
Vita di città
Aldo Moro: "Un uomo che ha testimoniato la sua fede con il martirio"
La spiritualità dello statista pugliese nel convegno svoltosi nei giorni scorsi ad Andria
Andria - venerdì 3 marzo 2017
7.43
Lunedì 27 febbraio, presso l'I.C. "Jannuzzi Di Donna" di Andria, si è tenuto un convegno di studio dal titolo "La spiritualità nella vita e nel pensiero di Aldo Moro" organizzato dalla dirigente scolastica dr.ssa Lilla Bruno e con la partecipazione illustre di Mons. Luigi Mansi, Vescovo di Andria, del Rettore dell'Università di Bari Prof. Antonio Felice Uricchio, del Prof. Michele Indelicato docente dell'Uniba e coordinatore del Master di Etica della Pace, di Gianpaolo Nicola Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione di Aldo Moro, della dr.ssa Giuseppina Lotito Dirigente Ufficio III Usr Puglia e del Sindaco di Andria Avv. Nicola Giorgino. Hanno moderato i lavori i giornalisti Vittorio Massaro e Carlo Sacco.
Ad inizio serata nell'auditorium intitolato allo statista pugliese, è stato inaugurato, alla presenza del Sindaco Giorgino e benedetto dal Vescovo Mansi, un murales realizzato dai docenti di arte della scuola, per celebrare i cento anni della nascita del Presidente della Democrazia Cristiana e giurista cattolico, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978.
Il convegno di studio sulla spiritualità di Aldo Moro è stato organizzato dalla dirigente scolastica Lilla Bruno per ricordare la figura di questo grande politico. A riguardo, si sono riconosciuti tra i tantissimi meriti le sue intuizioni politiche della trasformazione della società e l'attualità dei suoi messaggi vanno ricercati nella quotidianità delle nostre attività. "Questo tipo di serate sono importanti per tenere vivo il pensiero di Aldo Moro specie nelle scuole dove si educano e formano i giovani del futuro -è stato sottolineato nel corso della serata".
Il Prof. Indelicato coordinatore del Master "Etica della pace" dell'Università "Aldo Moro" di Bari ha voluto ricordare la figura del politico in quanto "lo stesso si era interessato al tema della pace, risultando così profetico per molte realtà e in molti settori della nostra cultura. Aldo Moro sperava in un futuro di pace. Egli la intendeva come un valore e non come un diritto che, considerando la persona come una unione inscindibile tra spirito e materia, bisognava salvaguardare con assolutezza la dignità umana".
Il Rettore dell'Università barese, dopo aver ricordato l'altissima figura professionale di Aldo Moro chiamato giovanissimo all'età di ventotto anni a far parte della Assemblea Costituente per la costruzione della Carta Costituzionale e dopo aver sottolineato la sua valenza all'interno dell' università come professore delle materie di Diritto Penale, Filosofia del Diritto, ha riportato alla mente come "la sua scuola universitaria, oltre a portare il nome del grande uomo politico, ha organizzato una serie di eventi e incontri per ricordare il grande spessore politico e soprattutto spirituale di quest'uomo, rendendo i suoi insegnamenti sempre vivi e dando la possibilità di conoscerlo anche alle nuove generazioni".
E' stata recuperata, all'interno dell'università, la stanza dove lavorava Aldo Moro, che era comunicante con la cappella dove si recava quotidianamente a pregare, rendendola una stanza museo, con una mostra fotografica permanente, le cui foto lo ritraggono sempre con un sorriso. Egli era un fervente cattolico e praticante. Fin dai primi anni della sua formazione, la famiglia, la scuola, l'oratorio e l'Azione Cattolica lo aiutarono a edificare la sua dimensione spirituale che lo resero sensibile agli interrogativi della vita e lo impegnarono alla costruzione di un "umanesimo nuovo" che avesse al centro l'uomo, la sua dignità e il suo alto senso del dovere.
Mons Luigi Mansi nel suo intervento è partito da una sua frase "La verità è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi". Aldo Moro era un politico che aveva fatto la scelta di vivere al servizio di un bene comune. Per capire la profondità della sua spiritualità bisogna pensare che nel suo periodo di prigionia in una delle sue lettere egli scriveva di aver ben capito cosa volesse dire aggiungere la propria sofferenza a quella di Cristo per la salvezza del mondo e che la sua sofferenza umana dava un valore salvifico alla sua vita. Egli stava facendo un dono grandissimo alla sua Nazione donando la sua stessa vita.
