Casa Cantoniera abbattuta Andria
Casa Cantoniera abbattuta Andria
Cronaca

Casa Cantoniera 19, Bruno: «Simbolo di disgregazione delle istituzioni»

L'avvocato della famiglia Cestino-Rella torna sulla demolizione dell'immobile

«In una domenica di febbraio, il 14 febbraio 2016, festa di San Valentino, la Ferrotramviaria S.p.A. ha demolito la Casa Cantoniera n. 19 di Andria, la stessa che era stata sgomberata forzosamente all'alba del 27 gennaio 2016, Giornata della Memoria. Lo sgombero forzoso era avvenuto senza alcun preavviso, con un inaspettato dispiegamento delle forze dell'Ordine (numerosi agenti di Polizia, con camionetta e pronti ad intervenire, su ordine della Questura di Bari, asseritamente su impulso della Prefettura BAT e dopo la asserita convocazione di un Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica) e di altri soggetti (camion dei traslochi e relativi addetti, muratori per sigillare gli ingressi e smontare porte e infissi, autoambulanza e relativi operatori) senza la preventiva notifica di alcunché e senza far conoscere il provvedimento alla base della violenta iniziativa». Inizia così una lunga nota dell'Avv. Francesco Bruno, legale difensore della famiglia Cestino-Rella, gli ex casellanti della Ferrotramviaria residenti per 45 anni in quell'immobile prima dello sgombero.

«Con modalità tali da violare basilari diritti umani ed essenziali garanzie procedurali, riconosciute a livello internazionale: al contraddittorio, alla previsione ed accesso a vie di ricorso legale, al preavviso congruo e ragionevole riguardo l'operazione, alle informazioni adeguate sulle modalità di svolgimento, alla presenza di rappresentanti istituzionali, alla possibilità di identificare tutti coloro che conducono lo sgombero, al divieto di condurre lo sgombero in orari non consoni, alla predisposizione di soluzioni alternative abitative adeguate, ad ottenere una verbalizzazione delle operazioni. Immaginatevi svegliati - dice l'Avv. Bruno - in aperta campagna, di inverno, alle prime luci dell'alba, dal frastuono provocato dal battere dei pugni, contemporaneamente, su tutte le aperture (porte e finestre) della vostra modesta abitazione, dove avete vissuto per circa 45 anni. Immaginatevi circondati da forze di polizia ed altri soggetti sopra descritti. Immaginate la vostra casa invasa da queste persone; immaginatevi violentati nella vostra privacy e bloccati senza possibilità di fuga. Immaginate le persone che cominciano a smontare la vostra abitazione di ogni cosa. Immaginate, ancora, di chiedere spiegazioni o atti giustificativi e vedervi opporre un netto rifiuto. Immaginate di perdere la vostra abitazione e, con essa, la vostra dignità. Immaginate cosa può significare per ciascuno di voi. Nessun interlocutore istituzionale, perché tutti impegnati nelle celebrazioni della Giornata della Memoria, anche al solo fine di tentare di sospendere per qualche ora le operazioni in corso: giusto il tempo per verificare se quanto stava avvenendo era lecito o meno. Nessuna risposta, neppure a seguito di formale istanza in tal senso è intervenuta ancora ad oggi. Il tutto in pendenza di un articolato contenzioso in corso e di una udienza fissata il giorno 11.3.2016 per verificare se la Casa Cantoniera n. 19 rientra tra gli immobili inseriti nel piano particellare di esproprio approvato nel 2012 dal Comune di Andria o meno, come si affannano a sostenere i malcapitati. Inutile documentare, carte alla mano, rilasciate dal Comune di Andria in copia conforme all'originale, che la particella in questione non rientra nel piano di esproprio e non può essere legittimamente espropriata. Tutto inutile!».

