denominazione scientifica latina che italiana. Un mio parente, Nicola Binetti, originario di Grumo Appula mi diede la possibilità di consultare, da ultimo, la "Grammatica e lessico etimologico del dialetto di Grumo Appula, del prof Giovanni Colasuonno. A pag.87 si legge: sevàune, da sèive, vd.: lett. sibone o sivone; erba di sapore dolciastro….. il nome forse deriva dal fatto che dalle foglie strappate ( ma anche dal fusto spezzato ndr ) fuoriesce una sorta di latice vischioso, untuoso…".

Dovrebbe essere proprio così, perché "sèive"deriva dal latino "sebum": sebo o sevo. Chi e perché, nei secoli scorsi, decise di adottare questo termine non è dato sapere. Posso fare solo ipotesi. Per secoli l'Italia Meridionale è stata sotto il dominio di francesi e spagnoli. Consultando il vocabolario della lingua francese "Il piccolo Mariotti" si legge alla voce "linfa": (anat.) lynphe || (bot.) sève. In un piccolo vocabolario della lingua spagnola "De Agostini" alla stessa voce si legge: (med.) linfa; (bot.) savia. Forse qualche studioso di quel periodo intese denominare il Sonchus riferendosi al latice ma in latino. Le popolazioni delle varie città si adeguarono apportando variazioni in base al loro dialetto. E' solo un'ipotesi, perché, che io sappia, Andria non ha mai avuto studiosi di botanica nei secoli scorsi, nè, tanto meno, esistono pubblicazioni antiche sulla botanica dai quali attingere notizie in merito. Non si può escludere che un termine simile fosse già in uso prima delle dominazioni francese e spagnola. Concludo con una considerazione: quali siano stati i processi linguistici, il grespino, oh! Scusate, il sivone è buonissimo da mangiare e fa tanto bene alla salute ( senza eccedere ) purché raccolto in campi per nulla inquinati", conclude l'ecologista Nicola Montepulciano.
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