Le radici spirituali di Moro lo facevano agire secondo coscienza e lo portavano a fare delle scelte in cui credeva fortemente ma che a volte lo fecero ritrovare a scontrarsi anche con le gerarchie ecclesiastiche. Oggi invece nella politica si sceglie di fare delle cose non perché si agisce secondo coscienza ma per calcoli, e ciò ci porta a vivere una stagione politica dove si avverte il vuoto della sua grandezza politica. Vuoto di valori che avanza soffocato dal pragmatismo.
Il postulatore della causa di beatificazione del servo di Dio Aldo Moro, Nicola Giampaolo ha tenuto a sottolineare "che è stato già accolto, dal tribunale della diocesi di Roma, il documento che costituisce il presupposto per avviare la causa di beatificazione. Attualmente, si stanno ancora raccogliendo numerose postulatorie, testimonianze di cardinali, vescovi, convinti dell'opportunità di questa causa, ma anche di gente comune, politici e intellettuali".
Le premesse per aprire la causa di beatificazione di Aldo Moro c'erano, perché l'attività politica – come disse lo stesso Paolo VI – se svolta secondo le virtù cardinali di giustizia, fortezza, temperanza, sobrietà e come servizio al bene comune, sono la forma più alta di carità. Non dobbiamo guardare alla politica come ad un ambito in cui s'interviene, purtroppo, per motivi personali, individuali o di profitto, ma come un servizio dato da chi è eletto dal popolo. Per un cristiano come Aldo Moro, battezzato e cresciuto sin da giovane nella coscienza cristiana, la politica è stata certamente un atto di carità vissuto fino all'effusione del sangue.
"Non solo fu ucciso barbaramente come testimoniano le immagini che lo mostrano come 'agnello immolato', ma la sua fine fu anche la conclusione di una testimonianza ed è per questo che possiamo parlare di martirio. Non solo testimoniò la fede con il suo approccio mite e pacato alle cose della politica e all'attività di governo, con la sua capacità di ascolto, mediazione, conciliazione degli opposti, ma portò avanti la sua testimonianza fino all'estreme conseguenze, andando incontro alla morte. Il suo non era tatticismo era un modello di governo. E Moro fu un politico impegnato anche per un ideale spirituale e trascendente che si chiama fede cristiana".
Al termine della conferenza il Vescovo di Andria ha concluso dicendo che i Santi sono gli uomini veri poiché hanno modellato la loro vita su Gesù. Pertanto si spera che quanto riportato nella serata segni le vite di tutti e ci porti a guardare, con occhio attento e critico, la politica di questi tempi.
Ad inizio serata nell'auditorium intitolato allo statista pugliese, è stato inaugurato, alla presenza del Sindaco Giorgino e benedetto dal Vescovo Mansi, un murales realizzato dai docenti di arte della scuola, per celebrare i cento anni della nascita del Presidente della Democrazia Cristiana e giurista cattolico, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978.
Il convegno di studio sulla spiritualità di Aldo Moro è stato organizzato dalla dirigente scolastica Lilla Bruno per ricordare la figura di questo grande politico. A riguardo, si sono riconosciuti tra i tantissimi meriti le sue intuizioni politiche della trasformazione della società e l'attualità dei suoi messaggi vanno ricercati nella quotidianità delle nostre attività. "Questo tipo di serate sono importanti per tenere vivo il pensiero di Aldo Moro specie nelle scuole dove si educano e formano i giovani del futuro -è stato sottolineato nel corso della serata".
Il Prof. Indelicato coordinatore del Master "Etica della pace" dell'Università "Aldo Moro" di Bari ha voluto ricordare la figura del politico in quanto "lo stesso si era interessato al tema della pace, risultando così profetico per molte realtà e in molti settori della nostra cultura. Aldo Moro sperava in un futuro di pace. Egli la intendeva come un valore e non come un diritto che, considerando la persona come una unione inscindibile tra spirito e materia, bisognava salvaguardare con assolutezza la dignità umana".
