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Cronaca

"Croci-Camaggio", Don Agresti: «Quartiere in stato di dregrado»

Nota del Parrocco andriese diretta al Sindaco Giorgino con diverse richieste

Lo stato di degrado nelle vie del territorio Croci-Camaggio è evidente a tutti, dalla sporcizia che viene procurata dalla inciviltà di tanti cittadini al possedere, e non abitare, le piazzette, i gradini delle porte delle case da tanti ragazzini che sono allo sbando più totale. Stiamo favorendo un metodo "liquido" che sta portando ad inglobare le nuove generazioni dentro forme di degrado». Non usa mezzi termini Don Riccardo Agresti che lancia, assieme ai responsabili della comunità parrocchiale delle Croci, un accorato appello affinchè si ricominci a parlare di senso civico, politica e di interventi piccoli ma efficaci.

«Bisogna ritornare con forza a fare politica sociale dove, al primo posto, ci vogliono uomini lungimiranti che sappiano investire sul futuro, partendo dalle istituzioni che lavarono assiduamente e nel silenzio dicendo No a coloro che privilegiano stili malavitosi e dicendo Si a chi con coraggio, e nel silenzio, camminano con un progetto di vita solidale - ha ribadito con forza Don Riccardo Agresti - Il magistero di Papa Francesco, tutto improntato sui segni, non lascia dubbi: i territori vanno più umanizzati dalle istituzioni. Il camminare con la gente nelle vie periferiche, dove i segni della incuranza della storia sono ancora presenti, può aiutare a "liberare" dal sentirsi scarto e quindi non amato. Investire nei territori significa dare privilegio alla cultura, portare opere teatrali, momenti ricreativi e sostenere i piccoli segni quotidiani, come anche il favorire e il nascere di tutto ciò che porti insegnamento di vita. Far sognare i piccoli, in un territorio dove i mezzi per raggiungere un sogno sono pochi, comporta generosità e investimento a perdere, segno dell'autentico amore e del vero bene comune. Non ci può essere calcolo mentre si dona».

Alle parole devono seguire i fatti che la politica deve attuare. E' questo lo spirito con il quale Don Riccardo Agresti si rivolge alla classe politica ed in particolare al Sindaco Giorgino: «Chi attuerà i bisogni manifestati nel nostro territorio? Ci sono stati quasi 600 candidati al Consiglio Comunale: un esercito impressionante. Tutti con grandi propositi e con belle idee. A questi va il nostro incoraggiamento: continuate a scendere per le strade come avete già fatto in un periodo per voi estenuante, perché la vostra credibilità passa anche dalla non elezione - dice ancora Don Riccardo Agresti - Le intuizioni che avete avuto, solo con la ferialità trovano autenticità. Chiediamo piccoli interventi: i vigili che abitino il territorio, che sappiano operare nell'educazione civica e non solo nella repressione o nei progetti straordinari, anche se utili, nelle scuole. Il rinnovamento passa da segni coraggiosi che solo gli uomini coraggiosi sanno attuare. Il bene comune non è uno slogan di circostanza. E' la contaminazione del bene in favore di periferie di vita che hanno bisogno di essere considerate perché il degrado non si fronteggia in un tempo specifico ma deve essere uno stile di vita permanente. Bisogna muoversi sostenendo progetti concreti che sono di grande impulso per creare aggregazione, partecipazione e vita comune. Non possiamo essere amici di tutti. Vogliamo prendere posizioni. Siamo pieni di "parolai" e di inconcludenti che si dilungano in discorsi vuoti, privi di sostanza e di contenuto. Abbiamo bisogno di gesti e fatti concreti da attuare in continuità con quanto è già stato costruito».

«Caro Sindaco - conclude la nota di Don Riccardo Agresti - continui ad essere Lei l'espressione autentica di risposte da dare al nostro territorio perché non possiamo assistere nel vedere il degrado che avanza e gli uomini di buona volontà non sono sostenuti con gli strumenti più efficaci. Le chiediamo più coraggio nel portare avanti la crescita umana, culturale e sociale delle periferie. Maggiori priorità verso questi territori. Ne indichiamo una: creare scuole calcio per tutti, e non solo per chi se lo può permettere. Meglio dare un calcio dove ci sono delle regole e non dare calci per strada dove ci sono inciviltà e maleducazione. Non sarebbe un messaggio concreto di vicinanza alle famiglie che si sentono periferia lontane dalla città? Non sarebbe un grande risparmio per il patrimonio pubblico che viene deturpato a causa della noia?».
  • don riccardo agresti
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