
Vita di città
Verso le comunali: il centro sinistra andriese decide (forse) di essere unito
I prossimi cinque anni non saranno certamente facili. Già due possibili nomi
Andria - lunedì 2 dicembre 2019
Forse in questa tornata delle comunali del 2020, il centro sinistra andriese riuscirà ad andare unito ed evitare una possibile débâcle.
Dopo le fallimentari uscite delle ultime due consultazioni cittadine, con più candidati che si contendevano lo scranno più alto di Palazzo di Città, facilitando di fatto la netta vittoria di Nicola Giorgino al primo turno (anche nella sua seconda discesa in campo nel 2015), oggi le premesse sembrano propendere per una riunione dei tanti rivoli nel quale si è frastagliato il centro sinistra andriese e convergere verso un unico, autorevole candidato.
Le premesse questa volta ci sono tutte ed anche di particolare rilievo. Alcune variabili giocano a suo favore: il centro destra diviso e rancoroso, le indicazioni giunte dall'alto a riportare quella che veniva definita "Andria la rossa" nell'alveo del centro sinistra, lo scontento popolare verso le ultime vicende che hanno segnato non solo finanziariamente la vita politica ed amministrativa, sono state il preludio di una situazione che è andata mutando verso la svolta avvenuta nei giorni scorsi.
L'ex sindaco Vincenzo Caldarone, il civismo di Sabino Zinni, il Pd cittadino ed alcuni esponenti di un centrismo apertamente deluso, guardano alla necessità di dover disegnare un percorso comune e soprattutto virtuoso, capace di risollevare le sorti di questa città.
Naturalmente questo percorso politico, a detta dei protagonisti, non preclusivo verso le forze animate da una sana dose di "buona volontà", dovrà necessariamente vedere, oltre ad una squadra capace di andare verso un "Rinascimento andriese", anche un bravo direttore d'orchestra dotato di esperienza e capacità di mediazione. Un compito certamente arduo e periglioso, soprattutto se qualcuno comincerà a porre dei veti o dei distinguo, che non potranno portare a quella auspicata unità d'azione del nuovo centro sinistra ad Andria.
E tra i nomi che in questo momento potrebbero essere aggreganti di una rete di movimenti e di singoli professionisti, i rumors richiamano quelli di Vincenzo Caldarone e dell'avvocato Giovanna Bruno.
Personaggi politici dotati di buone esperienze politiche oltre che essere valenti professionisti. Ma una dote, più di altre dovranno avere coloro che risulteranno gradire l'appeal della rete di movimenti che intendono costituire una sorta di "Comitato civico di salvezza per Andria", sarà quello della perseveranza.
Una dote purtroppo non più usuale, ma che in questo frangente politico ad Andria è più di altre necessaria: già, perché bisognerà rimboccarsi le maniche, avere le idee chiare su quello che deve essere il percorso da compiere. I prossimi cinque anni non saranno certamente facili. Solo un programma di governo serio, concreto e fattibile, potrà risollevare le sorti della comunità.
Dopo le fallimentari uscite delle ultime due consultazioni cittadine, con più candidati che si contendevano lo scranno più alto di Palazzo di Città, facilitando di fatto la netta vittoria di Nicola Giorgino al primo turno (anche nella sua seconda discesa in campo nel 2015), oggi le premesse sembrano propendere per una riunione dei tanti rivoli nel quale si è frastagliato il centro sinistra andriese e convergere verso un unico, autorevole candidato.
Le premesse questa volta ci sono tutte ed anche di particolare rilievo. Alcune variabili giocano a suo favore: il centro destra diviso e rancoroso, le indicazioni giunte dall'alto a riportare quella che veniva definita "Andria la rossa" nell'alveo del centro sinistra, lo scontento popolare verso le ultime vicende che hanno segnato non solo finanziariamente la vita politica ed amministrativa, sono state il preludio di una situazione che è andata mutando verso la svolta avvenuta nei giorni scorsi.
L'ex sindaco Vincenzo Caldarone, il civismo di Sabino Zinni, il Pd cittadino ed alcuni esponenti di un centrismo apertamente deluso, guardano alla necessità di dover disegnare un percorso comune e soprattutto virtuoso, capace di risollevare le sorti di questa città.
Naturalmente questo percorso politico, a detta dei protagonisti, non preclusivo verso le forze animate da una sana dose di "buona volontà", dovrà necessariamente vedere, oltre ad una squadra capace di andare verso un "Rinascimento andriese", anche un bravo direttore d'orchestra dotato di esperienza e capacità di mediazione. Un compito certamente arduo e periglioso, soprattutto se qualcuno comincerà a porre dei veti o dei distinguo, che non potranno portare a quella auspicata unità d'azione del nuovo centro sinistra ad Andria.
E tra i nomi che in questo momento potrebbero essere aggreganti di una rete di movimenti e di singoli professionisti, i rumors richiamano quelli di Vincenzo Caldarone e dell'avvocato Giovanna Bruno.
Personaggi politici dotati di buone esperienze politiche oltre che essere valenti professionisti. Ma una dote, più di altre dovranno avere coloro che risulteranno gradire l'appeal della rete di movimenti che intendono costituire una sorta di "Comitato civico di salvezza per Andria", sarà quello della perseveranza.
Una dote purtroppo non più usuale, ma che in questo frangente politico ad Andria è più di altre necessaria: già, perché bisognerà rimboccarsi le maniche, avere le idee chiare su quello che deve essere il percorso da compiere. I prossimi cinque anni non saranno certamente facili. Solo un programma di governo serio, concreto e fattibile, potrà risollevare le sorti della comunità.