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Vita di città

Somministrazione alimenti e bevande con consegna a domicilio: ancora nessuna risposta dal Comune

Senza esito le richieste presentate dai Ragionieri e Dottori Commercialisti di Andria

Sulle modalità della somministrazione degli alimenti e bevande con consegna a domicilio, tornano a far sentire la loro voce l'Associazione dei Ragionieri e Dottori Commercialisti di Andria, presidente il dott. Antonio Cannone e l'Unione Commercialisti ed Esperti Contabili Trani, presidente il dott. Fedele Santomauro.

I vertici dei due sodalizi andriesi hanno nuovamente inviato una nota ai responsabili della gestione commissariale, ai dirigenziali del Comune di Andria, della Asl e della Prefettura circa questa problematica rimasta ancora insoluta per Andria, denunciando il mancato riscontro avuto dalla precedente istanza del 15 aprile scorso.

"Comprendiamo che la attività degli organi pubblici è saturata da incombenze emergenziali, ma si vuol ribadire che la nota delle associazioni, è rivolta ad offrire con spirito di collaborazione, nella soluzione di un problema di conseguenza dell'attuale emergenza. Ovvero, la possibilità per gli operatori economici di continuare attività di consegna a domicilio di alimenti e bevande, e ai cittadini di poter ricevere tempestivamente ed in sicurezza gli stessi al proprio domicilio.

Anche dopo la fine del "distanziamento sociale" l'attività de-quo, costituirà per molto tempo, una forma fondamentale di economia per gli esercenti ed una modalità di consegna rispettosa delle norme di prevenzione sanitaria anche al fine di garantire la sopravvivenze degli stessi esercenti e collaboratori. Il confronto con altre realtà istituzionali, deve essere improntato alla soluzione dei problemi contingenti per gli esercizi già dotati di autorizzazione alla attività di somministrazione di alimenti e bevande: non è necessario l'avvio di un nuovo procedimento amministrativo e l'invio di una nuova scia, ma una revisione delle condizioni igienico sanitarie con cui il servizio si svolge e dei documenti di auto controllo dei processi aziendali.

Per ulteriori chiarimenti, valgano a tal fine le seguenti considerazioni di sintesi:
Secondo il DPCM 11/03/2020, confermato anche nel DPCM 08/04/2020, per le attività in parola "Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienicosanitarie sia per l'attività di confezionamento che di trasporto". Senza che sia previsto un nuovo procedimento amministrativo. Dal punto di vista della notifica sanitaria ex art. 6 del Regolamento EU n. 852/2004, non sono richiesti specifici ulteriori adempimenti, essendo ricompreso tale servizio nell'attività di ristorazione già abilitata.
Il codice Regionale per il commercio è anche chiaro sul tema proposto: Art. 64 comma 5 "I titolari di un'autorizzazione ai sensi dell'articolo 3 della l. 287/1991, previo aggiornamento dell'autorizzazione sanitaria, hanno diritto a estendere la propria attività secondo quanto previsto all'articolo 38, senza che risulti necessaria la conversione del titolo autorizzatorio". L'art. 38 si riferisce alla Tipologia degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande.

Pertanto, le due associazioni professionali andriesi sottolineano che, "nell'ambito della propria attività professionale di supporto alle imprese clienti e di cooperazione per la gestione della emergenza, i nostri studi, si atterrano alla corrente e corretta interpretazione delle norme vigenti, richiedendo ai Vostri Uffici che vi sia un comune aggiornamento anche al fine di formare correttamente gli operatori. Infatti nessun esercente può svolgere la propria attività, correttamente se permane incertezza da parte degli organi di controllo e pende la potenzialità di sanzioni infondate, che d'altra parte, sarebbero origine di una importante mole di ricorsi. Auspichiamo la emanazione di direttive precise e unificate da parte dei pubblici ufficiali responsabili come già successo in altri comuni della BAT (oltreché a livello nazionale con risposte FAQ da parte del Governo centrale). Infine, le Associazioni chiedono, in questa fase di profonda crisi per le nostre aziende locali, di attuare deroghe (sospensioni) al pagamento dei diritti amministrativi nelle fasi di rilascio di nuovi titoli autorizzativi (esempio rilascio nuove licenze vendite online) e soprattutto la sospensione e/o riduzione sino al 30 settembre, del pagamento dei tributi locali (TOSAP, TASI, TARI) per quelle attività che di fatto sono "per legge" sospese".
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