
Politica
"Aldo Moro e l’Europa: una lezione di attualità!"
Una nota dell'avv. Giovanna Bruno, presidente del "Centro Studi Aldo Moro" di Andria
Italia - martedì 9 maggio 2017
Comunicato Stampa
In occasione dell'uccisione del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro e della concomitante giornata dedicata all'Europa, ecco un contributo dell'avv. Giovanna Bruno, presidente del "Centro Studi Aldo Moro" di Andria.
"Decorsi 55 giorni da quel 16 marzo 1978, in cui fu rapito lo statista Aldo Moro ed uccisa la sua scorta, con l'Italia ancora tutta col fiato sospeso e l'andirivieni di notizie e smentite, ecco, il 9 maggio 1978, la macabra e preannunciata scoperta: il corpo senza vita del Presidente della DC, offerto in visione agli occhi del mondo.
Finita la sua agonia, nella "prigione del popolo" allestita dalle BR, inizia l'agonia del nostro Paese, che da quel momento vive un vuoto valoriale e progettuale, perdendo un esempio, una guida e un riferimento.
La ferita rimane aperta e si ravviva non solo nei giorni del ricordo (ogni 16 marzo e ogni 9 maggio), ma tutte le volte in cui la memoria va al pensiero politico di un uomo che ormai non ha più tempo e la cui storia è divenuta patrimonio di tutti.
A scrivere di lui e del suo pensiero, vi è il timore di cadere nel patetico, nell'ovvio.
Tale stato d'animo, tuttavia, cede subito il passo al senso di dovere che tutti dovremmo avere, oggi più che mai, nel riprendere le sue parole e farne ampia diffusione tra le nuove generazioni. Perché sono attuali, perché sono calzanti con questo nostro tempo, perché sono importanti, lungimiranti.
Mentre, in queste ore, Emmanuel Macron viene eletto Presidente della Repubblica Francese, si levano i commenti pro-Europa, quasi a voler mettere la parola fine (si spera!) a quella ondata anti-europeista e a quella deriva populista che tanto preoccupano e confondono, a più livelli e da più parti.
L'Europa…: immediato il parallelismo col pensiero di Aldo Moro che, come anche per tanti altri argomenti, si è rivelato precursore, sapendo leggere tra le righe e oltre le stesse, una storia in repentino cambiamento.
Ecco quanto affermato dallo statista, a proposito di Europa (nello specifico: dell'Unione Economica ed Europea), in un articolo di stampa del 15 ottobre 1972:
"Proprio perché si tratta di un fatto decisivo, penso che noi dovremmo chiedere che esso abbia il suo naturale complemento in una politica comune di movimento e di progresso, cioè una iniziativa che non si limiti a potenziare la ricchezza dov'è, ma sappia equilibrare e fare giustizia. (...). E così è da attendere che i ceti più depressi siano sollevati, le parti sociali viste nella loro dignità, la cultura diffusa, la gioventù valorizzata in un libero movimento e contatto, al di là degli antichi confini, una cittadinanza europea, sia pure per una graduale attuazione, riconosciuta (...)".
Parole che sembrano quasi pronunciate appositamente, oggi, per ribaltare la pericolosa idea che una Europa disgregata è meglio, che alzare muri è l'unica soluzione per proteggere i nostri confini.
Parole che diventano monito, oltre che ricordo.
A riconoscimento del suo saper guardare più in alto e più lontano, nel febbraio del 2016 -prosegue l'avv. Giovanna Bruno, presidente del "Centro Studi Aldo Moro"- viene intitolata ad Aldo Moro una sala del Parlamento Europeo.
Moro pensava ad una Europa forte, democratica e rappresentativa, "un'unione aperta alla collaborazione internazionale" a e con questa determinazione contribuì alla riforma che, nel 1979, portò alla prima elezione del Parlamento Europeo a suffragio universale. Purtroppo le Brigate Rosse gli impedirono di vedere e di vivere questo traguardo, ma nessuno può cancellare la sua firma dagli sforzi fatti per raggiungere tale risultato e tutti abbiamo il compito di tutelare questo patrimonio ricevuto, migliorandolo.
In questo giorno di memoria, infine, su un altro fronte si rivela ancor più l'attualità del pensiero europeista di Moro: il Mediterraneo, divenuto un grande cimitero a cielo aperto, dove a volte vogliono farci credere che non spetta a noi curarci di tutti coloro che lottano ogni momento col mare in cerca di libertà, che la solidarietà, quella vera, è sopraffatta dall'egoismo di pochi.
