Enti locali
Andria, la Cgil chiede fondi per lavoro minimo e cantieri di cittadinanza
Dopo la proposta dei GD, Antonucci: «Stop ai finanziamenti a pioggia»
Andria - venerdì 28 novembre 2014
10.21
E' di qualche giorno fa l'intervento dei Giovani Democratici di Andria (Articolo AndriaViva 22 novembre) sui finanziamenti erogati dal Comune di Andria nei confronti delle associazioni e la proposta di dirottarli per creare opportunità lavorative, ed è la Cgil Bat a rilanciare questa idea con un'intervento del Segretario Generale del sindacato provinciale, Luigi Antonucci: «Non solo ci trovano d'accordo le osservazioni fatte nei giorni scorsi dai Giovani Democratici in merito ai finanziamenti a pioggia verso le associazioni ma rilanciamo la questione proponendo anche un'idea». Sono queste le prime parole di Antonucci, che commenta proprio l'intervento del gruppo dei Giovani Democratici di Andria nel quale si è sottolineata l'idea di gestire in maniera più parsimoniosa i soldi dei cittadini e di non investirli in interventi a pioggia come accade, per esempio, a volte, per i fondi destinati ad associazioni per eventi culturali e non solo.
«Va bene la crescita culturale di una comunità ma la nostra idea è molto semplice: perché non dirottare anche solo una parte di quei 333.000 euro che, come riferiscono i Giovani Democratici, nel 2013 sono stati destinati alle associazioni per finanziare le misure a favore del lavoro di cui tanto abbiamo parlato nelle scorse settimane? Potrebbero andarsi ad aggiungere a quel 'tesoretto' che a breve sarà messo a disposizione per attivare le linee di intervento del Lavoro minimo e dei Cantieri di Cittadinanza, così come stabilite nel protocollo che abbiamo firmato all'inizio dello scorso mese di ottobre con la Regione, le altre sigle sindacali ed i comuni della Provincia. Si tratta di iniziative che non vanno nell'ottica dell'assistenzialismo ma che possono dare opportunità concrete di occupazione a cassintegrati e disoccupati i quali potrebbero impegnarsi in lavori cosiddetti di pubblica utilità indicati dai sindaci: la sistemazione del verde pubblico, la pulizia di giardini e la manutenzione ordinaria degli istituti scolastici, potrebbero essere degli esempi».
«Sia chiaro - conclude Antonucci - questo discorso vale per tutti i comuni del territorio. L'invito alle pubbliche amministrazioni è, dunque, quello di tenere d'occhio le spese e, se possibile, spostare risorse da destinare al lavoro e all'occupazione che vadano, cioè, ad implementare quello stanziamento regionale in maniera tale da allargare la platea dei beneficiari. In un momento di difficoltà, come quello che stiamo vivendo, anche solo un euro speso per il lavoro è un euro investito nella dignità delle persone, quella stessa dignità che la situazione di precarietà e di indigenza ha la capacità di mettere a durissima prova».
«Va bene la crescita culturale di una comunità ma la nostra idea è molto semplice: perché non dirottare anche solo una parte di quei 333.000 euro che, come riferiscono i Giovani Democratici, nel 2013 sono stati destinati alle associazioni per finanziare le misure a favore del lavoro di cui tanto abbiamo parlato nelle scorse settimane? Potrebbero andarsi ad aggiungere a quel 'tesoretto' che a breve sarà messo a disposizione per attivare le linee di intervento del Lavoro minimo e dei Cantieri di Cittadinanza, così come stabilite nel protocollo che abbiamo firmato all'inizio dello scorso mese di ottobre con la Regione, le altre sigle sindacali ed i comuni della Provincia. Si tratta di iniziative che non vanno nell'ottica dell'assistenzialismo ma che possono dare opportunità concrete di occupazione a cassintegrati e disoccupati i quali potrebbero impegnarsi in lavori cosiddetti di pubblica utilità indicati dai sindaci: la sistemazione del verde pubblico, la pulizia di giardini e la manutenzione ordinaria degli istituti scolastici, potrebbero essere degli esempi».
«Sia chiaro - conclude Antonucci - questo discorso vale per tutti i comuni del territorio. L'invito alle pubbliche amministrazioni è, dunque, quello di tenere d'occhio le spese e, se possibile, spostare risorse da destinare al lavoro e all'occupazione che vadano, cioè, ad implementare quello stanziamento regionale in maniera tale da allargare la platea dei beneficiari. In un momento di difficoltà, come quello che stiamo vivendo, anche solo un euro speso per il lavoro è un euro investito nella dignità delle persone, quella stessa dignità che la situazione di precarietà e di indigenza ha la capacità di mettere a durissima prova».