Attualità
Una “pastora” tra le campagne del Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Mariantonietta Scalera ha deciso di puntare su questo antico mestiere assaporando la straordinaria sensazione di libertà
Andria - venerdì 22 gennaio 2021
12.28
Errare per le campagne pietrose del Parco Nazionale dell'Alta Murgia guidando il gregge di pascolo in pascolo, è diventata, ai tempi di oggi, una vera e propria sfida, se consideriamo che l'antichissimo mestiere rischia di essere sopraffatto da lavori, sempre più, robotizzati. Una sfida che, però, non ha intimorito la 31enne Mariantonietta Scalera, di origine altamurana, la quale, ha deciso, nonostante ciò, di fare la "pastora".
Primogenita di una famiglia di allevatori e pastori, ha scelto di intraprendere, fin da bambina, un percorso di vita diverso rispetto ai suoi tre fratelli e ai suoi coetanei: ha sempre voluto occuparsi delle pecore, delle mucche, dei pony, delle galline, del latte, del formaggio e della lana. Non ha mai abbandonato la sua masseria, nonostante i mille sacrifici che il lavoro comporta e l'assenza di uno stipendio fisso. Sacrifici che però, quotidianamente, vengono ripagati dalla possibilità di stare all'aria aperta assaporando la straordinaria sensazione di libertà oltre che garantire la salvezza a numerosi animali a rischio d'estinzione.
«Insieme alla mia famiglia conduco una piccola azienda zootecnica. Dove alleviamo mucche, maiali, galline, pecore e capre. E dove il latte dei nostri animali viene trasformato all'interno del caseificio aziendale. Produciamo formaggi che seguono una lavorazione naturale secondo le stagionalità», scrive Mariantonietta sui social. «E che ti devo dire. La vita in masseria è molto movimentata, ogni stagione, ogni giornata, è diversa. Ci sono cose che vanno fatte quotidianamente come la mungitura, il dar da mangiare agli animali, il pascolo (anche nei giorni di festa). Ma tra il parto di un animale, le operazioni di semina, raccolta e aratura, qui non ci si annoia mai».
I pastori sono persone curiose. Vanno in giro per il mondo a imparare: Mariantonietta è stata, per circa un anno, in una fattoria olandese e tutto ciò che ha appreso lo ha portato giù, in Puglia, tornando più determinata di prima. «Tra le tante attività giornaliere quella che più amo è sicuramente quella del pascolo», si legge su Facebook. «Quando me ne vado con le mie pecore e le mie capre nei terreni circostanti. Per 3 o 4 ore al giorno, in giro per i sentieri della mia Murgia. Dove il cellulare prende e non prende. E quando in un tempo che ci vede costantemente connessi posso concedermi il lusso di scollegarmi e perdermi nella natura. Certo, poi ci sono pure i giorni di pioggia, o quando il freddo è assai. Ma se il tempo è bello amo fermarmi per leggere un libro, ascoltare musica, oppure scattare qualche foto da mettere sopra a instagram».
Nel silenzio gelido delle Murge, con il bastone tra le mani e a capo del suo gregge, la giovane "pastora" prosegue il suo cammino insieme ai suoi sette cani perché «lavorare a contatto con gli animali è qualcosa che io non cambierei per nessun ufficio al mondo. Per quanto in controtendenza possa sembrare la mia scelta, soprattutto In questo periodo che sta costringendo tante persone star chiuse in casa, lavorare all'aria aperta mi fa sentire molto fortunata», conclude Mariantonietta.
Primogenita di una famiglia di allevatori e pastori, ha scelto di intraprendere, fin da bambina, un percorso di vita diverso rispetto ai suoi tre fratelli e ai suoi coetanei: ha sempre voluto occuparsi delle pecore, delle mucche, dei pony, delle galline, del latte, del formaggio e della lana. Non ha mai abbandonato la sua masseria, nonostante i mille sacrifici che il lavoro comporta e l'assenza di uno stipendio fisso. Sacrifici che però, quotidianamente, vengono ripagati dalla possibilità di stare all'aria aperta assaporando la straordinaria sensazione di libertà oltre che garantire la salvezza a numerosi animali a rischio d'estinzione.
«Insieme alla mia famiglia conduco una piccola azienda zootecnica. Dove alleviamo mucche, maiali, galline, pecore e capre. E dove il latte dei nostri animali viene trasformato all'interno del caseificio aziendale. Produciamo formaggi che seguono una lavorazione naturale secondo le stagionalità», scrive Mariantonietta sui social. «E che ti devo dire. La vita in masseria è molto movimentata, ogni stagione, ogni giornata, è diversa. Ci sono cose che vanno fatte quotidianamente come la mungitura, il dar da mangiare agli animali, il pascolo (anche nei giorni di festa). Ma tra il parto di un animale, le operazioni di semina, raccolta e aratura, qui non ci si annoia mai».
I pastori sono persone curiose. Vanno in giro per il mondo a imparare: Mariantonietta è stata, per circa un anno, in una fattoria olandese e tutto ciò che ha appreso lo ha portato giù, in Puglia, tornando più determinata di prima. «Tra le tante attività giornaliere quella che più amo è sicuramente quella del pascolo», si legge su Facebook. «Quando me ne vado con le mie pecore e le mie capre nei terreni circostanti. Per 3 o 4 ore al giorno, in giro per i sentieri della mia Murgia. Dove il cellulare prende e non prende. E quando in un tempo che ci vede costantemente connessi posso concedermi il lusso di scollegarmi e perdermi nella natura. Certo, poi ci sono pure i giorni di pioggia, o quando il freddo è assai. Ma se il tempo è bello amo fermarmi per leggere un libro, ascoltare musica, oppure scattare qualche foto da mettere sopra a instagram».
Nel silenzio gelido delle Murge, con il bastone tra le mani e a capo del suo gregge, la giovane "pastora" prosegue il suo cammino insieme ai suoi sette cani perché «lavorare a contatto con gli animali è qualcosa che io non cambierei per nessun ufficio al mondo. Per quanto in controtendenza possa sembrare la mia scelta, soprattutto In questo periodo che sta costringendo tante persone star chiuse in casa, lavorare all'aria aperta mi fa sentire molto fortunata», conclude Mariantonietta.