dr. Renato Nitti. <span>Foto Riccardo Di Pietro</span>
dr. Renato Nitti. Foto Riccardo Di Pietro
Cronaca

Sedici arresti nel blitz 'Canusium', recuperati 3.586 reperti archeologici

Nel mirino dell'Arma una banda responsabile di scavi clandestini, ricettazione e illecita commercializzazione, in ambito nazionale e internazionale

Traffico di reperti archelogici, 16 arresti in tutta Italia. L'operazione parte dalla Puglia: è infatti scaturita dagli esiti di una complessa ed articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani e svolta dai Carabinieri dell'Arte di Bari, ha complessivamente impegnato più di 300 militari dell'Arma.

La banda si procurava la 'merce' grazie a scavi clandestini eseguiti da squadre di tombaroli in aree campane, lucane e pugliesi, l'esportava illecitamente all'estero per immetterli nel mercato illegale delle opere d'arte.

L'indagine, denominata 'Canusium', è stata condotta dal Nucleo Tpc di Bari: l'attivita' investigativa è stata avviata nel 2022 a seguito dell'individuazione nell'agro di Canosa, mediante la componente aerea dell'Arma pugliese, di diversi scavi clandestini.

L'inchiesta, sviluppata e ampliata, anche sul piano internazionale, a partire dallo scorso autunno, supportata da attività tecniche, dinamiche e telematiche, ha consentito di individuare un'organizzazione criminale composta dal classico repertorio strutturato di soggetti che compongono la filiera tipica del fenomeno delinquenziale in danno dei beni culturali e strutturata nel modo seguente: tombaroli, ricettatori di zona (primo livello) e areali (secondo livello), nonché da trafficanti internazionali.

Il sodalizio, con basi operative nella provincia di Bat con diramazioni in Campania, Lazio e il resto della Puglia, aveva avviato un fiorente canale commerciale di monete archeologiche che, frutto di scavi clandestini eseguiti in Puglia e Campania, venivano poi cedute dai vari ricettatori ai diversi trafficanti internazionali, i quali provvedevano a immetterle sul mercato illecito globale, attraverso Case d'asta estere.

Nel corso delle investigazioni sono state recuperate e sequestrate diverse migliaia di reperti archeologici, tra ceramiche e monete archeologiche in oro, argento e bronzo, 60 tra metal detector e arnesi idonei allo scavo clandestino, nonché documentazione contabile attestante le transazioni illecite in Italia e con l'estero. Le misure coercitive e le perquisizioni sono state eseguite in più comuni dell'Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio e Puglia.
Sono 3.586 i pezzi recuperati, derivanti da diverse aree.
In particolare, a Minervino Murge e Canosa di Puglia, sono stati sequestrati 1.234 reperti: 748 monete in bronzo e argento; 398 tra bracciali, anelli, fibule e medaglie in bronzo; 35 pesi da telaio; 29 elementi in pasta vitrea; 24 tra brocche, olle, piatti, unguentari e miniature, riferibili verosimilmente al IV-III sec. a.C., oltre a 2 metal-detector e attrezzature per le ricerche clandestine.
A Ordona (FG), 6 monete in argento, riferibili al periodo romano repubblicano (III-II sec. a.C.); 3 monete in bronzo (asse e sesterzi), riferibili al periodo romano imperiale (I sec. a.C.), tutte con caratteristiche di rarità e pregio.
A Spinazzola, 179 reperti, di cui 125 monete in argento e bronzo; 18 pesi da telaio; 12 elementi in metallo; 24 tra crateri a campana, stamnos, brocche, coppe, statuette, piatti, skyphos, epichysis, kantharos, vasi miniaturistici, lucerne e fusi ceramici, risalenti a un periodo verosimilmente compreso tra il IV ed il II sec. a.C., oltre ad arnesi da scavo e 2 metal-detector.
A L'Aquila, 91 monete archeologiche in argento di epoca II-I sec. a.C.; 4 monete archeologiche in bronzo attestabile al II-I sec. a.C..
A Troia (FG), 25 monete archeologiche in bronzo di datazione tardo imperiale romana; un oggetto fittile di datazione tardo imperiale romana-medioevale; 3 metal-detector, 3 coltelli e attrezzature varie per le ricerche clandestine.
A Ciampino (RM), 364 monete archeologiche in argento e bronzo di epoca imperiale romana.
A Lavis (TN), 1.679 monete archeologiche in argento e bronzo, di zecche magno greche, romane e bizantine, databili tra il IV sec. a.C. e il III sec. d.C.
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