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Turismo Puglia: negativo il bilancio del 2014, boom per l'estate 2015

Ma fino al 2020 saranno sempre più basse le percentuali di crescita

Non è tutto oro quello che luccica. Lo scorso 30 luglio, Emmanuele Daluiso, vice-presidente della EuroIdees, ha pubblicato interessati dati inerenti al turismo nella regione Puglia nell'anno 2014 e le prospettive di crescita dello stesso fino al 2020. Le statistiche redatte hanno messo in luce tutti i limiti strutturali del turismo pugliese con delle criticità elevate in alcuni punti del territorio.

Il 2014 si è chiuso in Puglia con una lieve contrazione di presenze turistiche (-0,64%). Si tratta di un risultato addebitabile fondamentalmente al calo di presenze italiane (-1,70%), contrastato dalla crescita di presenze straniere (+4,11%), ma non tale da annullarne completamente il risultato negativo. La lieve flessione dei flussi turistici in Puglia nel 2014 è avvenuta in un contesto di lieve ripresa dei flussi turistici a livello nazionale. I risultati relativi alle presenze turistiche in Puglia nel 2014 consolidano una fase di sviluppo in atto di forte rallentamento della crescita turistica regionale. Dopo una crescita di presenze turistiche, in media annua, pari al 5,03% nel quinquennio 2000-2005 e al 3,98% nel quinquennio 2005-2010, si passa allo 0,56% nel quinquennio in corso.

Un dato positivo è rappresentato dalla sensibile crescita di presenze turistiche straniere. Nel 2014 sono aumentate di oltre il 4%. Si tratta di un dato che segue una tendenza di fondo del turismo pugliese: nel 1998 le presenze turistiche straniere ammontavano a poco più di 1 milione di unità, sono passate a circa 1,5 milioni nel 2005 e a oltre 1,8 milioni nel 2010 per attestarsi nel 2014 a oltre 2,5 milioni nel 2014.

Stenta, invece, a decollare, la destagionalizzazione. Nel 2014 le presenze turistiche nei mesi non estivi sono risultate in Puglia appena sopra il 21%. Guardando ai dati di lungo periodo notiamo che nel 1998 tale quota era addirittura maggiore, quasi il 24%. Pur volendo considerare fra i mesi non estivi anche giugno e settembre, notiamo che la maggior parte dei flussi turistici in Puglia si concentrano nei mesi di luglio e agosto, quasi il 56% nel 2014, ovvero la stessa percentuale del 1998. Nonostante la lieve flessione di presenze turistiche, il 2014 registra per la Puglia un miglioramento del tasso di turisticità (rapporto fra presenze turistiche e popolazione residente). Tale tasso si attesta al 53,3% della media nazionale.

Diversamente dal trend negativo nazionale del primo quadrimestre, i dati provvisori diffusi in questi ultimi giorni, con una nota di Puglia Promozione, fanno emergere per la Puglia un trend in ripresa nei primi mesi 2015, dopo un anno che ha chiuso in lieve flessione. Il 2015 si prospetta dunque come un anno di ripresa per il turismo pugliese: se la crescita del 2% dovesse consolidarsi e confermarsi a fine anno, la Puglia potrebbe anche superare il record di presenze registrato nel 2011.

Tutt'altro che positivi gli scenari per i prossimi anni fino al 2020. La Puglia è terzultima nella graduatoria di competitività turistica, avanti solo a Sicilia e Calabria. La competitività turistica riguarda vari aspetti, quello ambientale, sociale, culturale, istituzionale e politico, e a livello territoriale, tutte le province pugliesi si collocano nella parte più bassa della graduatoria nazionale per province, con la provincia di Barletta-Andria-Trani che occupa la quart'ultima posizione, precedendo Caltanisetta, Enna e Reggio Calabria. Tutte le province pugliesi, ad eccezione di Brindisi, hanno registrato negli ultimi anni un peggioramento della loro capacità competitiva, tanto in termini di fattori turistici che di qualità del contesto territoriale.

Il possibile scenario di bassa crescita turistica della Puglia per i prossimi anni pone al centro dell'attenzione la questione delle politiche di sviluppo turistico, in particolare di quelle regionali, considerato che sulla base delle modifiche costituzionali del 2001, il nuovo art. 117 della Costituzione italiana riserva il turismo fra le materie di esclusiva competenza delle Regioni. Un rafforzamento delle politiche di sviluppo turistico potrebbero contribuire a strutturare una strategia turistica solida per il futuro.
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