«Risultato: sgombero forzoso e violento di due anziani dalla loro abitazione e consegna dell'immobile in favore della Ferrotramviaria S.p.A.. Se non ci fosse stata la stampa a documentare l'accaduto sarebbe stato difficile persino raccontarlo. Ora, a distanza di 18 giorni dallo sgombero forzoso, Ferrotramviaria S.p.A. ha definitivamente demolito la Casa Cantoniera n. 19 e tagliato alcune essenze arboree di notevole pregio. Non ha voluto aspettare neppure la data dell'udienza dell'11.3.2016. Non si è accontentata della prova di tracotanza che aveva offerto, chiusa in un ermetico mutismo, sino a quel momento. I ruderi della Casa Cantoniera n. 19, demolita senza alcuna pronuncia giudiziale di merito e senza concreta possibilità di difesa, sono diventati il simbolo di Istituzioni che non sono più in grado di garantire lo Stato di diritto. Sono il simbolo della disgregazione delle Istituzioni e dell'urlo disperato e/o rassegnato del cittadino medio, che, indifeso, si abbandona al "si salvi chi può…". In che Stato viviamo ? Nessuno dei soggetti istituzionalmente preposti dà risposte di alcun genere, e tantomeno tempestive ed efficaci! Che messaggio passa? Io occupo con la forza e demolisco. Tu, se hai filo per tessere, farai, a tua cura e spese, eventualmente valere le tue ragioni nelle sedi competenti e nei tempi consentiti. Insomma, una situazione da Foresta di Shervood e città di Nottingham con una specie di Robin Hood al contrario».

«Ma, chiedo a tutte le Istituzioni: è così difficile verificare dagli atti pubblici comunali se la particella su cui ricade(va) la Casa Cantoniera n. 19 è ricompresa nel piano particellare di esproprio? E' così difficile attestare che la Casa Cantoniera è divenuta, da lunghi anni, ope legis, di proprietà del demanio regionale ? E' possibile che la Regione Puglia abbia delegato una società privata, la Ferrotramviaria S.p.A., ad espropriare al prezzo di € 50.000,00 (così autodeterminato dalla stessa Ferrotramviaria S.p.A. in favore di se stessa) un bene demaniale, cioè già della Regione Puglia? E' così che si conosce il patrimonio demaniale? E' così che si approvano i bilanci regionali, senza conoscere la reale consistenza patrimoniale del demanio? E' così che si utilizzano i fondi per realizzare le opere pubbliche finanziate dalla Comunità Europea? E' così che si controlla una società privata, la Ferrotramviaria S.p.A., che gestisce in concessione (a caro prezzo per i contribuenti) i beni demaniali? La Corte dei Conti Regionale che ne pensa? Gli appalti sono stati correttamente affidati? L'ANAC che ne pensa? In caso di consumazione di fatti reato chi e quando interverrà e chi ne risponderà? Rimane il fatto che la Casa Cantoniera n. 19 non c'è più. E' stata rasa al suolo e, con essa, la dignità e i diritti dei suoi occupanti. Senza approfondimenti né risposte. Senza la concreta possibilità di difendersi. Senza che sia intervenuta una pronuncia giudiziaria di merito. Senza democrazia né libertà (Cicerone ha detto: "Siamo schiavi delle leggi per poter essere liberi" - "Omnes legum servi sumus uti liberi esse possimus"). Siamo arrivati a questo punto ? E' in pericolo la nostra democrazia e libertà ? Potrebbe toccare a ciascuno di noi! Noi continueremo, per parte nostra, attraverso il rigoroso esercizio della professione forense, a condurre la nostra battaglia per i diritti, la libertà e la democrazia ispirandoci, come sempre, a principi di autonomia ed indipendenza. Porteremo sino in fondo le nostre ragioni, nel pieno rispetto delle regole e del nostro ordinamento giuridico, ove occorra fino alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Chiederemo conto, nelle forme consentite, agli Organi competenti di tutto, certi che qualcuno, prima o poi, ci ascolterà e ci darà delle risposte. E' per questo che amiamo il nostro lavoro».
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