mons. Raffaele Calabro
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Commento

4 agosto 2018: per mons. Raffaele Calabro ad un anno dalla partenza per il cielo

Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria

Quando qualche nostro amico o parente parte per l'Aldilà, si suol dire è "scomparso", lo si pensa perduto. Ma non è così. Per chi crede nella Comunione dei Santi, nessuno è perduto di quelli che entrano in Dio! Ed è bello pensare questo anche di Monsignor Calabro! Pensare che attraverso Dio, in cui lui è, continua ad amare i fedeli della sua Diocesi e questo amore noi possiamo ricambiare, possiamo chiedergli grazie per noi in cammino, facendo la nostra parte con quell'opera di misericordia che dice: pregare per i morti.

In questo primo anniversario, certamente verranno alla luce nuovi aspetti della sua vita; si ripenserà a parole da lui dette, a opere da lui compiute, a gioie e dolori che hanno attraversato il suo cuore nei lunghi anni a servizio della nostra Chiesa Diocesana.

E' bello per me cogliere l'occasione per ridirgli tutta la gratitudine per le innumerevoli e intense udienze concessemi, nel sollecitarmi a tenere sempre vivo lo sguardo sulla nostra Città, per l'interesse e il sostegno offertomi in momenti delicati della mia vita; il condividere la necessità di dare ai laici una spiritualità, l'importanza dell'azione e della contemplazione, così come ci vuole la liturgia e ci vuole la sociologia; del valore sociale dell'Eucaristia che, "se vissuta, ispira l'Arte, alimenta la Politica, trasforma l'Economia, e che solo vivendo le une e le altre realtà non si rischia di operare una mutilazione". (Così il Sevo di Dio Igino Giordani)

Tra l'altro sarebbe bello, certi di dare una gioia a Monsignor Calabro e nel contempo di rendergli omaggio, ripartire da questo anniversario impegnandoci nel ricomprendere tutta la "Bellezza" del dono che Gesù ci ha lasciato nella persona dei suoi Vescovi e "che San Giovanni Crisostomo chiama Ambasciatori di Dio agli uomini"; "ricomprendere per meglio aiutare a farlo comprendere a molti altri" affinché, come ricorda Chiara Lubich, "nell'aldilà dove la Gerarchia non ci sarà più, non ci pentiamo di aver troppo poco compreso quanto questi Maestri erano divinamente illuminati".

Ho fiducia che sia proprio questa "Bellezza" un po' più conosciuta, amata, testimoniata dai più, anche come frutto del vivere quel principio dinamico del Vangelo - Fede e Opere - , sia proprio questa "Bellezza" a contribuire a un più deciso superamento di quella contraddizione dolorosa che spesso si ripresenta: "Cristo sì, la Chiesa no"!

Sì, giorno verrà!...... e gioia sarà perché tutti avremo scoperto o riscoperto che quelle labbra di Gesù che dissero parole d'oro, come "Osservate i gigli del campo"…. "Amatevi gli uni gli altri….", "Beati, Beati, Beati….", sono quelle stesse labbra che affermarono: "Chi ascolta voi ascolta me", o, che fa lo stesso: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa"….. quella Chiesa che Lui ha amato, nutrita, dato la vita!

…….E allora: Che il nostro amatissimo Vescovo Monsignor Raffaele Calabro ci aiuti ad accendere o riaccendere "Passione-Amore per la Chiesa" e sia la realtà che portiamo nel più profondo del nostro cuore!
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