
Vita di città
Bancarotta fraudolenta e distrazione patrimoniale, denunce e sequestri
Operazione della Guardia di finanza nella Bat
Andria - mercoledì 10 dicembre 2025
9.09
Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica, ha convalidato un sequestro preventivo impeditivo, eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Barletta Andria Trani in circostanze d'urgenza, dell'intero compendio aziendale di una società biscegliese operante nel settore della produzione di prodotti da forno, i cui beni strumentali sono stati distratti da una storica impresa
Inoltre, è stata denunciata una terza persona, già legale rappresentante della neo costituita società, per il delitto di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, a causa dell'uso, nella produzione di prodotti da forno, dei macchinari distratti dalla società fallita. Infine, constatato il vantaggio maturato dalla nuova società per l'impiego di beni strumentali oggetto di provenienza illecita, è stata contestata anche la responsabilità
locale operante nello stesso settore merceologico già posta in liquidazione giudiziale dal Tribunale di Trani.
In particolare, i Finanzieri della Compagnia di Trani, sotto la direzione della Procura di Trani, hanno approfondito l'origine e veridicità di alcune operazioni realizzate dalla citata società in liquidazione giudiziale per la pendenza di ingenti debiti erariali mai onorati. Le investigazioni condotte hanno consentito di ricostruire un articolato meccanismo di distrazione di beni dalla società dissestata ad una nuova realtà aziendale, attraverso
la cessione a un proprio dipendente di tutti i macchinari industriali, quale oggetto/valore, transato, per chiudere una falsa controversia di lavoro. Apparecchiature e altri beni che il dipendente ha poi fatto confluire nella nuova impresa, mantenendo la stessa sede operativa della fallita, lo stesso marchio e segni distintivi.
La tesi investigativa della cessione simulata è stata peraltro supportata nel corso di una perquisizione condotta nell'abitazione dell'imprenditore dichiarato "fallito", dove è stata rinvenuta documentazione riconducibile alla
nuova società, rappresentata dal suo ex dipendente, evidentemente prestatosi, come "testa di legno", per favorire la prosecuzione dell'attività della società fallita, nel tentativo di sfuggire ad eventuali contestazioni di bancarotta fraudolenta, obbiettivo evidentemente non raggiunto per l'avvio di una indagine della Procura della Repubblica.
A seguito del rinvenimento della documentazione aziendale che proverebbe l'amministrazione di fatto della nuova società per mano del rappresentante legale della fallita, i Finanzieri della Compagnia di Trani, previo coordinamento con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, hanno sequestrato d'iniziativa e in urgenza oltre 50 beni strumentali, in attrezzature e macchinari, per impedire che gli stessi potessero andare dispersi.
Inoltre, in sede di perquisizione presso uno dei luoghi di esercizio della nuova azienda sono stati individuati due lavoratori "a nero" che hanno confermato, in sede di intervista, di aver sempre ricevuto disposizioni dallo stesso amministratore di fatto. In merito, a seguito di nulla osta dell'Autorità Giudiziaria, i Finanzieri hanno chiesto e ottenuto dall'Ispettorato Territoriale del Lavoro l'adozione di un provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale in aderenza alla legislazione giuslavoristica.
All'esito delle indagini, in capo ai due indagati sono state contestate ipotesi di reato, in concorso tra loro, dinatura fallimentare e fiscale, ovvero la bancarotta fraudolenta e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Inoltre, è stata denunciata una terza persona, già legale rappresentante della neo costituita società, per il delitto di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, a causa dell'uso, nella produzione di prodotti da forno, dei macchinari distratti dalla società fallita. Infine, constatato il vantaggio maturato dalla nuova società per l'impiego di beni strumentali oggetto di provenienza illecita, è stata contestata anche la responsabilità
amministrativa dell'ente prevista dal D.lgs. n. 231/2001.
L'attività coordinata dalla Procura della Repubblica ed eseguita dalla Guardia di Finanza mira a rafforzare
l'azione di contrasto ai contesti di illegalità economico finanziaria connotati da maggiore disvalore sociale e pericolosità per la tenuta del sistema economico "sano" e la libera concorrenza, nonché per la tutela dei lavoratori dipendenti, spesso ignare vittime di sistemi e attività truffaldine.


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