Michele Valente
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Scuola e Lavoro

CGIL, il 14 dicembre sciopero generale in Puglia. Pullman dalla Bat per Bari

Intervista al segretario generale della CGIL di Barletta Andria Trani Michele Valente

In Puglia la Cgil annuncia lo sciopero con una manifestazione a Bari il 14 dicembre prossimo, la mobilitazione del sindacato per una manovra definita «iniqua, inefficace e non in grado di dare risposte in questo momento di gravissima difficoltà».

Una manovra economica sbagliata e da cambiare, che non risponde alle reali emergenze del paese, a partire dalla condizione materiale dei lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, cittadini e cittadine, le motivazioni che hanno spinto la Cgil Puglia a proclamare lo sciopero generale di otto ore il prossimo mercoledì 14 dicembre con manifestazione regionale che si terrà a Bari.

AndriaViva ha intervistato il segretario generale della Cgil di Barletta-Andria-Trani, Michele Valente per meglio comprendere le ragioni dello sciopero.

Quali sono le ragioni che hanno spinto la Cgil (Bat) a proclamare lo sciopero generale di mercoledì 14 dicembre con manifestazione regionale che si terrà a Bari?

«La motivazione vera che ci ha spinto a proclamare lo sciopero generale di 8 ore per il giorno 14 dicembre, è quella che ci siamo trovati difronte ad una manovra di bilancio presentata dal Governo, che noi giudichiamo irricevibile perché sbagliata, iniqua, penalizzante per le fasce più deboli di cittadini e premiante invece per gli evasori. Purtroppo tra l'altro, con questo Governo, siamo anche difronte ad un problema di metodo oltre che di merito visto che ci ha incontrato ma di fatto non ci ha ascoltato. Lo dimostra la manovra, che va nella direzione diametralmente opposta alle nostre richieste, peggiorando in tantissimi casi la normativa vigente invece che migliorarla».

Quali sono i principali provvedimenti che ritenete errati?

«Sono tanti i provvedimenti che riteniamo errati e che chiediamo di cancellare. A partire dalla reintroduzione dei voucher utilizzabili oltre che in agricoltura e lavori domestici anche nel settore horeca (alberghi e ristoranti) fino ad un massimo di 10.000 euro di compenso all'abolizione del reddito di cittadinanza, dall'estensione della platea beneficiaria della Flat Tax alla tassazione degli extraprofitti solo al 50% e solo per alcuni settori, dall'innalzamento dell'uso del contante a 5.000 euro all'aumento dell'importo minimo per l'obbligo del pagamento digitale a 60 euro, dalla riduzione di spesa per la rivalutazioni delle pensioni, alla riduzione delle risorse stanziate per la sanità pubblica, per la scuola pubblica e per i trasporti. Così come consideriamo inaccettabile il ritorno della logica del condono fiscale che consente ai più furbi di continuare a non pagare quanto a loro dovuto».

Quali sono le risposte che si attendono dal governo?

«Al Governo chiediamo e ci aspettiamo una manovra che sostenga i salari (tra i più bassi in Europa) e le pensioni, che combatta seriamente l'evasione fiscale (che viaggia sulle cifre record di 180 miliardi annui) e la precarietà che è tra le più alte in Europa, che introduca una riforma fiscale equa e progressiva che faccia pagare di più a chi ha di più. Una manovra che preveda la tassazione al 100% degli extraprofitti in tutti i settori dove gli stessi, complice anche la speculazione, sono stati prodotti, che preveda una vera riforma pensionistica con il superamento della legge Fornero, che stanzi più soldi per la sanità pubblica così come per la scuola pubblica e per i trasporti, in definitiva una manovra che risponda alle reali emergenze ed esigenze del Paese».
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