Moro avrebbe detto che il Mediterraneo deve essere il luogo simbolo da dove ripartire per costruire speranza e fiducia.
Noi preferiamo pensarla come lui: un luogo da dove scuotere e risvegliare la coscienza europea.
A partire da quella di casa nostra!"
"Decorsi 55 giorni da quel 16 marzo 1978, in cui fu rapito lo statista Aldo Moro ed uccisa la sua scorta, con l'Italia ancora tutta col fiato sospeso e l'andirivieni di notizie e smentite, ecco, il 9 maggio 1978, la macabra e preannunciata scoperta: il corpo senza vita del Presidente della DC, offerto in visione agli occhi del mondo.
Finita la sua agonia, nella "prigione del popolo" allestita dalle BR, inizia l'agonia del nostro Paese, che da quel momento vive un vuoto valoriale e progettuale, perdendo un esempio, una guida e un riferimento.
La ferita rimane aperta e si ravviva non solo nei giorni del ricordo (ogni 16 marzo e ogni 9 maggio), ma tutte le volte in cui la memoria va al pensiero politico di un uomo che ormai non ha più tempo e la cui storia è divenuta patrimonio di tutti.
A scrivere di lui e del suo pensiero, vi è il timore di cadere nel patetico, nell'ovvio.
Tale stato d'animo, tuttavia, cede subito il passo al senso di dovere che tutti dovremmo avere, oggi più che mai, nel riprendere le sue parole e farne ampia diffusione tra le nuove generazioni. Perché sono attuali, perché sono calzanti con questo nostro tempo, perché sono importanti, lungimiranti.
Mentre, in queste ore, Emmanuel Macron viene eletto Presidente della Repubblica Francese, si levano i commenti pro-Europa, quasi a voler mettere la parola fine (si spera!) a quella ondata anti-europeista e a quella deriva populista che tanto preoccupano e confondono, a più livelli e da più parti.
L'Europa…: immediato il parallelismo col pensiero di Aldo Moro che, come anche per tanti altri argomenti, si è rivelato precursore, sapendo leggere tra le righe e oltre le stesse, una storia in repentino cambiamento.
Ecco quanto affermato dallo statista, a proposito di Europa (nello specifico: dell'Unione Economica ed Europea), in un articolo di stampa del 15 ottobre 1972:
"Proprio perché si tratta di un fatto decisivo, penso che noi dovremmo chiedere che esso abbia il suo naturale complemento in una politica comune di movimento e di progresso, cioè una iniziativa che non si limiti a potenziare la ricchezza dov'è, ma sappia equilibrare e fare giustizia. (...). E così è da attendere che i ceti più depressi siano sollevati, le parti sociali viste nella loro dignità, la cultura diffusa, la gioventù valorizzata in un libero movimento e contatto, al di là degli antichi confini, una cittadinanza europea, sia pure per una graduale attuazione, riconosciuta (...)".
Parole che sembrano quasi pronunciate appositamente, oggi, per ribaltare la pericolosa idea che una Europa disgregata è meglio, che alzare muri è l'unica soluzione per proteggere i nostri confini.
Parole che diventano monito, oltre che ricordo.
A riconoscimento del suo saper guardare più in alto e più lontano, nel febbraio del 2016 -prosegue l'avv. Giovanna Bruno, presidente del "Centro Studi Aldo Moro"- viene intitolata ad Aldo Moro una sala del Parlamento Europeo.
Moro pensava ad una Europa forte, democratica e rappresentativa, "un'unione aperta alla collaborazione internazionale" a e con questa determinazione contribuì alla riforma che, nel 1979, portò alla prima elezione del Parlamento Europeo a suffragio universale. Purtroppo le Brigate Rosse gli impedirono di vedere e di vivere questo traguardo, ma nessuno può cancellare la sua firma dagli sforzi fatti per raggiungere tale risultato e tutti abbiamo il compito di tutelare questo patrimonio ricevuto, migliorandolo.
In questo giorno di memoria, infine, su un altro fronte si rivela ancor più l'attualità del pensiero europeista di Moro: il Mediterraneo, divenuto un grande cimitero a cielo aperto, dove a volte vogliono farci credere che non spetta a noi curarci di tutti coloro che lottano ogni momento col mare in cerca di libertà, che la solidarietà, quella vera, è sopraffatta dall'egoismo di pochi.
Moro avrebbe detto che il Mediterraneo deve essere il luogo simbolo da dove ripartire per costruire speranza e fiducia.
Noi preferiamo pensarla come lui: un luogo da dove scuotere e risvegliare la coscienza europea.
A partire da quella di casa nostra!"