Giancarlo Ceci
Giancarlo Ceci
Territorio

Campagna olivicola e agricoltura biodinamica, intervista a Giancarlo Ceci

Diverse filiere di produzione rendono molto variegata l'azienda andriese "Agrinatura"

Purtroppo la campagna olivicola 2017-18 non si presenta affatto bene, in particolar modo per la Puglia e per il territorio più olivetato d'Europa, il nord barese.

Le piante soprattutto in alcune zone e a seconda delle varietà, sono già "provate" dalle non ottime condizioni meteo sia dell'annata precedente sia della stagione arida che ha caratterizzato i mesi appena trascorsi. La piovosità durante l'autunno e l'inverno, e in realtà fino ad oggi è stata largamente inferiore alla media: poche gocce, sono cadute la settimana scorsa. Solo i produttori che sono riusciti ad irrigare presagiscono prezzi alti di vendita del prodotto, causati dalla scarsità di prodotto. Per coloro che purtroppo non hanno potuto irrigare addirittura è in forse la raccolta stessa, trovandosi di fronte a frutti piccoli, con scarsa polpa e nocciolo duro e consistente.

In un'intervista ad alcuni produttori e olivicoltori locali curata dalla nostra redazione, la campagna olivicola odierna ci è presentata nei dettagli da Giancarlo Ceci, artefice del successo di "Agrinatura", nella tenuta agricola di famiglia presente sul territorio, tra Andria e Castel del Monte, da circa duecento anni. Giancarlo Ceci è impegnato da 29 anni nell' agricoltura biologica (poi passata a biodinamica), sviluppando diverse filiere di produzione: non solo olio, ma anche vino, salse di pomodoro e ortaggi freschi. L'azienda si presenta dunque molto variegata sia nella produzione agricola che nella trasformazione e nelle vendite. Di seguito l'intervista completa a Giancarlo Ceci.

- Come si presenta questa campagna olivicola? Sotto quali auspici?

"Si presenta una buona e sana campagna, ci sono oliveti carichi di olive e di qualità, poichè l'andamento climatico ci ha esonerato dalle malattie parassitarie, a causa del caldo secco che non ha permesso il proliferare della mosca e della tignola. Ci può essere un calo di qualità solo dove gli oliveti hanno sofferto l'impressionante siccità che dura ormai da un anno. Ma, laddove si è intervenuti con l'irrigazione oppure i terreni hanno mantenuto uno stato di equilibrio della pianta, e ci sono terreni molto fertili che hanno sopportato questa siccità, questo danno non c'è. Ci potrebbe essere un calo di produzione in generale, ma comunque limitato, per come vedo io gli oliveti di Andria".

- E' vero che dal punto di vista delle infestazioni, ad esempio la mosca dell'olivo, non vi sono stati attacchi e quindi il prodotto è stato esente da trattamenti fitosanitari?

"Esente non proprio, in quanto molti agricoltori sono abituati a trattare in ogni caso, mettendosi sul sicuro facendo agricoltura convenzionale e di prevenzione con trattamenti automatici. Sicuramente, sarà un'annata migliore da questo punto di vista in mancanza della mosca e dell'umidità".

- Ritiene che quest'anno i prezzi saranno alti per l'olio d'oliva prodotto?

E' ancora un punto interrogativo che quasi sicuramente si risolverà con una conferma, nel senso che gli aumenti dei prezzi saranno sostenuti come quelli dell'anno scorso o forse lievemente più bassi. Queste previsioni vengono fatte in base allo stato del commercio e delle produzioni in generale; pare che centro e nord Italia, come anche la Spagna, siano piuttosto scariche, invece noi siamo molto carichi di prodotto.

- Dal punto di vista delle importazioni, ritiene che queste potranno condizionare il mercato delle vendite?

"Ritengo che il mercato delle vendite sarà sempre condizionato dalle importazioni, poichè viviamo in uno stato di commercio globale che, nonostante alcune regole di dazi di importazione che ci sono in alcuni stati, attua un livellamento dei prezzi. Anche se nell'ultimo anno si è vista una grossa differenza tra mercato italiano e mercato estero, sono convinto che l'uno non possa completamente distaccarsi dall'altro proprio per effetto della globalizzazione".

- Oltre ad essere un produttore lei è anche uno che commercializza direttamente l'olio. Quale la percentuale che va all'estero?

"La percentuale è alta, circa l'80% dei nostri prodotti".

- C'è un aspetto in particolare che secondo lei dovrebbe essere curato maggiormente per la promozione del nostro olio extravergine?

"Bisognerebbe parlare meno di truffe e frodi, di cui si discute molto anche fra noi agricoltori che commercializziamo i nostri prodotti, e risaltare invece i pregi del nostro prodotto; dunque parlare meno delle cose negative ma evidenziare quelle positive a livello di comunicazione globale".

- Biodinamica: di cosa si tratta?

"Otto anni fa ho convertito l'azienda in biodinamica, un passo in avanti rispetto al biologico e che consiste nell'applicare un metodo di coltivazione con un'attenzione più accurata al terreno. Non si può spiegare la biodinamica in due parole, ma sicuramente essa pone maggiore attenzione alla struttura del terreno e facciamo tante cose relative al miglioramento della stessa in termini di vita e sostanze organiche. Da qui si parte per sviluppare uno stato di equilibrio che fornisce una garanzia di produttività. Ad esempio, è interessante notare che, in un'annata di siccità paurosa, un albero di ulivo che insiste in questi terreni sia particolarmente carico di olive come se fosse stato irrigato, ma in realtà non ha avuto alcun litro d'irrigazione; non solo, ma è anche cresciuta la frasca per l'anno successivo. Questo dipende esclusivamente dal metodo di conduzione biodinamico, che permette uno stato di salute eccezionale del terreno rispetto a un altro condotto in maniera biologica. Si ricerca anche un minor impiego del rame rispetto al biologico, in quanto il rame è dannoso per il terreno. Abbiamo avuto anche diversi riconoscimento per i nostri prodotti: ad esempio, Sloow Wine ci premia ogni anno con la "Chiocciola", che significa "azienda sostenibile"; siamo stati premiati anche al Wine Festival di Marano per il nostro vino d'eccellenza".
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