Politica
D'Ambrosio (M5S): «Amministrazione afona sui problemi reali della città»
L'Onorevole andriese su rifiuti, bilancio, ferrovia, ITA, sanità e rimpasti
Andria - venerdì 25 luglio 2014
Torna a parlar di Amministrazione Giorgino, il deputato andriese del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe D'Ambrosio, che in una nota a mezzo stampa prova a tracciare un'analisi dell'operato del sindaco a meno di un anno dal termine del mandato elettorale. Lo stesso On. D'Ambrosio parte dalla definizione di afonia: «L'afonia è un disturbo, temporaneo o permanente, caratterizzato dall'incapacità totale di produrre suoni con la voce. Sarà questo il disturbo che caratterizza questa amministrazione, alla luce di quanto fatto dalla giunta Giorgino a riguardo dei tanti problemi che affliggono la nostra città? Visto che i misfatti prodotti da questa giunta non saltano agli occhi, ci aspettavamo almeno un flebile rumore di fondo sulla situazione del bilancio comunale, i soldi della comunità: sotto gli occhi della Corte dei Conti sono finiti gli allegri valzer su presunte entrate, come le rate del prestito richiesto, che graveranno su diverse future amministrazioni, come anche la situazione dei pagamenti, per i quali OpenPolis ci relega al 103esimo posto su 110 (dati del 2012) per "velocità"».
Dal bilancio alla questione rifiuti passando per l'interramento della ferrovia e l'Istituto Agrario: «E che dice l'amministrazione Giorgino dell'eterna questione dei rifiuti? - prosegue l'On. D'Ambrosio - Niente, in due anni nessuna presa di posizione sulle innumerevoli segnalazioni, anche del Movimento 5 Stelle di Andria, sui disservizi, sulle mancanze dell'azienda, sulla mancata realizzazione dell'impianto di biostabilizzazione (per rendere meno inquinante la discarica andriese), come pure nulla è arrivato in merito alla situazione giudiziaria che getta più di un'ombra, visti i due arresti. E ancora nulla sui finanziamenti europei per l'interramento della ferrovia nel tratto interno all'abitato di Andria (soldi persi), nulla sul numero preoccupante dei pignoramenti da parte delle ditte cui non sono state pagate le spettanze dovute, nulla sulla sorte dello storico Istituto Tecnico Agrario, nulla sulla situazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, nulla sull'appalto avviato e mai concluso della Questura, fosse anche solo per cancellare definitivamente lo "scheletro" di Via Indipendenza».
Poi attenzione verso l'urbanistica e le emergenze crescenti della città: «Nessun cambio però nell'assenza di una visione urbanistica nuova, con la fede quasi religiosa nel cemento; nessun cambio di passo sulla questione della Villa Comunale, consegnata da un anno, senza recinzione, e già con i danni da pagare. Brilla per assenza anche chi si dovrebbe occupare di politiche per lo sviluppo economico della città, un tempo assai presente sulle pagine locali quando stava all'opposizione, ed oggi presente solo per l'acquisizione di una carica nazionale. Restano le emergenze. Il crescente problema dell'indigenza in città, con una sempre più crescente parte della popolazione andriese impossibilitata a compiere le attività minime primarie, mentre si utilizzano i soldi pubblici come mezzo di sostentamento di iniziative culturali che molte volte lasciano perplessi. Resta il problema della sicurezza, la cui delega giace sepolta sotto la polvere. Resta il problema della sanità andriese, dall'ospedale fino al tema dell'Ufficio Igiene. E restano, incredibili, anche le accuse di chi ha perso il lavoro e lamenta che le promesse sui posti di lavoro relativi all'appalto dei rifiuti (ormai celebre anche a livello nazionale) sono state puntualmente disattese».
Dal bilancio alla questione rifiuti passando per l'interramento della ferrovia e l'Istituto Agrario: «E che dice l'amministrazione Giorgino dell'eterna questione dei rifiuti? - prosegue l'On. D'Ambrosio - Niente, in due anni nessuna presa di posizione sulle innumerevoli segnalazioni, anche del Movimento 5 Stelle di Andria, sui disservizi, sulle mancanze dell'azienda, sulla mancata realizzazione dell'impianto di biostabilizzazione (per rendere meno inquinante la discarica andriese), come pure nulla è arrivato in merito alla situazione giudiziaria che getta più di un'ombra, visti i due arresti. E ancora nulla sui finanziamenti europei per l'interramento della ferrovia nel tratto interno all'abitato di Andria (soldi persi), nulla sul numero preoccupante dei pignoramenti da parte delle ditte cui non sono state pagate le spettanze dovute, nulla sulla sorte dello storico Istituto Tecnico Agrario, nulla sulla situazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, nulla sull'appalto avviato e mai concluso della Questura, fosse anche solo per cancellare definitivamente lo "scheletro" di Via Indipendenza».
Poi attenzione verso l'urbanistica e le emergenze crescenti della città: «Nessun cambio però nell'assenza di una visione urbanistica nuova, con la fede quasi religiosa nel cemento; nessun cambio di passo sulla questione della Villa Comunale, consegnata da un anno, senza recinzione, e già con i danni da pagare. Brilla per assenza anche chi si dovrebbe occupare di politiche per lo sviluppo economico della città, un tempo assai presente sulle pagine locali quando stava all'opposizione, ed oggi presente solo per l'acquisizione di una carica nazionale. Restano le emergenze. Il crescente problema dell'indigenza in città, con una sempre più crescente parte della popolazione andriese impossibilitata a compiere le attività minime primarie, mentre si utilizzano i soldi pubblici come mezzo di sostentamento di iniziative culturali che molte volte lasciano perplessi. Resta il problema della sicurezza, la cui delega giace sepolta sotto la polvere. Resta il problema della sanità andriese, dall'ospedale fino al tema dell'Ufficio Igiene. E restano, incredibili, anche le accuse di chi ha perso il lavoro e lamenta che le promesse sui posti di lavoro relativi all'appalto dei rifiuti (ormai celebre anche a livello nazionale) sono state puntualmente disattese».