Il Rettore dell'Università barese, dopo aver ricordato l'altissima figura professionale di Aldo Moro chiamato giovanissimo all'età di ventotto anni a far parte della Assemblea Costituente per la costruzione della Carta Costituzionale e dopo aver sottolineato la sua valenza all'interno dell' università come professore delle materie di Diritto Penale, Filosofia del Diritto, ha riportato alla mente come "la sua scuola universitaria, oltre a portare il nome del grande uomo politico, ha organizzato una serie di eventi e incontri per ricordare il grande spessore politico e soprattutto spirituale di quest'uomo, rendendo i suoi insegnamenti sempre vivi e dando la possibilità di conoscerlo anche alle nuove generazioni".
E' stata recuperata, all'interno dell'università, la stanza dove lavorava Aldo Moro, che era comunicante con la cappella dove si recava quotidianamente a pregare, rendendola una stanza museo, con una mostra fotografica permanente, le cui foto lo ritraggono sempre con un sorriso. Egli era un fervente cattolico e praticante. Fin dai primi anni della sua formazione, la famiglia, la scuola, l'oratorio e l'Azione Cattolica lo aiutarono a edificare la sua dimensione spirituale che lo resero sensibile agli interrogativi della vita e lo impegnarono alla costruzione di un "umanesimo nuovo" che avesse al centro l'uomo, la sua dignità e il suo alto senso del dovere.
Mons Luigi Mansi nel suo intervento è partito da una sua frase "La verità è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi". Aldo Moro era un politico che aveva fatto la scelta di vivere al servizio di un bene comune. Per capire la profondità della sua spiritualità bisogna pensare che nel suo periodo di prigionia in una delle sue lettere egli scriveva di aver ben capito cosa volesse dire aggiungere la propria sofferenza a quella di Cristo per la salvezza del mondo e che la sua sofferenza umana dava un valore salvifico alla sua vita. Egli stava facendo un dono grandissimo alla sua Nazione donando la sua stessa vita.
Le radici spirituali di Moro lo facevano agire secondo coscienza e lo portavano a fare delle scelte in cui credeva fortemente ma che a volte lo fecero ritrovare a scontrarsi anche con le gerarchie ecclesiastiche. Oggi invece nella politica si sceglie di fare delle cose non perché si agisce secondo coscienza ma per calcoli, e ciò ci porta a vivere una stagione politica dove si avverte il vuoto della sua grandezza politica. Vuoto di valori che avanza soffocato dal pragmatismo.
Il postulatore della causa di beatificazione del servo di Dio Aldo Moro, Nicola Giampaolo ha tenuto a sottolineare "che è stato già accolto, dal tribunale della diocesi di Roma, il documento che costituisce il presupposto per avviare la causa di beatificazione. Attualmente, si stanno ancora raccogliendo numerose postulatorie, testimonianze di cardinali, vescovi, convinti dell'opportunità di questa causa, ma anche di gente comune, politici e intellettuali".
Le premesse per aprire la causa di beatificazione di Aldo Moro c'erano, perché l'attività politica – come disse lo stesso Paolo VI – se svolta secondo le virtù cardinali di giustizia, fortezza, temperanza, sobrietà e come servizio al bene comune, sono la forma più alta di carità. Non dobbiamo guardare alla politica come ad un ambito in cui s'interviene, purtroppo, per motivi personali, individuali o di profitto, ma come un servizio dato da chi è eletto dal popolo. Per un cristiano come Aldo Moro, battezzato e cresciuto sin da giovane nella coscienza cristiana, la politica è stata certamente un atto di carità vissuto fino all'effusione del sangue.
"Non solo fu ucciso barbaramente come testimoniano le immagini che lo mostrano come 'agnello immolato', ma la sua fine fu anche la conclusione di una testimonianza ed è per questo che possiamo parlare di martirio. Non solo testimoniò la fede con il suo approccio mite e pacato alle cose della politica e all'attività di governo, con la sua capacità di ascolto, mediazione, conciliazione degli opposti, ma portò avanti la sua testimonianza fino all'estreme conseguenze, andando incontro alla morte. Il suo non era tatticismo era un modello di governo. E Moro fu un politico impegnato anche per un ideale spirituale e trascendente che si chiama fede cristiana".
Al termine della conferenza il Vescovo di Andria ha concluso dicendo che i Santi sono gli uomini veri poiché hanno modellato la loro vita su Gesù. Pertanto si spera che quanto riportato nella serata segni le vite di tutti e ci porti a guardare, con occhio attento e critico, la politica di questi tempi.