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Vita di città

Andria senza Carnevale, cittadini e commercianti citano in giudizio “re ‘cardo”

Savino Montaruli rivendica il mancato svolgimento di questa festa popolare

"Che la città di Andria fosse una città in progressiva, irreversibile crisi di identità è ormai un dato acclarato ed inconfutabile".

Ad usare queste dure parole è ancora una volta Savino Montaruli, questa volta nella veste di coordinatore el Comitato Quartiere Europa e di componente 1^, 3^ e 4^ Consulta Ambientale della città di Andria.

"Dopo la svendita di tutti i suoi più importanti uffici, coloro che si sono impadroniti della gestione della città non demordono e continuano ad inferire arrivando addirittura a negare la possibilità che i cittadini andriesi potessero esprimere una preferenza elettorale che consentisse di tentare la scalata agli alti scranni del Parlamento italiano non ad uno solo bensì a più d'un candidato andriese, senza l'ulteriore umiliazione di vedere "personalità" politiche ed amministrative locali fare il tifo, sostenendo a spada tratta, il forestiero di turno in cerca di ulteriore fortuna.

La speranza degli andriesi -prosegue Montaruli- sarebbe comunque stata quella di poter constatare perlomeno qualcosa in più del nulla certificato rappresentato da taluni inetti ed inutili personaggi privilegiati, figli e nominati dal sistema cui sono asserviti. A completare l'opera, senza saper quale possa essere il peggio che ancora ci aspetta, da qualche anno ci si è messa anche la soppressione del Carnevale andriese.

Il Carnevale, per i cittadini e per la città di Andria, era ed è sempre stato il periodo, seppur breve, in cui la comunità si incontrava per le strade, coinvolta nella grande festa dell'allegoria. Scuole, Parrocchie, Associazioni e singoli gruppi di cittadini si stringevano attorno alla figura di Re 'Cardo, noto personaggio simbolo del Carnevale andriese.

Una tradizione bruscamente ed ingiustificatamente interrotta, non certo a causa dell'esiguità delle disponibilità finanziarie del comune di Andria che, dove ha voluto, ha continuato, invece, a sperperare denaro pubblico senza ritegno, ma dalla sciatteria propria ed intrinseca in un sistema locale ormai senza futuro che ha infierito addirittura pure su queste manifestazioni popolari.

Si è privata la città di una festa che è sempre riuscita a coniugare perfettamente desideri di grandi e piccoli al punto che ormai la tradizione imponeva la chiusura pomeridiana degli esercizi commerciali il martedì per assistere alla sfilata dei carri allegorici con grande soddisfazione per gli imprenditori, commessi e genitori lavoratori che potevano sfruttare quel pomeriggio per coniugare veramente i tempi del lavoro con quelli della famiglia stando vicini ai propri bimbi. Non solo, con il venir meno della festa di Re 'Cardo, si è sollecitato gli andriesi a recarsi in altri comuni per assistere alle numerose ed affascinanti sfilate, percorrendo anche alcune centinaia di chilometri, così come i commercianti andriesi sono stati invogliati e "costretti" a recarsi in altri comuni limitrofi per esercitare le loro attività di vendita su aree pubbliche di prodotti tipici del Carnevale.

A tal proposito Andria continua a fregiarsi dei record dei paradossi. Infatti nel Piano del commercio su aree pubbliche della città di Andria, che siamo convinti neppure gli "addetti ai lavori" abbiano approfondito altrimenti non assisteremmo al caos commerciale che esiste in città, è prevista la manifestazione fieristica chiamata "Fiera di Carnevale", da svolgersi ogni anno nei giorni di domenica, lunedì e martedì delle ceneri, con l'assegnazione di numerosi posteggi sparsi nella città per la vendita di articoli carnevaleschi, dolciumi, frutta secca e giocattoli. Ebbene, tale Fiera, inserita ufficialmente nel calendario delle manifestazioni cittadine, oltre a dare lavoro reale ad esercenti del settore, era stata concepita proprio in funzione delle manifestazioni collegate al Carnevale andriese, quindi soprattutto alla sfilata dei carri allegorici.

Nonostante i singoli operatori autorizzati abbiano presentato regolare istanza in bollo nei tempi previsti e nonostante abbiano addirittura pagato la tassa di occupazione di suolo pubblico e ritirato le autorizzazioni, si sono trovati di fronte all'amara sorpresa di vedere praticamente vanificata completamente la festa popolare cittadina nelle sue forme pubbliche e tradizionali. Questo ha addirittura causato la conseguenza che molti di questi esercenti, nonostante i costi sostenuti, non abbiano neppure aperto le loro postazioni di vendita emigrando nella altre città vicine dove hanno potuto esercitare in un clima completamente differente e gaudioso. Oltre alla svendita di uffici pubblici e all'aver abdicato alle proprie peculiarità di rappresentanza politica ed istituzionale la città di Andria ora si è messa a svendere anche il "lavoro" visto che non ne ha bisogno poiché possiede il più elevato tasso di disoccupazione in Italia.

Più volte, anche come Comitato di Quartiere Europa, luogo di eccellenza dell'antico splendore delle sfilate di Carnevale cittadine, abbiamo sollecitato risposte che non sono mai pervenute nella città dei silenzi e dei silenziosi", conclude Montaruli..

Ormai sono cinque anni che ci vediamo privati di quest'altra festa popolare e quest'anno si è veramente toccato il culmine e la vetta dell'indignazione.

E pensare che nella città di Andria si era addirittura paventato di istituire una scuola di cartapestai. Per quanto ci riguarda sarebbe già sufficiente che fosse perlomeno istituita una scuola per tutti coloro, politici e fedelissimi che, saliti al trono del nuovo Re 'Cardo degli andriesi, credono di potersi giocare tutto, anche la dignità dei cittadini mortificati ed annientati nelle loro ambizioni e legittime aspirazioni, sacrificate alla nullità.
  • Savino Montaruli
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