Politica
Dimissioni Di Pilato? La presidente: "Resto al mio posto"
"E devolvo il 50% della mia indennità alle associazioni meritevoli"
Andria - mercoledì 6 dicembre 2017
12.47
«Io non solo non mi dimetto perchè mi sono attenuta al regolamento e nient'altro ma d'ora in poi devolverò il 50 percento della mia indennità ogni mese alle associazioni meritevoli». Replica così la presidente del consiglio, Laura Di Pilato alla richiesta di dimissioni avanzata della maggioranza o almeno da una parte, contenuta in un documento del quale lei non è a conoscenza. «Vi sembra normale che apprendo della sfiducia nel mio ruolo dalla stampa, così come degli ispettori del Mef da Facebook? Oppur esento nei corridoi del comune parlare delle 29 denunce della Corte dei conti?».
In realtà la sfiducia nell'operato della presidente era nell'aria da tempo, già in estate sembra girasse un documento simile. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso nell'ultimo consiglio comunale in cui la Di Pilato interrompendo la relazione dell'assessore Paola Albo ha chiesto al segretario generale la verifica del numero legale con l'appello, il sindaco ed alcuni consiglieri di maggioranza di sono opposti a tale istanza generando nella di Pilato la ormai nota reazione. «Non ho apprezzato, - spiega la presidente - l'ingerenza di alcuni. Nel momento in cui ho chiesto al segretario di fare l'appello ero la massima rappresentante dei consiglieri. Questo non è un gioco, in aula si decidono le sorti della città e quindi dobbiamo svolgere il nostro ruolo con senso di responsabilità».
La Di Pilato spiega che «si era accorta che non c'erano più i numeri per continuare, eravamo in 16 e ritiene che fare la verifica in quel momento significava sospendere i lavori solo per 15 minuti invece se la verifica fosse stata fatta al momento del voto il consiglio si sarebbe sciolto a danno di provvedimenti importanti». Quindi la presidente ha preso quella decisione nell'interesse di tutti e non per fare lo sgambetto a qualcuno rivendicando il suo ruolo di garante anche delle minoranze.
In realtà la sfiducia nell'operato della presidente era nell'aria da tempo, già in estate sembra girasse un documento simile. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso nell'ultimo consiglio comunale in cui la Di Pilato interrompendo la relazione dell'assessore Paola Albo ha chiesto al segretario generale la verifica del numero legale con l'appello, il sindaco ed alcuni consiglieri di maggioranza di sono opposti a tale istanza generando nella di Pilato la ormai nota reazione. «Non ho apprezzato, - spiega la presidente - l'ingerenza di alcuni. Nel momento in cui ho chiesto al segretario di fare l'appello ero la massima rappresentante dei consiglieri. Questo non è un gioco, in aula si decidono le sorti della città e quindi dobbiamo svolgere il nostro ruolo con senso di responsabilità».
La Di Pilato spiega che «si era accorta che non c'erano più i numeri per continuare, eravamo in 16 e ritiene che fare la verifica in quel momento significava sospendere i lavori solo per 15 minuti invece se la verifica fosse stata fatta al momento del voto il consiglio si sarebbe sciolto a danno di provvedimenti importanti». Quindi la presidente ha preso quella decisione nell'interesse di tutti e non per fare lo sgambetto a qualcuno rivendicando il suo ruolo di garante anche delle minoranze.