Cava di pietra
Cava di pietra
Cronaca

Una cava piena di rifiuti speciali: la Polizia denuncia un 72enne

Tutela ambientale: anche un incensurato trentenne fermato per lo sversamento illegale di reflui

Due distinte e differenti operazioni della Squadra Volanti del Commissariato di Andria ha permesso di appurare quanto in città siano fiorenti i reati di natura ambientale. Le due operazioni hanno coinvolto un uomo intento a sversare illegalmente liquido refluo di lavorazione olivicola nella rete fognaria e poi un complesso sistema di sversamento di rifiuti speciali in una cava non più utilizzata per l'estrazione della pietra.

Il primo episodio, nello specifico, ha visto denunciato a piede libero P.D., incensurato trentenne residente ad Andria: l'attività di controllo, con specifico riguardo alla perlustrazione delle contrade rurali, ha permesso di individuare l'uomo in una via periferica di Andria, intento a far defluire il carico di un' autocisterna nella rete fognaria, attraverso dei tubi ed una pompa ad essi collegata. Dall'attività di controllo gli agenti hanno accertato l'assenza di qualsivoglia documentazione attestante la tipologia del carico, la provenienza e la destinazione. Interrotta l'attività illecita sia l'autocarro che il carico residuo, con elevata probabilità residui di lavorazione dei frantoi, sono stati sequestrati. Per l'uomo, invece, il deferimento per "Violazione dell'art. 137 del D. Lgs. 152/2006, in materia di tutela ambientale, ed "Inosservanza di un Provvedimento dell'Autorità", in relazione all'Ordinanza nr. 598 del Sindaco di Andria.

Qualche giorno prima, invece, la Polizia ha denunciato a piede libero P.S., andriese 72enne incensurato, per attività di smaltimento di rifiuti speciali non autorizzata. In particolare, durante lo scorso mese di marzo, gli agenti hanno rinvenuto una cava di considerevole estensione, contenente un'ingente quantità di rifiuti speciali, parzialmente coperti da materiali di risulta. Gli accertamenti hanno fatto emergere come la cava non era più impiegata per l'estrazione, ma era appositamente adibita a centro di raccolta indiscriminato di materiale di ogni genere. La presenza, a ridosso della cava, di mezzi d'opera in buono stato d'uso, probabilmente utilizzati per ricoprire sistematicamente i rifiuti con pietrisco e terriccio, hanno fatto intravedere come l'attività illecita fosse ancora in corso di svolgimento. L'identificazione del proprietario e del gestore della cava, il 72enne stesso, hanno proprio permesso di appurare che le operazioni di smaltimento non erano occasionali e né tantomeno ignote all'uomo. Approfondimenti ancora in corso lasciano supporre che P.S. sia parte di un più vasto sodalizio che parrebbe gestire un complesso sistema relativo allo smaltimento di rifiuti in maniera illecita. Inoltre, i primi risultati degli accertamenti tecnici, hanno chiarito che, in parte, i rifiuti contenuti nella cava sono amianto e residui della lavorazione di articoli di pelletteria.
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